DESTINY

By brokensoul9954

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Lauren Jauregui, 24, fotografa. Camila Cabello, 23, ballerina. Due ragazze. Due passioni. Un passato. Cosa su... More

Presentazione
Chapter II
Chapter III
Chapter IV
Chapter V
Chapter VI
Chapter VII
Chapter VIII
Chapter IX
CHAPTER X
CHAPTER XI
CHAPTER XII
CHAPTER XIII
CHAPTER XIV
CHAPTER XV
CHAPTER XVI
CHAPTER XVII
CHAPTER XVIII
CHAPTER XIX
CHAPTER XX
CHAPTER XXI
FINAL CHAPTER
EPILOGO - THE LETTER
NEW STORY - SKYNNABÁTOS

Chapter I

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By brokensoul9954

Lauren's POV

"Amore sveglia..." sentì una mano allungarsi sul mio viso lasciandomi qualche carezza, al sentire il tocco delle sue dita aprì leggermente gli occhi ed un piccolo sorriso sforzato increspò le mie labbra.
"Buongiorno piccola" disse dolcemente la voce della ragazza seduta a bordo letto accanto a me continuando ad accarezzarmi la guancia.
"Hey..." la mia voce uscì leggermente roca, m'inumidì le labbra e feci un leggero sbadiglio.
"Non vorrei metterti fretta ma tecnicamente fra mezz'ora ti aspetta la direttrice in studio per concludere il contratto" disse lei ancora con un tono dolce per poi piegarsi lievemente e lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra.
"Oh andiamo! Anche di sabato, non è possibile!" dissi sbuffando per poi buttarmi un cuscino in faccia, la ragazza se la rise e si alzò incitandomi a fare lo stesso dandomi una leggera pacca sulla coscia ancora nuda.
Seppur controvoglia dopo una decina di minuti mi alzai dal letto, controllai il cellulare e velocemente scesi al piano di sotto sentendo un buon profumino provenire dalla cucina. Varcai la porta e vidi la ragazza ai fornelli, appena avvertì la mia presenza si girò venendo verso di me per darmi un lungo bacio.
"Dove sono Klaus e la servitù?" le chiesi cingendole la vita da dietro mentre lei rigirava dei pancakes.
"Mhh... gli ho dato la mattinata libera, Klaus si è fatto anziano Laur, un po' di vacanza ogni tanto..." disse lei rimproverandomi per scherzo, io ridacchiai nel suo collo e poi andai a sedermi vicino al lungo bancone bianco ch'era quasi al centro della mia cucina. La ragazza mi porse i miei pancakes mentre faceva il giro per sedersi di fronte a me, mangiammo insieme dopodiché mi alzai ed andai a prepararmi con molta calma pur sapendo di essere in ritardo.

Essere Lauren Jauregui non era facile, soprattutto se dovevi essere puntuale agli appuntamenti. Ero sempre stata una persona ritardataria: la sveglia, l'essere mattutini, l'orologio al polso, la puntualità non facevano proprio per me, decisamente no. Il cellulare squillò improvvisamente.
"Lauren?" disse la voce dall'altro lato che subito riconobbi.
"Dinah, come stai?!" dissi sorpresa della sua chiamata mentre mi abbottonavo gli skinny neri strappati che avrei indossato quella mattina.
"Bene Jauregui, tu? Come sta la mia miliardaria?" disse sfottendomi la polinesiana, io scoppiai in una fragorosa risata che contagiò anche lei mentre con una mano infilavo le mie  Dr. Martens bordeaux.
"Piantala, sei solo invidiosa" dissi finendo di ridere prendendola in giro, la sua risata sfumò piano trasformandosi in silenzio.
"Lauren ascolta... ti ho chiamato per chiederti una cosa, in realtà" disse lei in tono serio.
"Oh dai Jane, non te la sarai mica presa?" chiesi sentendomi leggermente in colpa, mi diedi un'ultima occhiata e presi la giacca di jeans nera e le chiavi della mia Maserati dalla scrivania.
"Ma no Jauregui... comunque volevo chiederti se potes-"
"Amore farai tardi, muoviti!" Dinah venne interrotta dalle urla della mia ragazza che mi sollecitava a sbrigarmi.
"Sto scendendo!" urlai di rimando.
"Scusa DJ, dicevi?" le chiesi lasciando la porta della camera chiudersi alle mie spalle.
"Nulla Jauregui, ancora con Sam?" mi chiese riferendosi alla mia ragazza, cambiando completamente argomento e tono.
"Certo" mi uscì una risatina "perché non dovrei?" continuai.
"Beh, di solito il lupo perde il pelo ma non il vizio" la buttò lì scherzando. Ed era vero, non mi sarei mai impegnata seriamente, ero sempre stata il tipo da "sabato sera dopo una sbronza" non da "lunedì con caffè e cornetto", almeno negli ultimi quattro anni, ma di questo né Sam né le ragazze prima di lei ne erano a conoscenza.
"Sei pessima Jane, comunque devo andare... C'è la direttrice di un qualcosa che non ho ben capito che mi aspetta in ufficio, ed indovina?" le chiesi con fare ovvio aprendo la porta di casa.
"A dopo Sam!" urlai uscendo.
"Sei in ritardo" rispose ovviamente Dinah dall'altro capo, io ridacchiai.
"Va bene, va bene Signorina Mille impegni, credevo di poterti convincere a volare a Miami questo pomeriggio ma non credo sia il caso.." disse lei.
"Non penso proprio di riuscirci DJ, mi spiace... sarà per la prossima?" chiesi con tono di scuse.
"Sicuro Jauregui, buona giornata e cerca di rilassarti" disse la mia amica ridacchiando.
"Lo farò, ci sentiamo D" dissi per poi riattaccare.
Dopo aver aperto il garage ed essere salita in macchina, percorsi il breve vialetto che portava all'uscita della mia villa e sfrecciai fuori notando l'immenso ritardo.

Dopo un'intensa mezz'ora di traffico tra urla e clacson, arrivai finalmente al Jauregui's Studio, salutai con un cenno Bob e James, i due uomini della vigilanza,
e corsi all'ascensore per andare in ufficio.
Appena varcai la porta che conduceva al sesto piano, fui assalita dalla mia segretaria che disperata si lamentava del mio ritardo.
"Ascolta Katherine, sono loro che cercano me, non io che cerco loro... quindi che si adeguino" dissi massaggiandomi le tempie mentre camminavo verso il mio ufficio.
"Sì signorina ma-" provò a dire lei velocemente come se fosse in ansia ma la interruppi.
"Niente 'ma', ora io andrò lì dentro e tu mi porterai una bella compressa per questo diamine di mal di testa, okay?" dissi con un tono tra il calmo e lo scocciato poggiando la mano sulla maniglia, lei annuì ed io entrai nella stanza.
A vedermi dall'esterno sarei sembrata un'arrogante presuntuosa che se la crede immensamente solo per la quantità di soldi che possiede, ma non era assolutamente così, in realtà la mia era solo una facciata, una bugia, qualcosa che tutti dovevano vedere e a cui tutti dovevano credere.

"Oh vedo che ce l'ha fatta, signorina. Credevo non venisse più!" disse con tono risentito e a mo di sgridata la signora di spalle, seduta davanti la scrivania, sembrava quasi mia nonna.
"Beh signora, mi piace stupire e come vede sono qui" dissi ironicamente andandomi a sedere di fronte a lei, la donna fece una smorfia risentita alzando leggermente le sopracciglia. Era una signora sulla sessantina, portava i capelli marroni-bianchi racchiusi in uno chignon ben tirato, una gonna lunga nera, una maglia dello stesso colore ed una mantellina verde tenuta attaccata da una spilla con sopra quella che mi parve una scarpetta di danza classica, sembrava una donna per bene e a giudicare dalla sua espressione non tollerava i ritardatari.
"Innanzitutto perdoni il mio ritardo" dissi alzandomi dalla sedia sfoderando un sorriso, poi le porsi la mano
"Lauren Jauregui, umile fotografa di New York City, cosa posso fare per lei?" lei si alzò e strinse la mia mano.
"Danielle De La Bac, Maestra di danza e direttrice della famigerata American Ballet Theater" disse con un'aria fiera ed altezzosa, mi sedetti e lei fece lo stesso. La mia mentre vagò nel passato, il nome di quella compagnia non mi fu nuovo ma non riuscivo a ricordare dove l'avessi sentito.
"Vorrei che lei si occupasse delle foto e della pubblicità dei miei ballerini" disse con fare ovvio mentre io guardavo il mio Mac creando un nuovo documento.
"Mi scusi, si spieghi meglio... cosa intende con " pubblicità " dei suoi ballerini?" dissi stampandomi in faccia un sorriso gentile che mantenni per tutta la conversazione.
"Intendo che ogni componente della mia compagnia dovrà essere fotografato e pubblicizzato" rispiegò lei mentre io facevo ancora fatica a capire.
"Signora, con tutto il rispetto ma io mi occupo di fotografia, come potrei pubblicizzare i suoi ragazzi?" dissi ridendo leggermente.
"Oh non lo so, altrimenti perché sarei venuta da lei? Mi hanno parlato deliziosamente dei suoi lavori, signorina Jauregui... sarei disposta a pagare grosse cifre purché il suo progetto mi soddisfi" disse lei scrutandomi gli occhi.
"Okay uhm... vediamo cosa posso fare..." dissi con tono basso, principalmente fra me e me, iniziando a fare una specie di abbozzo sul nuovo documento.
"Senta, io devo scappare, tra esattamente quarantasei minuti devo vedere una delle mie ragazze e dato che non sopporto il ritardo preferisco avviarmi," incassai il colpo ridacchiando sotto i baffi "le lascio un mio recapito, mi faccia sapere" disse la donna poggiando un foglietto sulla mia scrivania, io alzai gli occhi dal computer e guardai il biglietto per poi alzarmi e stringerle la mano.
"È stato un piacere, la richiamerò il prima possibile, all'uscita c'è Katherine che l'accompagnerà... buona giornata" dissi.
"Altrettanto" rispose sorridendo leggermente per poi uscire dal mio studio. Mi buttai a peso morto sulla sedia, si ricomincia, pensai.

"Ecco, l'idea è quella di fotografare i ballerini singolarmente e stampare le foto a mo di manifesti che verrano attaccati per tutta Broadway e Madison Square cosicché verrà pubblicizzato e conosciuto non solo il ballerino ma anche il teatro e la compagnia a cui appartiene." dissi ad Harry, un designer del mio staff addetto alla pubblicità, quello in cui riponevo fiducia ad occhi chiusi, avevamo fatto il college insieme, poi ci perdemmo di vista finché non trovai il suo curriculum nella mia posta elettronica. Dopo esattamente tre ore di abbozzi e bozzetti mi era venuto il colpo di genio, non mi restava che sperare che la nonna approvasse il mio progetto.
"È perfetto Jauregui, ma perché adesso non andiamo a mangiarci un boccone? Sono le 3 del pomeriggio, stacca un po' su.." disse il mio amico abbassando lo schermo del Mac, io mi passai una mano sugli occhi stropicciandoli leggermente.
"Solo se andiamo da Freddie's" dissi guardandolo sottecchi.
"Mhh.. andata!" disse lui facendo finta di pensare. Prima di andare presi il biglietto che mi aveva lasciato la donna in precedenza e mentre uscivo dall'ufficio composi il numero dirigendomi verso l'ascensore con Harry.
"Pronto?"
"Uhm... signora De La Bac?" chiesi.
"Sì, lei chi è?"
"Lauren Jauregui, buon pomeriggio... volevo dirle che il progetto è pronto"
"Mi dica, cara..." iniziai a raccontarle del progetto nei minimi particolari, dalle foto ai singoli ballerini alla Broadway tappezzata da queste, la donna rimase notevolmente sorpresa.
"Mi complimento con lei, signorina... Il progetto è buono, ora vedremo come se la cava con i fatti" disse la signora come a sfidarmi, io ridacchiai scuotendo il capo fin troppo convinta di me.
"Bene, le va bene iniziare dopodomani? Prima vorrei conoscere i ballerini e poi inizieremo subito con le foto" dissi entrando nella vistosa BMW del designer che decisi mi avrebbe affiancato in questo progetto. Accordai telefonicamente le ultime cose con la Maestra e ci demmo appunto a lunedì mattina.
"Haz?" dissi scendendo dall'auto parcheggiata davanti Freddie's.
"Sì capo?"
"Ho appena deciso che lavorerai con me a questo progetto" dissi con un sorriso chiudendo lo sportello andando verso di lui che mi aspettava all'ingresso.
"Fantastico cap- aspetta cosa? Davvero? Wow Jauregui, grazie mille!" disse lui incredulo abbracciandomi. Non ero solita farmi affiancare nei miei progetti ma questo era molto impegnativo e richiedeva la conoscenza di tecniche pubblicitarie ed altre cose che non riguardavano il mio settore e chi meglio di un vecchio amico poteva aiutarmi?

"No, davvero? Non mi dire!" disse ridendo incredulo Harry mentre intingeva delle patatine nella maionese.
"Dai ma perché nessuno ci crede..." dissi ridendo mettendo una specie di broncio.
"Vuoi farmi davvero credere che non hai ancora intenzione di lasciare Sam?" disse lui divertito masticando.
"Non lo so... la verità è che con lei sto bene però un po' mi ha già stancato, è troppo appiccicosa..." dissi sbuffando, pensai che probabilmente non avrei mai trovato qualcuno che mi piacesse sul serio.
"...già mi ha detto 'ti amo', dai non sono nemmeno due settimane e... e poi si è praticamente trasferita a casa mia... andiamo cretino perché ridi?!" dissi guardando Harry che se la rideva.
"Ah Lauren, Lauren... tu e questa tua paura di restare sola" disse il mio amico con fare saggio.
"Che diamine significa Haz?!" chiesi facendo una smorfia d'incomprensione.
"Che ti fai andare bene chiunque pur di avere qualcuno che ti dia attenzioni, affetto e sesso" disse lui prendendo un sorso di Coca-Cola, io gli tirai una patatina.
"Questo non è assolutamente vero.." dissi corrugando le sopracciglia.
"Seh ed io sono miliardario con ville sparse in tutto il mondo, il che non è vero visto e considerato che la miliardaria con possedimenti dappertutto sei tu" disse con un sorrisetto sarcastico.
"Sei uno stronzo" dissi scuotendo la testa sorridendo mentre inevitabilmente lo ammettevo a me stessa, non riuscivo più a stare con qualcuno seriamente perché nessuno mi prendeva abbastanza: nessuna era abbastanza interessante, abbastanza seducente, abbastanza intelligente, abbastanza simpatica, abbastanza intraprendere... trovavo difetti in tutte, tempo un paio di settimane, ma la verità era che nessuno mi prendeva abbastanza perché nessuna era abbastanza lei.

Note autore:

Harry as Harry Styles

fatemi sapere che ne pensate
-enjoy(;

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