Distrazione di un angelo

By emblemdenise

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Eccoci primo giorno di campeggio. Non ci voglio andare! Sono davanti ad un autobus pronto a partire per chiss... More

Distrazione di un angelo
Non ci voglio andare papà, cazzo!
Mamma che imbarazzo!
Bella merda!
Be.. Forse avevano ragione
Ci mancava questa..
Dove era finito?
Siamo arrivati, ora si cambia davvero!
Oh cazzo!
Poi alzai lo sguardo..
Solo se non lo fai nemmeno tu
In piena crisi
e nessuno dei due osava distogliere lo sguardo.
erano un insieme perfetto
Era tutto nella mia mente.
e io mi spaventai.
abbiamo un conto in sospeso
Poi lo vidi.
ci sfiorammo..
Due volte in una sola sera
Ei mattiniera
Ci vediamo, tesoro!
..non è niente
N-non sono cose che ti riguardano
Ho bisogno di lui..
Ti prego credimi!
-Prometti che mi rimarrai accanto?-
dentro di me....la terza guerra mondiale
Cosa deve dirmi stavolta?
-Ei-
..eppure, l'ho fatto comunque.
sei solo una stupida, Chloe.
Non stavolta.
Piango.
Sto impazzendo.
"..fai quello che ti fa stare bene.."
-Perche...-
È arrivato il nostro momento.
Poi silenzio.
LETTERA A MAYA

..eppure, fa male..

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By emblemdenise

-Ma ci deve essere un errore, non posso mancare solo io- ero senza parole senza fiato non riuscivo a capacitarmi di una cosa del genere

-io sto aspettando George, lui è andato in bagno e..-

-Signorina Logan mi dispiace ma George è già a bordo dell'autobus come tutti, nessun errore manca solo lei- mi interruppe la preside.

-Allora che ne dice di salire dai suoi compagni signorina?- la preside mi stava fissando impaziente e con le mai protese verso l'autobus a indicarmi di salire.

Deglutii poi rimasi in silenzio. Cominciai a camminare senza aver detto nulla solo uno sguardo inespressivo rivolto alla preside poi avevo incominciato a camminare.

Superai la preside e a passo lento mi diressi verso l'autobus. Più mi avvicinavo più vedevo dal finestrino tutti ai loro posti. Molti di loro mi guardavano e forse alcuni di loro ridevano anche.

Avrei voluto solo sprofondare, scappare via da li, scappare da quella maledetta area sosta e non rivedere più nessuno nemmeno George. Avrei voluto non salire mai più su quel pullman.

Invece c'era qualcosa che mi spingeva ad andare avanti a non voler più dovermi sentire invisibile o la solita sfigata che i popolari si divertivano a prendere in giro. Non so bene cosa fosse quella forza che mi spingeva a non scappare ma a continuare a camminare.

Mi fermai solo un secondo quando mi ritrovai davanti alla porta dell'autobus. Mi separava solo quella e pochi scalini dal resto del gruppo in partenza per il campeggio. Feci un grosso respiro e mi preparai a cosa dovevo affrontare guardando i campi attorno all'area sosta, poi mi rigirai.. le parole di mia madre mi tornarono in mente, ora ero pronta!

Salii sull'autobus e stavo salendo quei gradini per andare al piano dei ragazzi e poi al mio posto. Ero pronta è vero e le parole di mia madre mi caricavano ancora di più era vero infondo solo io sapevo quello che stavo facendo realmente ovvero aspettare George, per gli altri ero semplicemente assopita nei miei pensieri e non mi ero accorta che i dieci minuti erano scaduti e non ero salita come tutti loro.

Ok non facevo una grande figura se la mettiamo così ma ero io a decidere come mi vedevano gli altri no!? Ero io a decidere se essere vista come ragazza invisibile o no, e stavolta non volevo essere invisibile come sempre lo ero già stata per troppo tempo.

Ultimo gradino. Poi l'inferno sarebbe cominciato. E magari quell'inferno sarei riuscita a trasformarlo nel paradiso. In fondo anche Andrew quella mattina era arrivato in ritardo alla partenza e nessuno lo aveva giudicato.

Ero salita. Dopo un rapido sguardo a tutto il pullman che andava dal fondo dove c'erano i più popolari a davanti, parte dei più invisibili, il caso mi fece riflettere anche sul mio posto, mi ero messa qualche fila dietro alle prime file, quindi io ero piuttosto al centro dell'autobus.

Stava a me decidere di prendere in mano la situazione e decidere se davanti o dietro. Se popolare o invisibile.

Andai verso il mio posto, alle mie spalle sentivo già qualche commento seguito da delle risate, ma non capivo cosa dicessero. Decisi di non farci caso, il pullman non era il posto per mettersi in mostra e decidere da che parte stare.

Eccolo era li con quella sua faccia che poco prima mi faceva ridere. Ora l'avrei preso a schiaffi. Era li con gli occhi imploranti come a chiedermi scusa attraverso quelli.

Si alzò e mi fece sedere al mio posto vicino al finestrino poi si risedette accanto a me. Non lo guardai, sentivo i suoi occhi addosso ma non avevo intenzione di incrociare il mio sguardo con loro.

Tenevo lo sguardo fisso fuori dal finestrino come se nulla fosse e cercavo di non pensare ai commentini e alle risate che sentivo in giro. Non capivo cosa veniva detto prima delle risate ma non mi interessava nemmeno, sapevo che sarebbero durate solo fino all'arrivo in montagna, poi avrei trovato un modo per cambiare ciò che pensavano...e c'è l'avrei fatta!

Tirai le cuffie fuori dalla tasca. Se prima i programmi si erano fatti interessanti e non avevo più bisogno di loro, ora ne avevo più bisogno che mai.

Erano la mia salvezza quelle cuffie, erano il ponte che collegava al mio mondo, al mio rifugio. Tenevo molto alla musica, non avevo un genere preciso ma mi piaceva ascoltare un po' di quasi tutti i generi, la musica mi aiutava nei momenti buoni e nei momenti difficili, era come se fosse la mia migliore amica.

Il pullman era ormai partito e io ancora tenevo gli occhi fissi fuori dal finestrino. Le cuffie si erano tutte attorcigliate e non riuscivo a slegarle con facilità, avrei voluto fare in fretta per metterle il prima possibile.

Gli occhi di George erano ancora puntati su di me, speravano in un contatto molto probabilmente, ma io non lo volevo.

Finalmente riuscii a slegare le cuffie le collegai al cellulare pronta per mettere la musica e entrare pienamente nel mio mondo senza considerare più nessuno fino all'arrivo, soprattutto senza considerare George. Stavo per infilarmele ma un urlo dal dietro del pullman mi fermò.

-Signorina che dice ci fermiamo ancora un po a fissare il vuoto?!- la voce la riconobbi immediatamente... era la sua.

Andrew mi aveva colpito. Il suo sarcasmo stavolta aveva colpito me proprio io. Significava che ero stata notata da lui, si ma ora quello sarebbe stato il tormento per me per tutto il campeggio e il college.

Mi ero lasciata colpire e così sarei passata da invisibile totale a invisibile sfigata da prendere per il culo. Era vero se non avessi agito sicuro sarei finita così presa per il culo continuamente.

Bersaglio colpito ora eravamo uno a zero palla al centro.

Dopo la sua voce sentii solo risate da tutto il pullman. Avrei voluto urlargli contro ma non mi sembrava il caso, volevo solo vederlo in faccia. Avevo detto di essere pronta prima di salire eppure essere messa in quella situazione, faceva male.

Mi girai e mi sollevai un po' dal sedile per poterlo guardare meglio. Aveva proprio la faccia da tipico stronzo. L'avrei preso a schiaffi giuro. Lo stavo ancora guardando quando incrociai il suo sguardo.

Bello, coglione e pure stronzo. Ottimo.

Mi sentivo gli occhi bruciare, stava per succedere, stavo scoppiando in lacrime, vederlo in faccia mentre rideva con i suoi amici e con il resto del pullman contro di me mi feriva speravo di essere diversa in questa nuova scuola ma no. Tutto iniziava ad andare male.

Lo guardai un ultima volta, lui mi fissò tre secondi poi si girò fece un ultimo sorriso alla bionda seduta accanto a lui, poi le prese il viso tra le mani e la baciò.

Finito il bacio, si girò di nuovo verso di me. Lo vidi con la coda dell'occhio perché stavo già scomparendo dietro al sedile. Quella visione era insopportabile soprattutto dopo che mi aveva fatto fare la figura dell'imbecille davanti a tutti.

Tornai al mio posto seduta come all'inizio di tutto quel viaggio. Gambe normali ma busto e viso girati verso il finestrino. Poi presi le cuffie e le stavo infilando quando una mano mi prese il braccio facendomi sussultare.

Non mi aspettavo contatti fisici da nessuno il fatto era che credevo già di passare il resto del viaggio in silenzio con la musica nelle orecchie. Collegai con lo sguardo quel braccio fino al viso. Incrociai i suoi occhi. Mi stavano fissando come gli occhi dei bambini quando devono farsi perdonare qualcosa.

-Ei senti scusa per prima..- George fece una pausa, fece un respiro spostando leggermente lo sguardo alle mie spalle fuori dal finestrino poi tornò a guardarmi. -pensavo che fossi salita già quando la preside ha iniziato a chiamare per la partenza, non sapevo mi avresti aspettato davvero così tanto.- mi disse.

-Be mi avevi chiesto di aspettarmi senza muovermi e così ho fatto.- dissi quelle parole senza guardarlo negli occhi.

-Si lo so te l'avevo chiesto io il fatto è che pensavo che per non essere presa di mira da tutti non mi avresti aspettato soprattutto dopo i richiami della preside a salire-

-Io le cose che mi chiedono gli amici le faccio-

-Ascolta Chloe io non ho mai avuto tanti amici e ci conosciamo da appena due ore non sapevo come ti saresti comportata con me non volevi nemmeno venire me l'hai detto tu stessa prima, ho pensato che non volevi essere presa di mira quindi saresti salita, così non ti ho cercata e sono andato- stavolta volevo guardarlo in faccia mentre diceva quelle cose... Si dice che gli occhi non mentono mai, chissà..

Lo guardai, aveva gli occhi che mi stavano pregando. Era vero almeno in questa situazione gli occhi non stavano mentendo. O così mi sembrava.

-Senti George sono venuta qui veramente convinta di partire solo dopo le parole di mia mamma che diceva che avrei potuto cambiare come mi vedevano gli altri e avevo una possibilità: mettermi in gioco e giocarmela bene. Sai cosa c'è che ero veramente convinta di questa possibilità, a quelle risate e a quei commenti avrei dovuto esserci abituata e invece no... Sembrerà stupido perché ne ero convinta, prima..eppure, fa male.. - dissi con un filo di voce. Gli occhi mi si riempirono di nuovo di lacrime, c'è l'avevo con me stessa, con Andrew, con George, coi miei e le loro fottute parole su questo campeggio, con la preside, con loro che ridevano, c'è l'avevo con tutti.

Sapevo che se fossi scoppiata in lacrime la mia unica possibilità sarebbe svanita. Sarei passata per la debole che per solo un commento inutile scoppia in lacrime, e non potevo quello, non era il mio obbiettivo.

-Ei mi dispiace tanto non volevo causarti dei problemi con loro.-

-Non è quello il punto il punto è che non mi interessa come pensavi che mi sarei comportata al tuo ritorno. Non ho amici qui per ora quindi cerco di tenermeli stretti quando li trovo. Così mi comporto di conseguenza e ti stavo aspettando. Ma il punto non è questo, voglio cambiare tutto voglio stravolgere le regole che credono di aver stabilito loro e invece non sanno che non c'è nessuna regola. Io non voglio più essere una invisibile e sai che ti dico: mi hai fatto un favore ora non sono l'invisibile sono quella che fissa il vuoto.- mi interruppi, vagai con lo sguardo tra i sedili e poi continuai..

-Sono già stata notata da tutti, tutti sanno chi sono ora tocca a me far cambiare tutto e diventare solo Chloe e nessun altro.- dissi quelle parole convintissima di quello che facevo. E gli sorrisi fiera del mio sorriso e di quello che ero. Sorriso che venne ricambiato.

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