Capitolo 10.

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 10.

"Terza settimana finita. Non è da me insistere su qualcosa, ma proprio non mi parla. Non mi guarda. Scrive e basta e se fossi un'altra potrei pensare che forse è arrabbiato con me oppure gli ho fatto un torto senza saperlo. Diamine sto proprio uscendo fuori di testa.. Vorrei parlargli, vorrei guardarlo, ma di andare vicino a lui e fare il primo passo proprio non se ne parla.
Io vorrei solo capire perché, perché non mi parla più, Jordan? Perché non mi guarda più? Ma soprattutto, perché importa così tanto a me? Perché, perché, perché.. troppe domande a troppe poche risposte. Sospirare e sbuffare di continuo non è un'alternativa, vero? Marta mi fissa con uno sguardo assassino da mezz'ora più o meno, e la capisco, anche io mi fisserei in quel modo se sbuffassi ogni due minuti. Cazzo, devo sembrare una vaporiera o una bambina viziata, che è peggio."

"Posso sapere qual è il tuo problema?" disse Marta irritata. "Nessun problema." Sbuffai sonoramente per la terza volta. "Sbuffa soltanto un'altra volta e giuro che ti strangolo." Sorrise amaramente. "Non mi parla da due settimane ormai. Cavolo, è normale che io sbuffi." Sbottai, senza nemmeno sapere il perché. "Adesso capisco. Ti riferisci ad Haz." Rise. "Non chiamarlo in quel modo, è orribile e anche irritante da sentire." Ribattei. "Perché non ti parla? Avete litigato?" chiese. "Ti ho detto che non lo so! Sta lì a scrivere, quando io vorrei che mi parlasse. E non so nemmeno perché ne stia parlando con te, visto che non siamo nemmeno amiche." Borbottai. Okay, adesso sembravo decisamente una bambina viziata. "E per tua informazione so di sembrare una bambina viziata." Continuai. "Potremmo esserlo, se solo tu non fossi così.. così.. come lui. E si, lo sembri davvero." Disse. "D'accordo scusami. Ho sbaglio, va bene?" chiesi. "Non importa. Amiche?" sorrise. "Conoscenti." Dissi. In tutta risposta lei rise sonoramente attirando l'attenzione di almeno mezzo locale, compreso il riccio. Mi morsi il labbro per non sorridere alla vista del suo sguardo scrutatore addosso e abbassai lo sguardo. Marta notando il mio comportando capì subito e rise ancora più forte facendomi questa volta arrossire. "Placati." Riuscii a dire cercando di combattere un altro sorriso. "Ho le lacrime agli occhi, giuro!" rise ancora. Mi portai le mani al viso per coprirlo interamente e sorrisi, non mi avrebbe vista nessuno, o meglio, non mi avrebbe vista lui. "Sta sorridendo." Disse Marta, gesto che mi portò a togliere dal viso le mani e farmi sbirciare verso la sua direzione.

"So già che quel tuo sorriso mi metterà nei guai. Lo sai che con quel sorriso del tutto inaspettato hai fatto sorridere anche me? Ed era da un po' che non lo facevo. Ogni volta che scrivo Marta vorrebbe sbirciare, crede che scriva sempre di te e un po' in fondo ha ragione. Da quando sono arrivata a Richmond e ti ho visto il mio diario è diventato una sorta di targa con su scritto: Riservato ad Harry Styles. Mi sento ridicola, davvero, forse dovrei smettere di venire qui ogni giorno, alla stessa ora, per la stessa persona. Non credi?Parlami Harry, perché la tua voce è una delle più belle che io abbia mai avuto il piacere di ascoltare. Guardami, perché di occhi belli e verdi ce ne sono tanti, ma i tuoi mi portano lontano e non c'è cosa più vera che io voglia fare adesso."

Provai a sbirciare un'altra volta per vedere se stava ancora sorridendo, ma rimasi delusa quando vidi il posto vuoto. Doveva essersene andato. Chiusi il diario e sospirai guadagnandomi un altro sguardo di fuoco da parte di Marta. "I tuoi sbuffi si sentono fino all'altra estremità del bancone." Saltai in aria non appena prese posto accanto a me. Adesso devo solo sapere come ci è arrivato qui in completo silenzio. "Compra dei tappi per le orecchie, se ti infastidisco." Dissi. "Non ti hanno insegnato che fissare le persone non è educato?" chiese. "Anche ignorarle lo è." Risposi guardandolo negli occhi mentre bevevo il resto della tisana. "Quando mai lo avrei fatto?" chiese nuovamente. "Due settimane di fila." Risposi. "Non sapevo ci parlassimo o fossimo addirittura amici." Disse. "Non lo siamo infatti." Dissi. "Bene." "Bene." Era irritante come cosa, averlo così vicino e non potergli parlare tranquillamente. "Sei irritante sai?" dissi. "Anche tu." Rispose. "Non mi avevi detto che non ero poi così male?" chiesi. "La stessa cosa che hai detto tu." Disse. Era un continuo tira e molla. "Perché sei qui allora?" sbottai chiudendo il diario che era rimasto mezzo aperto. "Per lo stesso tuo motivo." Rispose distogliendo poi lo sguardo dal mio diario. "Ci vediamo domani." Mi salutò per poi uscire dal bar. Ci vediamo domani? Che cosa intendeva dire? In quell'istante capii che entrare nella testa di quel ragazzo e provare a capirlo sarebbe stato davvero difficile.

Mi scuso enormemente se pensavate fosse più lungo ma questo capitolo e il seguente serviranno soltanto a far capire qualcosa in più. Magari sui sentimenti e sulle idee di Adele e perché no di Harry. Dico soltanto che il prossimo capitolo sarà scritto dal punto di vista di Harry, quindi con un carattere come il suo, buona fortuna a me! Un bacio. Xx.

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