11. Voglia di essere libera.

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Kidnapped.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

-Uno più uno? No lo so!- Hazel sgranchì le gambe, provando a muovere le caviglie, sentendo subito una fortissima fitta, quei segni rossi così accentuati se ne sarebbero mai andati? L'unica cicatrice di cui si vergognava profondamente era quella posta sotto il suo seno destro, la peggior punizione tra tutte.

Nessuno poteva vederla, altrimenti chissà cosa avrebbero pensato... rabbrividì al ricordo, cercando di scacciarlo stringendo le palpebre così forte da fare male. Non voleva che quelle immagini le si mostrassero nella mente, tuttavia era più forte di lei, non sarebbe mai riuscita a dimenticare.
-Ti prego Hazel, fa qualche sforzo, so che sai quanto fa.- Justin sbuffò, inarcando le sopracciglia nel vederla stringere così tanto le palpebre.-Ma stai bene?- Inclinò la testa, allungando la mano verso di lei così da poterle passare le mani tra i capelli. Prima di vedere l'avvocato aveva deciso di portarla a fare un po' di matematica nella sala dei giochi, ma non aveva funzionato, Hazel era agitata più del solito quella mattina, non smetteva di muovere braccia o gambe.

-Hazel?- Spostò i fogli ed alcuni libri posti sul tappeto rosa così da potersi avvicinare maggiormente.-Che hai?-

-Fa due, giusto?- Spalancò gli occhi, scuotendo la testa così da potersi riprendere da quello strano stato di trance. Un panino ed un altro panino facevano due panini, sì, ne era sicura.

Il biondo annuì, evitando di parlare di quel che era successo attimi prima, pareva quasi persa in se stessa.-Giustissimo, ti meriti quel bel frappuccino che ti ho promesso.- Necessitava di vederla felice anche se solo per qualche minuto.

I suoi occhioni verdi si illuminarono al sol pensiero di uscire da lì, non era ancora successo a causa delle visite e tutto il resto.-Andrò fuori di qui! Sì!- Iniziò a battere le mani felice, immaginando già la scena.-Ci sarà anche Ryan? E Cam?-

-No, no, penso di non essermi spiegato bene. Ti meriti un frappuccino non significa che usciremo da questo ospedale.- Precisò evitando di far notare il grande tono di delusione nella sua voce, l'avrebbe fatta uscire solo quando i medici lo avrebbero permesso.

-Allora no lo voglio.- Abbassò lo sguardo, passandosi la mano tra i capelli fino a fermarsi per tirarli, la faceva stare bene delle volte.-Dobbiamo ancora fare matematica?- Chiese con tono sofferente, si era stancata già dopo mezz'ora di tutte quelle regole, insomma, a cosa le sarebbe servito? Forse per contare i soldini come facevano Justin o Ryan quando desiderava da mangiare alle macchinette.

-No...se vuoi smettere smettiamo, possiamo continuare sta sera, sì?- Propose afferrando la sua mano destra per accarezzarla delicatamente.-Sai, non torno a casa da quando sei qui, lo so che è brutto non poter uscire ma....-

-Tu puoi uscire Justin, io no, mi sembra di essere tornata indietro.- Ammise gattonando verso di lui in maniera tale da rifugiarsi tra le sue braccia e lui sospirò abbracciandola così forte quasi da farle male.

-Non sei tornata indietro, in meno di un mese sarai fuori da qui, insieme a me e Ryan, okay?- Non era neanche sicuro di quello che stava dicendo, ma pur di rassicurarla avrebbe mentito, infondo lo faceva per lei, per farla star meglio psicologicamente.

-Non dirmi le bugie Justin, non mi piacciono.- Si strinse di più al suo corpo, portando le piccole mani sotto la grande felpa che indossava il ragazzo, sorridendo lievemente nel sentire il battito del cuore sotto il palmo della sua mano.-Il tuo cuore fa bum bum, lo sai?- Spostò la mano più a sinistra, sentendosi sempre più a suo agio, aveva capito che Justin non le avrebbe mai fatto nulla di male, anzi, sembrava contento ogni volta che lo era pure lei.

Kidnapped [J.B]Where stories live. Discover now