.Moments.

Per harrymyhome

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2020 COMPLETA REVISIONATA -"π€ππžπ¬π¬π¨ 𝐬𝐨𝐧𝐨 πšπ›π›πšπ¬π­πšπ§π³πš 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞?" Molte persone toccano i... MΓ©s

.Cast.
.PROLOGO.
.CAPITOLO 1.
.CAPITOLO 2.
.CAPITOLO 3.
.CAPITOLO 4.
.CAPITOLO 5.
.CAPITOLO 6.
.CAPITOLO 7.
.CAPITOLO 8.
.CAPITOLO 9.
.CAPITOLO 10.
.CAPITOLO 11.
.CAPITOLO 12.
.CAPITOLO 13.
.CAPITOLO 14.
.CAPITOLO 15.
.CAPITOLO 16.
.CAPITOLO 17.
.CAPITOLO 18.
.CAPITOLO 19.
.CAPITOLO 20.
.CAPITOLO 22.
.CAPITOLO 23.
.CAPITOLO 24.
.CAPITOLO 25.
.CAPITOLO 26.
.CAPITOLO 27.
.CAPITOLO 28.
.CAPITOLO 29.
.CAPITOLO 30.
.CAPITOLO 31.
.CAPITOLO 32.
.CAPITOLO 33.
.CAPITOLO 34.
.CAPITOLO 35.
.CAPITOLO 36.
.CAPITOLO 37.
.CAPITOLO 38.
.CAPITOLO 39.
.CAPITOLO 40.
.CAPITOLO 41.
.CAPITOLO 42.
.CAPITOLO 43.
.CAPITOLO 44.
.CAPITOLO 45.
.CAPITOLO 46.
.CAPITOLO 47.
EPILOGO
β™‘
Aiut.

.CAPITOLO 21.

176 6 0
Per harrymyhome

Ingiunzione dal tribunale regionale: il proprietario intende sfrattare l'affittuario per il protrarsi mancato versamento della quota mensile'

Rileggo quelle righe più e più volte ma il contenuto non cambia, afferro anche l'altro foglio e continuo a leggere.

"Signora Young, siamo spiacenti di informarla che a causa dei tre mesi arretrati dell'affitto, il proprietario incapace di contattarla, ha deciso di iniziare le pratiche per lo sfratto. Ha tempo altri due mesi per trovare una nuova collocazione a meno che non versi la somma di denaro prevista.
Cordialmente le chiediamo di farci sapere, tramite mail che troverete qui sotto la sua decisione prima e non oltre questa settimana. In caso lei dovesse scegliere di pagare la somma potrà farlo benissimo, l'unica condizione è di farlo in un unico versamento.
In caso lei decidesse di lasciare l'appartamento le sarà concesso del tempo per trovare un'altra sistemazione che non potrà andare oltre i due mesi.
Speriamo con questo avviso di essere stati abbastanza chiari.
Cordiali saluti."

Anche questo rileggo un paio di volte e non capisco, o meglio capisco ma tutto non ha senso. Il mancato versamento? Non abbiamo pagato l'affitto? E perché? L'unica cosa sensata che mi sento di fare è chiamare mia mamma, sperando che almeno lei ne sappia qualcosa di più. Ci deve essere stato qualche equivoco.

-"Pronto? Camille che succede?" la sua voce è quasi assonnata e non posso fare a meno di arricciare il naso.

-"Ti ho svegliata?" Chiedo prima di tutto

-"No, dimmi è successo qualcosa?" sento l'agitazione montarmi dentro e inizio a mordicchiare l'unghia del pollice.

-"Perché vogliono toglierci la casa?" chiedo e lei si zittisce dall'altro lato del telefono.

-"Mamma, rispondimi. Sono arrivati dei fogli dal tribunale in cui dicono chiaro e tondo che non abbiamo pagato l'affitto di tre mesi." la sento sbuffare e imprecare.

-"Cosa altro dice il foglio?" è davvero l'unica domanda che riesce a farmi? Sul serio?

-"Possiamo pagare i tre mesi, solo in un unico versamento oppure abbiamo due mesi per trovare una nuova sistemazione. Ma siamo davvero a corto di soldi?" la sento di muovo sospirare e anche io inizio a infastidirmi. Perché deve tenermi fuori da ogni problema? Non ho due anni.

-"Cami mi dispiace. È per questo che ho accettato questo viaggio. Mi avrebbero dato i soldi per pagare i mesi arretrati. Il proprietario mi aveva dato più tempo." È come se si fosse alzata e ora stesse facendo qualcosa, visto i rumori in sottofondo, sento dei fruscii e quando sento un fischio sono costretta ad allontanare il telefono dall'orecchio.

-"Vogliono una risposta entro questa settimana. Mamma cosa dobbiamo fare?" mi siedo di nuovo sul letto e mi passo una mano sulla fronte.

-"Inoltrami tutti i fogli che hai ricevuto me la vedrò io, stai tranquilla. Quando ricomincia la scuola?" sbuffo un'ultima volta per poi lasciare perdere anche io.

-"Si...rientro tra tre giorni, comunque davvero mi manchi." Un attimo di silenzio riempie il microfono del telefono e solo dopo una manciata di minuti mi arriva la risposta.

-"Mi manchi tanto anche tu." ci salutiamo dopo che abbiamo passato una decina di minuti a parlare e io non ho potuto fare a meno di pensare a tutta la faccenda, io ovviamente non voglio andare via da questa casa, il mio passato tutti i ricordi e i momenti che ho vissuto non voglio abbandonarli, non voglio essere cacciata da casa mia. In un gesto involontario e senza riflettere troppo sull'azione in sé per sé, dopo due minuti mi ritrovo con il telefono appoggiato all'orecchio, dopo aver digitato il numero che mi ero ripromessa di cancellare dalla rubrica.

-"Pronto? Camille è da tanto che non ci sentiamo." appena sento la sua voce sulle mie braccia iniziano a formarsi i brividi non dovuti assolutamente al freddo, mi passo la mano sulla coscia agitata e poi mi schiarisco la voce.

-"Klaus. È per un'emergenza." Penso che ormai questo è l'unico modo e sicuramente un innocuo incontro non sarà niente di grave. Ma almeno vediamo se posso far uscire un po' dai casini me e mia madre.

-"Non avevo dubbi bambola. Dove e quando?" è rimasto lo stesso, non mi era mancato per niente. No neanche un po'.

-"Non ho niente da darti. Voglio solo parlare quindi o accetti una semplice chiacchierata o niente." lo sento ridacchiare e io continuo a sudare freddo, infastidita dal tempo che mi fa attendere rimanendo in silenzio.

-"Vediamoci così mi spieghi la situazione, una semplice chiacchierata come ai vecchi tempi no? Bene, uhm...al vecchio molo?" deglutisco e adesso è il mio turno a ridacchiare, mi crede davvero così stupida? Tanto vale che lo faccia venire direttamente qui a casa.

-"Meglio una caffetteria, sai, in mezzo a delle persone." dio ma che cazzo sto facendo, maledetta me impulsiva, testarda e maledettamente stupida. È per una causa valida e fino a prova contraria non può farmi niente.

-"Accidenti, in questo anno sei cresciuta vedo, non so se mi piaceva di più la bambina testarda, in ogni caso va bene, allora al bar difronte alla 'Casa rossa'. Domani alle 10.00." non riesco a controbattere ma nemmeno a confermare che lui attacca la chiamata. Sbuffo e mi lascio cadere sul materasso, mettendomi poi una mano sulla fronte quando delle immagini iniziano a ricorrere nella mia mente. Mamma non sapeva che quella sera in cui mi presentò Klaus, un suo grande amico, in realtà io già lo conoscevo.

***

Sono quasi le dieci e dopo un minuto abbondante passato a fissare la porta, esco di casa e inizio ad incamminarmi verso il ristorante che più frequentavo l'anno scorso. La 'Casa rossa' è davvero un grazioso complesso rosso dove fanno dell'ottimo cibo italiano, arrivo a destinazione con quasi dieci minuti di anticipo e le mani non fanno che sudare, nonostante il venticello che scuote la mattinata una leggera patina di sudore si forma anche sulle mie spalle tanto dall'ansia.

Entro e mi sfilo il giubbotto leggero per prendere posto ad un tavolino che si affaccia sulla vetrata, alle 10.00 spaccate il piccolo campanello che è attaccato alla porta suona, facendomi mozzare il respiro. Mi volto in direzione dell'entrata e il mio cuore inizia a scalpitare, minacciando sul serio di uscire dal petto.
Non è cambiato di una virgola, gli stessi capelli biondi che ricadono sulla fronte e gli stessi occhi celesti che appena ti guardano ti penetrano l'anima, anche lui mi nota e inizialmente credo faccia fatica a riconoscermi ma quando lo fa la sua espressione cambia da confusa a sorpresa.

-"Guarda un po' chi si rivede. Ma cristo santo allora è vero che la depressione a volte fa miracoli. Sei cambiata tantissimo." Faccio finta di niente alla battuta di pessimo gusto e lo vedo mentre prende posto al tavolo.

-"Sentiamo come sta tua madre?" si siede alla mia destra e il mio cuore continua a battere all'impazzata nel petto, cerco di allontanarmi il più possibile senza sembrare però intimorita ma scommetto che il mio tentativo sia fallito.

-"Sta bene ma non sono qui per parlare di lei. Ho delle domande da farti. Niente di complicato, una semplice consulenza." lui si passa una mano tra i capelli e si sistema sulla sedia in modo di stare più comodo.

-"Sono tutte orecchie." prendo un respiro e mi raccolgo una ciocca di capelli dietro all'orecchio, tanto che le mani sono sudate i capelli si impigliano tra le dita e invece di sistemarli li rendo ancora più incasinato

-"Sei mai stato coinvolto in processi per sfratto?" lui mi guarda torvo e per quanto io cerchi di stare seria sicuramente la mia faccia non sta collaborando.

-"Si, perché me lo chiedi?" io mi torturo le dita e alzo lo sguardo sui suoi occhi, uno sguardo che riesco a mantenere solo per pochi minuti.

-"Abbiamo un modo per raggirare i tempi di consegna di una somma di denaro? Nel senso se dovessero essere versati dei soldi tutti insieme nel giro di due mesi scarsi. Abbiamo una possibilità di avere più tempo?" continua a guardarmi male e io non capisco, cosa vuole?

-"Puoi essere più specifica Camille?" il modo in cui pronuncia il mio nome mi mette i brividi, divento più tesa ma adesso non è il momento di farsi prendere dai ricordi.

-"Non ti serve sapere altro, una persona deve consegnare un'alta somma di denaro in meno di due mesi e tutti in un unico versamento. L'unica cosa di cui ha bisogno è più tempo." lui adesso posa i gomiti sul tavolino di metallo e quindi diminuisce le distanze cosa che mi fa scattare sull'attenti e mi fa aderire allo schienale della sedia.

-"Dovremmo convincere il proprietario della casa ad aggiungere del tempo al contratto oppure se ha coinvolto il tribunale dobbiamo avere un processo in modo che la giuria vi dia più tempo, però dovete far capire che non vi bastano quei due mesi per racimolare quella somma." Un processo? Assolutamente no, non posso portare mia madre in tribunale e tantomeno posso andarci io, io...io non ci credo.

-"Un modo che escluda un processo?" tento e lui fa un sorrisetto sghembo.

-"Sei sicura di voler giocare con il fuoco? Andiamo questa cosa non è da te" rimugino un po' sulla cosa e lo guardo con lo sguardo più infastidito che potessi posare sul volto.

-"Minacciare il proprietario, in modo che ritiri la denuncia dal tribunale e magari vi faccia avere più tempo." spero stia scherzando, la mia mascella tocca terra e lui continua a sorridere.

-"Non sei stato per niente utile Klaus. Cazzo dovresti essere un avvocato o cosa?" sto tirando troppo la corda? Forse. Ma non ho pensato e le parole sono uscite da sole, ho già detto che sono maledettamente impulsiva?

-"Senti, io sono un avvocato." sibila e intanto una sua mano si sposta sulla mia coscia coperta solo da uno strato sottile di cotone. Le dita affusolate stringono la carne e io risucchio il respiro e non lo butto fuori finché lui continua a stringere.

-"Ed è per questo che ti sto dando le opzioni ragionevoli. Se vuoi sapere come racimolare denaro più in fretta basta chiedere." sussurra l'ultima frase e quando lo fa è molto più vicino al mio orecchio, sento il suo respiro caldo e per poco non mi sento male.

-"Chi ti ha detto che il denaro è per me?" la sua mano allenta la presa ma comunque continua a sostare sulla mia gamba.

-"Camille, la tua storia faceva acqua da tutte le parti. So che tua mamma ha avuto ed ha dei problemi di soldi. È già venuta da me." stringo gli occhi in due fessure.

-"Come?" la sua mano si stacca decisamente dalla mia coscia e si riposa sul tavolo, sento la pelle formicolare dove la sua mano si era posata.

-"Mi è già venuta a parlare prima di partire. Abbiamo fatto un accordo." un'altra volta questo bastardo non è uno, ma ben due passi davanti a me.

-"Che genere di accordo?" lui continua a sorridere e gli toglierei quel sorrisetto a suon di schiaffi.

-"Gli ho dato un terzo della somma per diciamo qualche lavoretto." appena intendo le sue parole un senso di ribrezzo si fa spazio dentro di me e non posso fare altro se non provare disgusto.

-"Fai schifo, hai fatto prostituire mia madre?" la rabbia mi monta dentro ma lui continua imperterrito a sorridere.

-"Io non ho fatto niente, ho proposto e lei ha accettato di comune accordo. Quindi non l'ho costretta e credimi a lei sono sicuro sia piaciuto." non dico altro mi limito a fare una faccia schifata e a girarmi dall'altra parte. Ma alla fine gli pongo un'ultima domanda.
-"E perché hai accettato di vedermi e non mi hai fermato quando ti ho raccontato tutto? Se hai parlato con mia madre io e te non abbiamo niente da dirci." faccio per alzarmi ma la sua mano con uno scatto afferra il mio polso e io sussulto.

-"L'ho fatto perché adesso mi devi comunque un piccolo favore per questa consulenza. Sai sono un avvocato molto ricercato e liberarmi per te mi ha fatto saltare un appuntamento." scuoto la testa per poi liberare la presa del suo braccio.

-"Io non farò niente, avevi detto che avresti accettato una semplice chiacchierata e quindi non ti devo niente non credi sia abbastanza? O ti sei già dimenticato quanto tu faccia schifo?" lui sorride e io irritata mi avvio verso la porta.

-"In qualche modo ti sdebiterai, sarò comunque io a decidere come." non so perché, o forse sì comunque le sue parole quando esco dal piccolo bar mi arrivano come una doccia gelata e dio quando sono stata stupida a chiamarlo, non ci sentivamo da un po' ma era meglio così.

Spazio autrice
Ecco un nuovo capitolo.
Specifico solo una cosa, le cose stanno andando un po' male nella vita di entrambi i personaggi. Ma ancora non si frequentano e quindi devo narrare entrambi le parti. Sto comunque cercando di rendere il tutto meno pesante possibile.

Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto e presto tutto si sistemerà e smetteranno di esser Miss e Mrs mai una gioia.

All the love 💚

Continua llegint

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