Kidnapped [J.B]

De ky_gglovely

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KIDNAPPED- RAPITA Hazel Van Metre, origini francesi, venne rapita all'età di sei anni ad una gita con alcuni... Mais

Prologo.
1. Vacanza.
2. La strana botola.
3. Lei.
4. Hazel Van Mêtre.
5. Frappuccino.
6. Devo stare qui.
7. Dovete credermi.
8. Arachidi.
9. Pupa.
10.Devi parlare.
11. Voglia di essere libera.
12.Portatemi fuori.
13. Ragazza libera
14. Risate
16.Lui
.
17. L'udienza
18. Ti amo
19. Ally
20. Odio
21. Palla di neve
22.Ally se ne va
23. Crisi
24. Fuga
Il cielo nei tuoi occhi d'ebano
25. Medusa
26. Non mi ami
Problemi di tastiera
27. Una nuova casa
28. Lacrime
29. Si torna a casa
30. Matrimonio
31. Chi è Hazel?
32.Non siamo oggetti

15.Doccia

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De ky_gglovely

Kidnapped.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

-No.- Hazel infilò la mano in bocca rifiutando l'abbraccio di Cam, ancora offesa per quanto successo un'ora prima.

-Non ti faccio più le punture, scusami. Però vieni qui.- Tentò di afferrarla di nuovo, ma lei fu più veloce nello sfuggirgli, gattonando fino ad arrivare sotto il letto.

-Vai via!-

-Almeno esci fuori dal letto, Justin sta arrivando, non gli piacerà vederti lì sotto.- Tentò di usare la scusa 'justin' sperando che così lo avrebbe ascoltato.

-Esco se tu vai via.- Ribattè rannicchiandosi su sé stessa, Cam le aveva detto una bugia e quando si era voltata gli aveva infilato un ago nel braccio, spaventandola a morte per il gesto improvviso. Non si era nemmeno scusato inizialmente, rideva e basta.

-Ti ho già detto che mi dispiace, non dirò più che le fate esistono e sono sopra la tua testa, perdonami.- Provò anche con il broncio, ma nulla sembrava farle cambiare idea.

-Brutto bugiardo.- Borbottò uscendo dal suo nascondiglio per andare ad affacciarsi alla grande finestra, uno dei suoi passatempi preferiti era osservare, quindi cosa non era meglio del paesaggio di città? Amava immaginare la storia che si calava dietro ogni persona, provava a indovinare  il nome di alcuni oggetti mai visti e cercava di capire dove fosse finito Barney, qual'era la prigione? Da li si vedeva?

-Okay me ne vado solo perchè ho da fare, torno più tardi.- Lasciò la porta socchiusa per permettere agli infermieri di controllarla da fuori, non era sempre sicuro lasciarla completamente da sola, soprattutto quando se la prendeva così tanto per delle stupide cose. Tutti quelli che avevano passato almeno un giorno con lei erano a conoscenza della sua forte permalosità.

-Uno se né andato e l'altro è arrivato, chi dà un grosso abbraccio al bellissimo Ryan?- Sorrise apertamente, saltellando felice verso di lei.-Ti ho portato un regalo.- Allungò il pacco coperto di carta velina rosa verso di lei, osservandola mentre lo scrutava curiosa.
-Cos'è?- Domandò riportando lo sguardo sul ragazzo di fronte a lei.

-Aprilo.-

-Uhm....- Il giorno prima le aveva portato un pacco regalo simile e appena lo aveva aperto era uscita una molla con un pagliaccio orribile al di sopra.
-No, aprilo tu.- Glielo riconsegnò, bagnandosi le labbra con la saliva

-Ma perchè non ti fidi mai di me? Io ti adoro.- Scartò il suo stesso pacco, dimostrandogli che all'interno c'era solo una trousse di trucchi nuova.-Ti piace?-

Hazel aggrottò la fronte, inclinando la testa verso destra confusa.-Cos'è?-

-Per truccarsi, ne abbiamo parlato l'altra volta ricordi? Quelle donne in televisione con i colori in faccia, mi sembrava ti affascinassero quindi ti ho comprato questa.-

-Grazie.- Sorrise leggermente, sporgendosi per abbracciarlo.-Ci trucchiamo?-

-Ci? Io non mi trucco, non so nemmeno perché esistono così tanti colori. A te quale piace?- Erano almeno sessantaquattro gli ombretti di colori differenti, uniti ai lucidalabbra e il resto.

-Questo.- Indicò il color bordeaux, prendendone un po' da mettere sulle labbra. -Vuoi?- Si sporse per mettergli il lucidalabbra, tuttavia Ryan si spostò, alzando gli occhi al cielo.

-No, queste cose se le mettono le femmine brutte come te.- Ridacchiò, pizzicandole il fianco sinistro.

Sgranò gli occhi a quella affermazione, colpendolo sul naso con forza.
-Stupido!-

-Non sono stupido, vieni qui.- La strinse in un abbraccio, stampandole un bacio sulla nuca.-Perché non fai un selfie con me?-

-No.- Rispose nonostante non sapesse cosa fosse.-No voglio.-

-E dai, la foto a Justin gliel'hai lasciata fare, fanne una con me.- La supplicò incurvando dolcemente le labbra in maniera tale da intenerirla.

-No, no faccio foto.- Voltò il viso per non guardarlo, incrociando le braccia al petto.

-Perchè? Sei così carina, da quando te li lavo io i tuoi capelli sono fantastici, hai degli occhi bellissimi, un nasino adorabile e delle fantastiche labbra. Ti mancano solo le tette.- Hazel arrossì, appoggiando la testa sul suo petto.-Lui faceva le foto a me quando io non volevo. Dice che sono bella.- Sbagliò il tempo verbale di proposito, chiudendo gli occhi mentre continuava a raccontare.-Le foto le teneva nel suo posto segreto, diceva che andava a vederle quando gli mancavo tanto.-

Justin, che si era assentato per andare a prendere dei documenti importanti a casa, tornò in quell'ora nella stanza di Hazel e nel capire quanto fosse serio il discorso tra lei e l'amico rimase in silenzio in disparte ad ascoltare.

-Una volta lo ha detto a me di fare una foto. Io gli ho tirato quella cosa in testa arrabbiata perché no volevo farlo, poi non ha più fatto foto.-

Non aveva ben compreso il senso della sua storia, solo una cosa gli era rimasta in mente.-Quindi lui a volte faceva quello che gli dicevi di fare giusto?- Se aveva smesso di farle foto perché lei se l'era presa arrivando a colpirlo in testa con la macchina fotografica significava qualcosa no?

-Oh...sì, dovevo solo convincerlo hai capito?- Aprì gli occhi, guardandolo.

-Sì.- Mormorò totalmente preso da quel bellissimo sguardo.-Sapevi come prenderlo.- Realizzò sorpreso. Aveva sempre immaginato Hazel come sottomessa a tutto senza alcun tipo di potere nella relazione sadica in cui era stata introdotta, invece poteva dire di aver sbagliato la maggior parte delle cose.

-Però senza esagerare, se lo facevo lui lo capiva.-

-Gli hai mai chiesto di lasciarti andare?- La spostò meglio sopra di lui, in maniera tale da avere il suo petto di fronte al viso.-Non voglio guardarti le tettine, ma sei più carina vista dal basso.- L'avvertì con un sorriso dipinto sul viso tanto per sdrammatizzare un po'.

-Quando ero piccola sì, dopo no. Mi portava sul giardino dietro la casa alcune volte.-

-Allora come mai mi sembri sorpresa anche solo nel vedere un fiore?-

-No lo so, c'era il tempo, potevo stare fuori fino a quando trillava la sveglia.- In maniera tale da potersi distrarre un pochino iniziò a segnare il contorno del piccolo tatuaggio di Ryan posto sulla base del collo, rappresentava un Ancora.

-Non vedo rancore o rabbia verso Barney quando me lo racconti, perché?- Anche Justin voleva chiederglielo da più tempo, ma non ne aveva mai avuto il coraggio.

-Io smesso di arrabbiarmi con lui da tanto tempo.-

-Quindi nemmeno adesso che hai realizzato cosa ti ha tolto sei arrabbiata con lui!?-

-No. Lui voleva solo aiutarmi.- La sua psiche oramai era andata, ogni meccanismo di difesa creato per proteggerla da quell'oscura realtà aveva portato dei gravi problemi psicologici in lei. Ad ogni abuso -fisico e psicologico che fosse- conseguivano la dissociazione e la rimozione, la mente in questo modo cerca di sganciarsi dal ricordo traumatico insostenibile creando una barriera tra ciò che è accaduto e le implicazioni emotive o cancellando letteralmente l'episodio dalla memoria.-Lo diceva sempre.- Sussurrò con gli occhi puntati su una struttura grigia fuori dalla finestra.

-Hazel... non ti ha aiutata.- La psicologa lo aveva detto che il trauma dell'abuso di sicuro le aveva innescato una serie di meccanismi di difesa estremi della mente che portano purtroppo, seppure con lo scopo di proteggere la persona da un crollo, alla formazione di sistemi difettosi e patologie che probabilmente non sarebbero comparsi.

-Sì, io ero da sola e...e...lui.- Impallidì, facendo più respiri alla volta.
-Mi..mi...ha salvata.-

-No non ti ha salvata, ti ha rapita e ha ab...-

-Ryan smettila, non vedi che sta per avere un attacco di panico? Hazel vieni qui.- Cercò di sorridere per rassicurarla, portando le mani sotto le sue ascelle per tirarla su e prenderla in braccio.-Finirete il discorso più avanti, adesso Hazel vuole fare il bagno no?- Lei non rispose, nascondendo il viso nella sua camicia a quadri rossi e neri. Barney voleva solo allontanarla da una brutta vita, solo se lei si rifiutava di fare qualcosa diventava cattivo e la puniva.
Era colpa sua.
Justin portò la mano tra i suoi capelli, notando quanto riuscisse a rilassarla; nel frattempo camminò verso il bagno, aprendo la porta col piede destro.
-Hazel?- La fece sedere sul seggiolino con i bracciali posto di proposito sotto il soffione della doccia.

-Piccolina?- Mormorò stringendo la sua mao.-Stai bene?-

-Sì.- Distolse lo sguardo dal ragazzo inginocchiato davanti a lei, osservando invece il bianco acceso delle pareti del bagno. Ryan le aveva sempre detto che era un bagno fatto apposta per disabili, tuttavia non aveva ricevuto risposta su chi fossero i disabili.-Tu stai bene?- Mise le dita in bocca dopo aver posto la domanda, sbattendo più volte le palpebre.

-Sei tu quella che stava avendo un attacco di panico tesoro.- Alzò gli occhi al cielo adagiando i gomiti sulle sue ginocchia, dopodiché si tenne la testa con le mani sorridendo ancor più di prima.-Ti lascio così fai la doccia?-

-No, resta qui, tanto ho questo.- Alzò il suo indumento, mostrandogli il top nero adatto a coprirgli l'orribile cicatrice.-Aiuti me a fare la doccia!-

-Non voglio aiutarti a fare la doccia, hai un infermiera personale per questo, vado a chiamarla...-

-No! Hai detto a Lyan che dovevo fare bagno e adesso me lo fai fare!- Si ingarbugliò con le parole, provando a far capire la sua 'r'.

-Okay va bene, però non urlare cretina!-

-Vieni qui.- Riuscì ad afferrarlo fino a portarlo tra le sue braccia per stringerlo forte.

-Non respiro!- Ridacchiò, ricambiando comunque quel forte abbraccio, ignorandone il motivo.

-E adesso aiutami, toglimi i pantaloni.- Lasciò fare tutto a Justin, notando tutta la sua esitazione non appena rimase con addosso il top e le mutandine. Per non pensarci troppo prese tempo nel legarle i capelli, infilandoli sotto una cuffia per la doccia a forma di cupcake.

-Te l'ha regalata Ryan non è vero?- Domandò riferendosi a quest'ultima.

-Sì.- Abbassò lo sguardo, decidendo di rimuovere anche le mutande, sentendosi più a suo agio così.

-Mio dio Hazel.- Il ragazzo arrossì decidendo di non abbassare più lo sguardo, sbrigandosi ad aprire l'acqua calda in contemporanea a quella fredda così da farle fare la doccia in tempo record.

-Cosa?- Posò le mani sulle sue natiche coperte dai pantaloni per spingerlo maggiormente verso di lei, finendo con l'avere il cavallo dei jeans contro il naso.-Perchè non fai bagno con me?- Desiderava vederlo, era come suo padre lì sotto? Sapeva di star osando troppo, ma dentro di sé era consapevole che Justin non le avrebbe mai fatto nulla, soprattutto contro la sua volontà.

-I...io, oddio, non posso fare la doccia con te.- Provò a fare un passo indietro, inutilmente. Hazel lo stava tenendo stretto.

-Perchè no?- Schiuse le labbra dispiaciuta, spalancando gli occhi senza smettere di guardarlo.

A quella vista il battito del cuore di Justin accelerò, provocandogli una fitta al petto. L'acqua continuava a scorrere bagnandole la pelle scoperta sino a renderla lucida, apparentemente fresca e scivolosa. Per quanto potesse apparire innocente quella ragazzina sapeva come prenderlo, fu per quel motivo che decise di abbassarsi al suo livello e avvicinare il viso al suo, facendo sfiorare le loro umide labbra.

Autrice:
Ho deciso di aggiornare più frequentemente ma scrivendo meno pagine Word, altrimenti farei un ritardo estremo! Grazie per i commenti e le visualizzazioni ☺️
Avete visto che bella la mia protagonista ?🙈
Ps. La parte dove spiego come funziona la mente di Hazel l'ho presa dal mio libro di psicologia, spero l'abbiate capita.

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