Save Me [j.jk x m.yg]

De FagioPive

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- Scherziamo? dovrei farmi curare da un ragazzino!? Quanti anni hai..quindici?- -Jeon Jungkook, vent'anni, la... Mais

종속성
일상의
작별 인사
고통과 변화
너 진짜 니?
어리석은 바보
큰 문제
충분히
너는 이겼다
내 잘못
나는 두려워.
나는 바보 야.
의무와 책임
나는 죽고 싶다
위기
거짓말 쟁이
다시
적발
나는 가고 싶어
처벌
피아노
보고 싶어
해결
외관
난 위험 해
잘 쉬다
항문
널 다치게 해
날 잊어 줘
날 떠나지 마
복수
발견
구해줘
종료
감정 이입
죄송 해요
반환
피 땀과 눈물
돌아와
다음
저지른
돌연 변이
쓴 고백
폭풍
이상한
A.A.
멍청한

너 다시.

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De FagioPive

Riposte le varie e noiose scartoffie nei cassetti della sua enorme e disordinata scrivania, nel vano tentativo di fare un po' d'ordine su di essa.

Rimise la giacca sulle spalle assieme allo zaino che venne posto su di essa.

Abbandonò finalmente il suo studio, dopo una giornata intensa e le solite discussioni sui tempi d'attesa con i suoi pazienti.

Jungkook amava il suo lavoro e per esso era notevolmente portato. Aveva studiato molto, si era diplomato in anticipo e con i massimi voti e gli era stato proposto un breve percorso universitario di guida lavorativa, il quale indubbiamente aveva accettato.

Aveva da sempre mostrato interesse per quello che, nella vastità della mente, veniva riprodotto. Un enorme sfondo bianco, una grossa tela vuota che veniva riempita da disegni distorti e pennellate fugaci, in cui i colori tenebrosi dei ricordi di devastanti infanzie si sovrapponevano a quelli più caldi della rabbia repressa, mischiati ai colori più freddi della tristezza intrisa in quei dolorosi tratti di pennello.

Il ragazzo fungeva quasi da critico di quelle dannate, quanto belle e affascinanti in se, opere d'arte.

Le studiava, ne analizzava i dettagli più intimi e sfuggenti, ne carpiva il reale significato e metteva mano su di esse, curando imprecisioni, eliminando sbavature, dando forma a quanto vi era nascosto sutto quella confusione di colori, e consegnando di nuovo il pennello in mano all'abile artista dopo averlo istruito nel controllo cromatico.

Tutto ciò accadeva dopo il primo sguardo che il giovane psicologo scambiava con i suoi pazienti.

Il primo sguardo rivolto mentre essi chiudevano la porta dello studio dietro di se, quando ancora non erano pronti a dare in risposta alle sue domande bugie o mezze verità.

Ogni volta Jungkook era a conoscenza di ogni tipo di problema affligesse la mente di ogni suo paziente, prima ancora che esso si fosse espresso a riguardo, arrivando a sentire quasi sulla sua pelle quanto vorticava nei meandri del loro genio.

E così era stato per il ragazzo dai capelli menta, al quale il corvino aveva rivolto i suoi pensieri per tutta la giornata.

Aveva intravisto nei suoi occhi il dolore e la sofferenza dipinti in un quadro dagli unici toni scuri, e di come strenuamente se li trascinava dietro, provato dal loro peso gravoso.

Benché il ragazzo fosse adirato nel conversare con lui, di rabbia nella sua mente non vi era traccia. Soltanto tracce di auto commiserazione e di eterna stanchezza insita nel suo reale esistere.

Il menta lo incuriosiva, più di ogni suo più grottesco paziente, alla stregua di come si viene incuriositi dai dipinti più belli dell'intera galleria posti però a debita distanza, e alle volte, proprio come nel caso del ragazzo, chiusi sotto chiave dall'autore stesso.

Eppure Jungkook era certo che avrebbe infranto quella barriera di mattoncini Lego che quel giovane aveva generato attorno alla sua mente, nella speranza di preservare l'intimità di quanto si nascondeva al suo interno.

Entrò nella sua auto, controllando la condizione del suo viso e dei suoi capelli nello specchietto retrovisore della vettura, sistemandoli passando semplicemente una mano tra essi.

Sul volto vi era qualche lieve principio di occhiaie, ma nulla che non potesse passare inosservato.

La giornata lo aveva sfinito, e seppure desiderasse unicamente rilassarsi sul suo divano a guardare un buon film, aveva promesso ai sui migliori amici che avrebbero passato assieme la serata, bevendo qualcosa o mangiando fuori della carne.

Quando la notifica di un massaggio fece illuminare lo schermo del suo telefono, sul quale campeggiava il nome di uno degl'ultimi citati, si decise a mettere in moto, dirigendosi verso la stazione di polizia presso la quale Jimin e Taehyung lavoravano.

______

Avevano mangiato bene e la serata prospettava a trascorrere come le solite assieme a quel duo, forse con qualche bicchierino in più ma nulla di così grave.

Camminare per le strade di Seoul a quell'ora della sera era piacevolmente tranquillo.

Non vi era la confusione mattutina caratterizzata dal suono dannatamente fastidioso del clacson delle auto di conducenti ritardatari, e non si respirava aria di compostezza della gente troppo impegnata a correre a lavoro per poter rivolgere il buongiorno nel salire sulla corriera e tanto meno le scuse per gli spintoni nella foga di scendere.

Le vie della città erano animate da giovani che si cimentavano nella riproduzione delle coreografie degli idol, dalla musica che dai karaoke si riversava in strada, e dalla folla attorno alle bancarelle ambulanti di street food.

Taehyung aveva tanto insistito nel bere ancora qualcosa da convincere entrambi i ragazzi ad entrare in uno di quei locali dove la musica, se così poteva essere definita, era talmente alta da non permettere di ascoltare senza difficoltà nemmeno i propri pensieri.

-whoaa, ci voleva proprio..-

Il grigio mandò giù quel bicchiere di roba colorata dalla provenienza sconosciuta e dal nome impronunciabile, sospirando soddisfatto quando l'alcool scese per la sua gola, guadagnandosi una gomitata da parte di Jimin.

-yah! Taehyung-sshi, non comportarti come un ubriacone, ricorda la divisa che indossi..-

Jimin possedeva una mirabile etica del lavoro, e una devozione alla divisa che portava indosso come pochi.

Era stata la prima persona che aveva aiutato psicologicamente, senza ancora possedere alcuna base in materia, al tempo del liceo risalente a qualche anno fa.

Aveva dato il suo sostegno all'arancione dopo che l'avessero violentato.

Ancora ricordava l'espressione spaventata di quel sedicenne che tremava solo nel sentirsi sfiorato appena da qualcuno.

Dopo quella vicenda il ragazzo aveva deciso di diventare un agente di polizia, avendo enorme stima per il loro ruolo, e Taehyung lo aveva seguito in quanto trovava divertente pavoneggiarsi con le ragazze nel portare una pistola alla cintura.

-aish Jimin eomma, non sono un ubriacone-

Jungkook bevette il rimanente di soju nel suo bicchiere, divertito dal comportamento dei due.

- quindi come procede il vostro lavoro, avete preso "il ragazzo della swaeg"?-

I ragazzi parlavano spesso tra loro e Jungkook era a conoscenza del caso al quale Starsky e Hutch stavano lavorando, interrompendo il comico battibecco tra i due.

-in realtà abbiamo saputo che quell'idiota è morto di overdose, ironia della sorte...in ogni caso stiamo cercando chi per lui continua a spacciare. Ormai roba così passa anche per mano di ragazzini-

Jimin metteva anima e corpo nel lavorare ad un qualsiasi caso che passava loro per le mani,e Jungkook poteva notare, dalla posizione rigida che assumeva nel parlarne e dal movimento repentino delle sue dita, quanto al ragazzo desse fastidio non riuscire a risolverlo in breve tempo.

Al contrario ovviamente di Taehyung che nel frattempo aveva già calato il terzo bicchiere di quello strano alcolico, guardandolo poi con un'espressione maggiormente rilassata in viso, dovuta quasi sicuramente all'effetto di quella roba violacea.

-a te invece strizzacervelli? Quale altra stranezza ti è capitata di sentire? Qualche disperato dipendente dal sesso con bambole gonfiabili?-

A causa del segreto professionale a Jungkook non era concesso parlare di ciò di cui si discuteva durante le sedute, e il rispetto che aveva per la propria professione era quasi paragonabile a quella dell'arancione che nuovamente colpì il ragazzo.

Ma ad ogni modo, ciò di non troppo personale, riguardante strani comportamenti o pittoreschi colori di capelli potevano essere raccontati.

-è arrivato in studio qualcuno che mi darà filo da torcere, forse anche di più di quanto me ne abbia dato Go Namsoo. Credo ci sarà da divertirsi questa volta-

Quel giovane citato era uno dei casi della dipendenza da attività sessuale, il quale aveva cercato di sedurlo durante ogni loro seduta prima di cedere e cominciare la terapia.

-un altro sfigato che fa sesso con donne sexy di silicone?-

-diciamo pure che lui è la donna sexy di silicone-

Lo sguardo di Jungkook si tinse di malizia nel pronunciare quelle parole, ricordando il corpo minuto del giovane ribelle, la pelle candida e il viso dai tratti sottili che rendevano il suo sguardo affilato e tagliente.

Senza dimenticare il colore dei suoi capelli.

Lo stesso verde menta di quei ciuffi disordinati che passarono sotto il suo naso, seguiti da uomini di grossa statura poco raccomandabili.







Sono viva, anche dopo il nuovo album.
Credo sia il più bello, adoro ogni sua canzone e mette davvero tanta allegria.
Mi ci voleva in questo periodo.
Mi hanno steso, ogni volta mi convincono dell'enorme talento che hanno.
Scusate gli errori, li correggerò il prima possibile.
Bye

~Fagio

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