Just Brothers

Par we-are-young-

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Vive con il suo peggior nemico, ma se l'odio provato da entrambi si trasformasse in un altro sentimento? IN R... Plus

Capitolo 1 - The move
Capitolo 2 - Taylor
Capitolo 3 - He kissed me
Capitolo 4 - We're engaged
Capitolo 5 - The party
Capitolo 6 - Hangover
Capitolo 7 - Dad
Capitolo 8 - I remember
Capitolo 9 - Trent
Capitolo 10 - Sister
Capitolo 11 - Back to home
Capitolo 13 - Accident
Capitolo 14 - Bonfire
Avviso
Capitolo 15 - We leave again
Capitolo 16 - Film
Capitolo 17 - WOULD YOU BE MY GIRLFRIEND?
Capitolo 18 - Why?
Capitolo 19 - We end it?
Avviso
Capitolo 20 - No regrets
Capitolo 21 - Surprise
Capitolo 22 - I felt in love with you
Capitolo 23 - ASSHOLE
Avviso
Capitolo 24 - I FUCKING LOVE HER
Capitolo 25 - We're getting married
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Nuova storia
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Avviso!!
Capitolo 33
Avviso.
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Avviso
Capitolo 42
Capitolo 43 (END)

Capitolo 12 - Hotel

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Par we-are-young-

«Dobbiamo decidere le camere» ci informò Jessica che teneva ben stretta la mano del suo ragazzo, nemmeno le potesse scappare.

Non so per quale motivo, ma quasi tutti avevano deciso che forse era meglio passare una serata in un hotel piuttosto che fuori, chiunque lo avesse deciso aveva problemi, seri. Non c'era cosa migliore di passare un notte in spiaggia, sotto lo stelle. Magari gare anche un bagno vero notte fonde.

«Io e Marco ne prendiamo una» dichiarò la mia migliore amica, trascinando il suo ragazzo dietro di se, verso la loro camera.

La maledissi mentalmente per avermi lasciata in quella situazione. Rimanevamo solo più io, Taylor, Alesha e suo fratello Trent.

«Ho una proposta» proferì Taylor attirando l'attenzione di tutti su di lui. «Dato che siamo rimasti solo noi» indicò me e lui, Alesha e Trent «E siamo abituati a vivere insieme, penso che dovremmo dividere le camere fra fratelli» concluse evitando lo sguardo di Alesha che lo stava folgorando.

Per quanto riguardava me ero più sorpresa che altro, ero convinta lui avrebbe scelto Alesha e che di conseguenza io sarei finita in camera con Trent.

«Bene, io vado in camera» gli avvisai dileguandomi nei corridoi dell'hotel. Ero esausta dopo le diverse ore passate in macchina.

Armeggiai con la chiave elettronica della porta della camera, mentre due mani si posarono sui miei fianchi.

Sussultai visibilmente, accorgendomi poco dopo che il ragazzo dietro di me era Taylor.

«Come mai così di fretta?» domandò strappandomi di mano la chiave e aprendo la porta. Erano complicati quegli aggeggi elettronici.

Sopirai pesantemente posando a terra il borsone e buttandomi a peso morto sul letto.

«Ho fretta di riposarmi» risposi «E questo materasso sembra essere dannatamente comodo» aggiunsi molleggiandoci con il sedere. «Gesù» gemetti non appena Taylor si stese sopra di me.

«Qualcosa di simile alla perfezione di Dio, ma non lui» dichiarò posizionandosi sui gomiti, al lato della mia testa, così da reggersi e non pensarmi sopra.

I suo occhi verdi-azzurri si incastrarono nei miei ed ebbi la netta sensazione di affogarci dentro.

Erano questi i momenti che più mi confondevano e spaventavano. I suoi occhi mi trasmettevano una calma quasi irreale, ma allo stesso tempo sembravano mandarmi il cervello a puttane.

«Taylor» sussurrai quando le sue labbra si posarono sul mio collo, cominciando una lenta, ma piacevole tortura.

«Si?» rispose con voce tremendamente roca.

«P-penso di dover..» le sue labbra si posarono sopra le mie prima che potessi finire la mia frase a senso incompiuto. Le sue mani si intrufolarono in pochi secondi sotto la mia maglietta, alzandola drasticamente.

«Pensi cosa?» chiese sul procinto di slacciarmi i pantaloni.

«Taylor ci sei?» una voce stridula proveniente da dietro la porta bloccò le sue azioni e il bussare alla porta lo portò ad alzarsi da sopra di me o almeno pensavo lo facesse, tuttavia mi sorprese ributtandosi a capofitto sulle mie labbra, cercando di ignorare la voce di Alesha. «Andiamo Tay, se non c'è la tua odiata sorellina ci divertiamo? Mi sto annoiando» continuò. Quelle parole fecero scattare qualcosa dentro di me e prima che potessi accorgermene mi ritrovai in bagno aggiustandomi furiosamente i vestiti.

Uscii pochi secondi dopo non degnando di uno sguardo Taylor e aprendo la porta della camera di scatto, facendo cadere a terra Alesha, che prima era comodamente appoggiata ad essa.

Scesi velocemente le scale ritrovandomi nella hall, dove per mia grande sorpresa c'era Jessica, da sola.

«Ehi Mel» mi salutò «Tutto bene?» aggiunse dopo qualche secondo.

Annuii distrattamente accomodandomi sulla piccola poltrona. Il telefono suonò avvisandomi di un messaggio.

Alex: Giorno piccola Mel.

Sussultai. Diamine, mi ero totalmente dimenticata del mio migliore amico. Come avevo fatto a non pensarci?

Mi scusai velocemente con Jessica e uscii fuori per parlare al telefono con Alex.

"Ehi piccola" ripose dopo il secondo squillo.

"Ciao amore" scherzai ridacchiando leggermente.

"Tesoro mi manchi tantissimo" affermò stando al mio gioco.

"Anche tu, ti ho chiamo apposta per chiederti perché non sei venuto con noi oggi" calciai un piccolo sassolino a terra mentre nel fremette mi guardavo intorno.

"Arriverò solo in ritardo"

"Okay" sospirai "Ehm...senti alla fine abbiamo deciso di stare in hotel e mi chiedevo se potevo dividerla con te, dato che sei da da solo..." esitai passandomi una mano fra i cappelli.

"Certo piccola, scusa ma ora devo andare, ci vediamo tra un po'" mi salutò prima di riattaccare.

C'era così tanta gente in giro.

Sopirai prima di inoltrarmi nuovamente nell'hotel e raggiungere la camera di Taylor.

Non bussai quando entrai, ma quando li trovai uno sopra l'altro intenti a raggiungere la fase riproduttiva, mi pentii di non averlo fatto.

«Scusate» borbottai afferrando il borsone ai piedi del letto. «Vado via subito» conclusi prima di dirigermi verso la porta.

«Dove vai?» domandò Taylor.

«In camera MIA» riposi enfatizzando la parola mia, prima di chiudere la porta alle mie spalle.

Ero furiosa di quello che avevo appena visto, ma sapevo di non avere nessun ragione di esserlo, come le lacrime che velavano i miei occhi.

Ero stupida, una stupida epica.

Andai alla ricerca della camera che avrei diviso con Alex e pochi minuti dopo la trovai.

Inutile dire che era ancora più bella e grade di quella di prima. Buttai il borsone a terra per poi afferrare un paio di vestiti puliti da indossare dopo aver fatto la doccia.

Non so quanti minuti passai sotto il getto dell'acqua, ma a giudicare dal rossore della mia pelle era da troppo tempo che l'acqua scorreva sul mio corpo.

Mi avvolsi un asciugamano intorno al copro ed un altro introno ai capelli per poi andare in camera.

Qualcuno bussò alla porta talmente tanto forte che pensai potesse rompersi.

«Chi è?» domandai deglutendo rumorosamente.

«Chi vuoi che sia?» rispose una voce a me fin troppo famigliare. Sbuffai indossando molto velocemente l'intimo e la felpa che avevo posato poco prima sul letto.

«Un attimo» borbottai buttando l'asciugamano bagnato nel bagno.

Pochi secondi dopo aprii la porta e Taylor entrò dentro come una furia, cominciando a camminare da una parte all'altra della stanza.

«Perché?» domando non accennando a fermarsi.

«Perché cosa?» chiesi non capendo a cosa si stesse riferendo.

«La stanza, Melissa. Perché diamine hai cambiato stanza?!» sbottò fermandosi e sedendosi sul letto. Se avesse continuato ad andare da una parte all'altra della camera mi avrebbe fatto venire il mal di testa.

«Non mi andava di lasciare Alex da solo. L'ho visto poco in questo periodo e volevo passare un po' di tempo con lui, tutto qua» spiegai gesticolando. Ero nervosa e non ci voleva molto per capirlo. Ma la verità era che non volevo dormire nello stesso letto in cui lui ed Alesha avevano fatto...Dio sa cosa. Mi faceva ribrezzo, mi veniva la nausea solo a pensarci.

Prima che potessi accorgermene mi ritrovai con le spalle al muro e Taylor ad una distanza praticamente nulla.

«Togliti quella fottuta felpa» sbottò disgustato. Posai lo sguardo sulla mia maglia, anzi su quella di Trent.

"Perché dovrei?" domandai facendo finta di nulla.

«Per prima cosa è di Trent e seconda cosa, ti preferisco senza vestiti» spiegò infilando una mano sotto di essa, cominciando ad accarezzarmi il fianco, facendomi rabbrividire.

«Tu preferisci altro» sibilai a denti stretti, dimenandomi dalla sua presa.

Aggrottò le sopracciglia facendomi intendere di non aver capito.

«Hai ancora il suo rossetto sulle labbra, sulla guancia, sul collo e...non voglio nemmeno sapere dove altro è» lo informai guardandolo disgustata.

Con una mossa rapida mi liberai dalla sua presa e raggiunsi il letto, dandogli le spalle.

Sentii la porta sbattere e le imprecazioni di Taylor mentre percorreva il corridoio.

Era colpa sua questa volta, non mia.

****

Erano già le otto di sera ed io non ero ancora pronta. Avevo passato la giornata sdraiata sul letto a riflettere sui problemi della mia vita.

Dire che ero patetica era dire poco.

Sbuffai rumorosamente indossando il primo vestito che mi capitò sotto mano, per poi passare a risaltare i miei occhi azzurri con un po' di mascara e legare i capelli castani in una coda alta.

«Sei una schianto» affermò Jessica non appena uscì dalla stanza.

Alzai gli occhi al cielo e la trascinai nell'ascensore.

Quando vidi Alesha con uno stupido e semplice vestito, mi sentii a disagio.

Era più nuda che vestita, ma lei se lo poteva permettere. Chi non l'avrebbe guardata? I suoi capelli biondo e le sue curve attiravano l'attenzione di chiunque, ma rimaneva il fatto che era una puttana.

Mi accomodai su quello che gli altri avevano deciso fosse il mio posto, ovvero accanto a Trent ed una sedia vuota che immaginai sarebbe stato il posto di Alex, mentre difronte a me c'era Taylor che continuava a lanciarmi occhiate che se avessero potuto mi avrebbero uccisa.

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