CAPITOLO 2

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"Ce l'hai fatta, finalmente!... Ti avevo detto che dopo ho un impegno per pranzo!",

mi dice impassibile appena varco la soglia della stanza in cui mi aspettava...

"Marco!...",

sento dire con tono di rimprovero da Davide, che mi si è avvicinati e sta per uscire...

"Si, Davide, a dopo! Ciao!",

chiude frettoloso la conversazione... io sospiro, mentre il ragazzo accanto a me mi tocca una spalla, in segno di incoraggiamento... lo guardo e mimo con le labbra...

"Grazie!"...

La porta si chiude e io sento il suo sguardo percorrere la mia figura dal basso verso l'alto... dai miei piedi stretti in semplici sandali neri, con qualche centimetro di tacco... su per le mie gambe abbronzate, fasciate da leggeri shorts neri che mi arrivano circa a metà coscia... fino alla maglietta bianca legata con un nodo su un fianco, all'altezza dell'ombelico... con due sottili inserti di pizzo nero che partono dalla scollatura... non esagerata, ma che sottolinea bene il mio decolté... per terminare in maniche corte, a sbuffo... e quando arriva al viso sento le guance prendere fuoco per l'intensità con cui i suoi occhi mi fissano... non vorrei reagire così, ma non posso controllare il mio corpo quando si tratta di lui... spero solo che l'ambra che il sole estivo ha donato alla mia pelle nasconda un po' l'effetto che il suo sguardo scatena in me... ma quando vedo il sorriso scaltro che si illumina sulla sua bocca capisco di non avere speranze... vorrei scappare... ma, invece, non lo faccio... e anzi fisso i miei occhi scuri nei suoi... senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo... anche se sento le scintille in ogni parte del mio corpo... «ma cazzo... vuole la guerra?!... Bene ti accontento, caro stronzo...» e mi passo la lingua sulle labbra, con fare malizioso... e quando noto che si morde il labbro inferiore gioisco dentro... ho fatto centro... «pure io ho effetto su di te, allora?!... Ed è qui che ti sei giocato la vittoria amore mio... oddio, ma che dico...», sta per dire qualcosa, ma lo precedo... devo approfittare di questo momento, ha abbassato la guardia...

"Allora, la finisci di sbavare così ci mettiamo al lavoro?!... Ti ricordo che hai un appuntamento per pranzo!"...

Accentuo in modo estremo la parola appuntamento per provocarlo... e bingo!... sbuffa... mi guarda cupo, quasi infastidito... «ma caro Marco, hai puntualizzato tu per primo che non hai tempo da perdere, quindi... ormai, che ho da perdere io?! Peggio di così come può andare?... È evidente che non vuoi saperne di me... forse fisicamente ti intrigo, ma finisce lì... poi se preferisci quelle come Valery, beh, la vita è tua... certo sei una vera delusione... ma devo imparare a convivere con questa triste verità... mi dispiace solo per Gaia e tutte le altre che conoscono solo la parte superficiale di te, quella che mostri per mantenere la tua aurea di ragazzo/uomo perfetto...», a distogliermi dal mio monologo interiore la sua voce, ancora... noto che sta leggendo un pezzo della mia storia... così mi concentro sul nostro lavoro e così passano tre ore... in cui per fortuna non ci sono stati insulti o battute o comportamenti incivili... sembriamo quasi due persone normali che collaborano in modo professionale... fino a quando la porta si spalanca... «ma bussare, no?!»... e una voce che non sopporto ci interrompe bruscamente...

"Marco, tesoro sono le 12:30, il tavolo è per l'una, dobbiamo muoverci se non vogliamo fare tardi!",

mi guarda con un falso sorrisetto... «stronza!», lui alza la testa, la guarda...

"Si, arrivo Val!"...

«Val?!?... e da quando sta confidenza?... ok, Nicky respira...», ha l'aria scocciata, ma si alza e va verso la porta... poi si volta, i suoi occhi non sono gelidi come al solito... sembrano più... non so... tristi forse...

Volo solo con teWhere stories live. Discover now