Redemption | Jason McCann

By Justins_stories

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Tutti possiamo essere spregevoli. Ognuno di noi porta con sé un crimine commesso o un crimine che l'anima gli... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
TRAILER
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Epilogo

Capitolo 20

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By Justins_stories

Sienna era preoccupata.
Non sapeva più nulla di Jason dal giorno del suo licenziamento, quindi da tre fottutissimi giorni.
Lui l'aveva salutata con un veloce bacio sulla guancia e una pacca sulla spalla, dicendole che si sarebbero visti presto.

Sì, ma presto quanto?

Lei gli aveva mandato un messaggio quella sera stessa, per sapere cosa avesse intenzione di fare ora che era rimasto senza lavoro.
Più che altro, la sua preoccupazione era che il biondo ricadesse nella trappola di quel Tom, al quale, se ne fosse stata capace, avrebbe volentieri rotto l'osso del collo.

Jason però non aveva risposto, anzi l'aveva completamente ignorata. Inizialmente si sentì un po' offesa -si erano pur sempre baciati, e peggio, erano andati a letto insieme-, ma poi pensò che, forse, il ragazzo sentiva solo il bisogno di starsene per qualche tempo da solo, a riflettere sul da farsi.

Non ne poteva più di aspettare che il ragazzo le inviasse qualche segnale, e soprattutto, non ne poteva più di fare avanti e indietro dal magazzino dove teneva la sua borsa per controllare sul suo cellullare se lui le avesse finalmente scritto, inventandosi ogni volta, con i colleghi, una scusa sempre più idiota per la quale abbandonava il bancone o il servizio ai tavoli.

Quindi, stanca, una volta finito il suo turno, prese le sue cose e uscì di gran spinta dal locale pieno di gente.

<<Hai fretta stasera?>>
Ci mancava anche Chase adesso.
Era arrabbiata con lui perchè era colpa sua se Jason non era più lì con loro, con lei, adesso.
Era colpa sua e della sua fissazione per lei, se, ora come ora, non aveva più notizie del biondo.
Tuttavia, non glielo fece notare. In fin dei conti, Chase aveva fatto ciò che chiunque altro avrebbe fatto udendo la loro conversazione.

<<Sono piuttosto stanca Chase, tutto qua>> rispose accennando un sorriso poco convinto.
Il ragazzo annuì e le sorrise a sua volta, <<A domani allora, risposati>> disse prima di tornare al suo lavoro e lasciarla, così, finalmente libera di andare.

Il suo vero intento, infatti, era quello di andare a casa di Jason. Forse, una volta davanti ai suoi occhi, lui le avrebbe dato le spiegazioni di cui necessitava.

***

Il quartiere in cui era situato il piccolo appartamento nel quale, solo pochi giorni prima, avevano consumato il loro primo -e sperava non ultimo- rapporto sessuale, era immerso nel silenzio della notte.
Poche luci filtravano da sotto le tapparelle abbassate, per il resto... buio totale, tanto che dovette lei stessa trovare un'illuminazione alternativa utilizzando la torcia del suo cellulare, vista la mancanza di lampioni in quella via.

Una volta giunta davanti al portone, suonò il campanello con su scritto Smith, cognome dell'altro ex galotto.

<<Piccola sei in ritardo, ti aspettavo un'ora fa. Dove cazzo sei stata?>>

Okay, quella non era affatto la voce di Jason.
Un po' titubante se presentarsi o tornare immediatamente a casa, Sienna decise di tentare.

<<Ehm, scusami, in verità cercavo Jason. Sono una sua collega, cioè... ex collega>>

Silenzio.
Dopo qualche secondo, la voce tornò a parlare.

<<Jason non è in casa>> rispose freddamente.
E allora dove diavolo era?
<<Oh, capisco. Sai dirmi dov'è?>> domandò, tentando ulteriormente di cavarne qualche informazione in più.
<<Nah, non lo vedo da due giorni. Sarà con qualche puttana qua e là>>

Interessante.

Sienna scosse la testa, poi ringraziò prima di tornare alla sua auto posta qualche metro più indietro.

***

Jason la stava aspettando da un pezzo. Sapeva che non avrebbe finito il turno prima delle 22.00, ma erano già le 23.40 e stava iniziando a preoccuparsi.
Che le fosse successo qualcosa?

Si alzò dal muretto con l'intento di andarsene, quando due fari illuminarono la via, e così, anche la sua figura.
Si portò una mano sugli occhi per non essere accecato e attese che il motore si spegnesse prima di abbassarla di nuovo.

<<Jason!>>
La rossa quasi urlò il suo nome, e il ragazzo non se ne stupì affatto. Doveva essere piuttosto alterata.
<<Che fine avevi fatto, si può sapere?Sono stata anche a casa tua e il tuo amico mi ha detto che non ti vede da due giorni!>> sentenziò avvicinandosi a lui sempre di più, fino ad arrivargli ad un palmo di naso.

Era davvero stata a casa sua? E aveva parlato con Carl?
Un pizzico di gelosia gli parvase la schiena, tanto che, senza nemmeno accorgersene, serrò le mani in due pugni duri.

<<Cosa ti ha detto? Ti ha fatto salire?>> chiese lui di rimando ignorando la domanda fatta da lei un attimo prima.
Sienna incrociò le braccia al petto. <<No>>, disse, <<sono rimasta fuori. Abbiamo parlato dal citofono e, come ti ho detto, mi ha riferito che non ha tue notizie da due giorni e che...>>

Quell'interruzione non gli piacque per niente.
<<Che, cosa? Cos'altro ti ha detto?>>
<<Che forse eri con qualche puttana>>

Carl. Quando avrebbe fatto ritorno alla topaia l'avrebbe riempito di schiaffi.

<<È così?>>
Davvero glielo stava chiedendo?
<<No, certo che no, Sienna>> giurò guardandola dritto negli occhi e posando una mano sulla sua guancia rosea.
Gli occhi dorati della ragazza si incatenarono ai suoi e quando si sporse per baciarle le labbra che tanto gli erano mancate in quei giorni, lei si allontanò lasciandolo a bocca asciutta.

<<Dove sei stato Jason? Ero preoccupata per te>>

Quella confidenza gli scaldò il cuore. Era felice di sapere che tra loro non era cambiato nulla, nonostante lui l'avesse ignorata.

Jason pensò bene a cosa dirle, ma poi optò per la verità.
<<Sono stato in giro. Avevo bisogno di pensare>> mormorò inumidendosi le labbra e guardando altrove.

Possibile che fosse in imbarazzo a parlarne?

<<E dove hai dormito? Potevi almeno dirmi che stavi bene>> continuò lei, abbracciandolo successivamente.

Lui la strinse forte al suo petto. Gli era mancata tanto, quasi come ad un nuotatore manca l'aria alla decima bracciata con la testa sott'acqua.
<<Sto bene Sienna, davvero. Volevo solo stare un po' da solo, tutto qua>> rispose guardandola poi nelle pupille dilatate per via dell'oscurità.
<<Quello che è successo al locale, mi ha spaventato. Credevo che Alan mi rispedisse in prigione e il solo pensiero..>>, non finì la frase, ma passò oltre per non ricordare, <<e la storia di Tom... Insomma, adesso sono qui. Non andrò più via da te>>

La rossa quasi non si sciolse per l'ultima frase. Era bello sentirsi dire quelle cose da lui. Nonostante lei fosse stata la prima ad abbandonarlo qualche giorno prima, lui aveva deciso di tornare da lei, e per questo gli era davvero grata.
<<Jason, io ancora volevo scusarmi per l'altra mattina, quando... ecco, quando non mi hai trovato accanto a te. Sono stata una stupida..>>
<<Shh, shh..>> la interruppe posandogli il dito indice sulle labbra, le loro fronti attaccate l'una all'altra. <<È tutto okay, lo capisco. Sono un tipo poco raccomandabile, è vero, ma non ti farei mai del male, questo lo sai, no?>>

Per tutta risposta, Sienna gli afferrò la maglietta e lo attirò verso di sè, prima di posare dolcemente le labbra alle sue e dare vita ad un bacio che, di lì a poco, sarebbe diventato qualcosa di molto più profondo.

***
I loro corpi nudi, erano posti l'uno accanto all'altra sotto al soffice lenzuolo di seta lilla che ricopriva il letto della giovane.
Si guardavano intensamente, come due amanti che non si incontrano da tanto, troppo tempo, e non vedono l'ora di amarsi di nuovo.

Così loro due.

Il biondo le accarezzava con estrema lentezza il fianco morbido, mentre lei, dal canto suo, continuava a baciare quelle labbra carnose dalle quali mai avrebbe voluto separarsi.
<<Mi sei mancata>> sussurrò Jason una volta ripreso il fiato.
<<Anche tu mi sei mancato. Per un attimo ho pensato che avessi lasciato la città e non ti avrei mai più rivisto>> rispose Sienna appoggiando la punta del naso alla sua.
<<Scordatelo. Non ti libererai di me così facilmente>>
Quella frase, fece sorridere la ragazza che in un battibaleno allungò le braccia dietro al collo del biondo e lo tirò sul suo corpo.

Divaricò le gambe e il contatto con il membro eretto di lui, la fece rabbrividire.
Con una sensualità da togliere il fiato, si avvicinò al suo orecchio, lo leccò e lo morse, prima di sussurrare <<Possiedimi>>, cosa che Jason non si fece di certo ripetere.

Quella parola, gli aveva dato la carica, tant'è che quando entrò in lei, iniziò a muoversi così lentamente da farla impazzire.
Sienna, infatti, voleva sempre di più, voleva che andasse più veloce, perchè quel ritmo agiato e tremendamente sexy allo stesso tempo, la stava facendo uscire di testa. Ma le piaceva, tanto che inarcò la schiena sotto il peso del ragazzo e strinse tra le mani il lenzuolo di seta, che nel frattempo aveva scoperto le loro nudità, prima celate.

<<Ja - Jason...>> ansimò con tutto il piacere nella voce.
Quando sollevò la testa, bassa per poterle guardare meglio seno, pancia e tutto il resto, il biondo si accorse che lo sguardo della ragazza era rivolto ad uno solo dei suoi occhi. Quello sinistro, quello della cicatrice.
Non disse nulla, perchè ancora prima che potesse parlare, Sienna affondò le mani nei suoi capelli sudati, e con le labbra gli baciò quel segno che per anni si era portato appresso come un marchio di guerra.

Quel gesto gli fece vibrare anche l'anima.
Nessuna ragazza lo aveva mai fatto sentire così libero, così amato e soprattutto così vivo.

Con quel pensiero in testa, raggiunse l'apice del piacere poco prima che lo facesse anche lei.

Una volta tornato accanto a lei, le accarezzò il viso.
<<Stupendo. È stato stupendo>> sussurrò la rossa, appoggiando la testa fulva alla sua spalla.
<<È vero>> rispose lui di rimando stringendola in un tenero abbraccio.

Ci vollero solo pochi secondi perchè entrambi cadessero tra le braccia di Morfeo.

***
Era ancora buio pesto, quando un suono assillante e fastidioso, svegliò il biondo dai suoi sogni.
Si sfregò gli occhi e cercò, tastando sul comodino accanto a sè, il suo cellulare.

<<Pronto?>>
Non si curò nemmeno di vedere chi fosse quel coglione che aveva osato distrubarlo in piena notte.
<<Immagino tu non sia sorpreso di ricevere una mia telefonata>>

Sentendo quella voce, Jason si mise seduto, lo sguardo preoccupato.
<<Samuel. Cosa vuoi? I soldi te li ho già dati>> sussurrò.
Sentì una risata dall'altro capo e la cosa lo fece imbestialire.
<<Oh no, McCann, quella era solo la prima parte. Voglio altri ventimila dollari, e li voglio in un tempo piuttosto breve, altrimenti la bella ragazza con cui te la stai facendo rischierà grosso>>

No, no, non poteva mettere in mezzo Sienna in tutta quella merda.
La guardò. Dormiva beatamente accanto a lui, tanto da sembrare un angelo.
Non avrebbe permesso a nessuno di torcerle un solo capello.

<<Lei non c'entra niente. Lasciala fuori da tutto questo!>> esclamò alzandosi in piedi e dirigendosi in cucina per non svegliarla.
<<Qualcosa mi dice che sei innamorato, eh McCann? Bene, questo dovrebbe spronarti a fare quello che ti ho detto, altrimenti...>>

Con quell'avvertimento cadde la linea e Jason rimase avvolto nell'oscurità con mille preoccupazioni nella testa.

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