-Ehi Mark!- urla un ragazzo dai capelli marroni avvicinandosi a noi.
-Paolo!- esclama lui battendogli poi il cinque.
-Quanto mi era mancata la mia Italia!- esclamo alzando gli occhi al cielo.
-Finalmente siete arrivati! Pensavo avessi cambiato idea!- esclama il ragazzo sorridendo, eh si, è proprio quel Paolo.
-Io mantengo sempre le promesse!- risponde Mark. -Ti presento Manuela Rossi e sua madre Mia Lampino (A: non ridete, è un 'cognome' inventato sul momento xD).- continua lui.
-Piacere.- dice sorridendomi per poi porgere la mano ad entrambe.
-Piacere mio. Paolo, giusto?- chiede mia madre leggermente fredda, cosa prevedibile.
-Si, esatto...- dice.
-Bene, che ne dite se ci dirigiamo all'Hotel visto che ho una fame esagerata?- chiede Mark, come al solito tra l'altro.
-Non è una novità.- dico io ironicamente.
-All'Hotel? Non se ne parla nemmeno! Ho una casa bella grande con due stanze per gli ospiti, verrete lì!- esclama Paolo.
-Neanche per sogno! Non vogliamo recare disturbo a te ed alla tua famiglia.- dico io.
-Esatto, non preoccuparti Paolo, in hotel staremo più che bene.- continua Mark.
-Non recate alcun disturbo e poi mio padre è fuori per lavoro e tornerà domani sera.- dice lui.
-Meglio di no... E poi c'è tua madre, non voglio che si senta "invasa" in casa sua.- dico io. Il padre di Paolo potrebbe essere anche il mio, e mia madre rivivrebbe quei momenti di quando quell'uomo l'ha lasciata, ed io non voglio! Poi c'è anche sua madre...
-Mia madre non c'è, quindi vi ripeto che non date alcun disturbo, e poi gli Hotel in questo periodo sono molto affollati, è una perdita di tempo andarci.- continua l'italiano.
Sua madre...
-Comunque credo non si...- cerco di dire, ma continua al mio posto mia madre.
-Va bene, ma ce ne andremo il prima possibile.- dice mia madre seria.
-Cosa?- le chiedo guardandola. Sembra determinata, in effetti in questo modo sarà più facile capire se Paolo e suo padre sono le persone che stiamo cercando: domani sera sapremo la verità.
-Per me non ci sono problemi, possiamo andare anche sotto un ponte, l'importante è andare a pranzare.- dice Mark.
-A volte sei peggio di Jack.- dico io divertita.
-È colpa del mio stomaco!- esclama.
-Venite, così finalmente Jack numero due mangerà.- dice Paolo ridendo sotto i baffi che non ha.
Lo seguiamo e arriviamo a casa sua. È una villetta, ne troppo grande ne troppo piccola, con quattro stanze: una è di Paolo, una di suo padre, e le altre due sono per gli ospiti. È moderna e molto accogliente.
Come previsto andiamo a pranzare, e a cucinare è mia madre.
-Buon appetito!- esclama Mark con gli occhi che brillano, per poi iniziare a mangiare tutto nel suo modo """ bello""".
-Buon appetito eh...- dico io osservandolo: è così buffo quando mangia, ma anche così carino! Vorrei ritornare ai vecchi tempi, entrambi felici...
-Perché mi guardi?- chiede con la bocca piena.
-Ehm... Ecco... Perché, perché... Perché sei buffo!- dico imbarazzata...
Paolo si avvicina all'improvviso all'orecchio di Mark e gli sussurra qualcosa: è diventato rosso, perché?
-Cosa vi state dicendo voi due?- chiede mamma.
-NIENTE, ASSOLUTAMENTE NIENTE.- dice Mark tappando la bocca al Bianchi.
-Se lo dici tu.- dico ridendo.
-Cambiando discorso, posso sapere cosa vi ha portati a fare un viaggio così lungo?- chiede Paolo facendomi sobbalzare. E ora cosa gli dico?
-È una storia lunga...- dico cercando un aiuto dalle altre due persone che sono sedute.
-Ed io c'entro qualcosa? Quando Mark mi ha chiamato mi ha detto che al vostro arrivo avrei dovuto scoprire qualcosa di importante, che mi riguardava.- dice. Un giorno di questi compro del cemento e lo metto sulla bocca di quello stupido portiere! Lo guardo male, adesso deve risolvere lui. Ancora non è il momento di dire tutto a Paolo.
-Si, però non ho mai detto che te l'avrei raccontata subito, quindi devi attendere, mi dispiace.- dice Mark. Si è salvato.
-Quanto devo attendere?- chiede in preda alla curiosità.
-Circa 24 ore, ora non se ne parli più.- dice mia madre.
-Va bene, aspetterò.- continua Paolo deluso.
La giornata passa, e quando ormai è notte fonda e le valigie sono sistemate, andiamo tutti a dormire. In entrambe le camere ci sono due letti, e come volevasi dimostrare, mia madre mi fa dormire con lei.
Ormai sono le 2:10, ed io non riesco a dormire. Mi alzo facendo meno rumore possibile ed esco fuori in giardino.
Mi sdraio sul prato ed inizio a guardare le stelle. Il cielo Italiano raramente è popolato da tante stelle, ma questa sera in particolare ce ne sono davvero tantissime.
-Le stelle non devono per forza brillare, devono semplicemente far sentire speciale chi le guarda...- dico.
-Hai proprio ragione.- dice una voce: Paolo.
-Sei tu...- dico sedendomi.
-Perché? Volevi che venisse qualcun altro? Tipo Mark...- dice ghignando. Arrosisco, ma i fattacci suoi?!
-Ma sei idiota o cosa!? È che non mi aspettavo venisse qualcuno...- dico imbarazzata.
Si avvicina e si siede accanto a me, per poi sdraiarsi. Lo seguo a ruota e ci ritroviamo sdraiati uno accanto all'altro...
-Quella frase me la diceva sempre mia nonna, prima di andare a dormire...- dico cambiando discorso.
-Perché ne parli così tristemente, nostalgica, le è successo qualcosa?- mi chiede...
-Due anni fa se ne andò, ma lei mi guarda sempre, perché lei è una di quelle stelle. Adora brillare, ma preferisce far sentire speciale chi la guarda, e con me funziona sempre.- dico sorridendo lievemente.
-Un giorno tutti ci lasceranno, e noi lasceremo loro.- dice Paolo guardando intensamente le stelle. Si gira verso di me di colpo. -Perché sento che c'è qualcosa che mi lega a te? Ci conosciamo da una giornata, eppure è come se ti conoscessi da tempo.- continua sorprendendomi.
-Questa è una conferma per me... Domani sera avrai una risposta a questa domanda.- dico. In effetti anche a me capita ciò che mi ha detto, e spero sia veramente mio fratello, mi sono affezionata a lui pur conoscendolo così poco.
-Domani sera...- ripete lui.
-Posso farti una domanda?- chiedo.
-L'hai già fatta.- continua lui ironicamente.
-Lo prendo come un si. Cosa intendevi dire oggi con:"mia madre non c'è"?- dico.
Impallidisce, forse ho toccato un discorso della sua vita che non avrebbe mai voluto tirare fuori.
-Lei... Lei ha...- cerca di iniziare.
-Se non vuoi raccontare, non ci sono problemi...- dico.
-Tranquilla. Quando avevo 7 anni, lei... Tradì mio padre con un altro e una volta scoperto tutto, mio padre decise di lasciarla, e da allora non la vidi più. Papà mi disse che era partita per un lungo viaggio, ma non credetti mai a una parola.- dice, ma si ferma.
-Paolo se non vuoi...- cerco di dire.
-Invece voglio. Io a quell'età non potevo capire molto, ma anche se mio padre cercò in tutti i modi di dimenticare l'argomento, alla fine mi disse la verità: lei mi abbandonò...- continua. Ha gli occhi lucidi...
-In un certo senso io e te abbiamo la stessa storia.- dico.
-Che vuoi dire?- mi chiede.
-Mio padre, anche se non lo era, mi ha sempre odiata, o meglio dopo i miei 4 anni ha iniziato ad odiarmi. Trattava male me e mia madre ogni singolo momento, fino a lasciarci una volta per tutte.- dico.
-Io invece credo che quello che ci è successo sia completamente diverso. Io sono stato abbandonato da mia madre, dalla donna che dovrebbe amarmi più della sua vita, mentre tu...- dice.
-Quell'uomo mi ha sempre odiata. Non sono proprio uguali le storie, però stiamo la.- dico sorridendo. -Se mi ha odiata è perché ha scoperto che non ero sua figlia.- dico per poi rattristarmi.
-Ora capisco, sei qui per conoscere il tuo vero padre, vero?- chiede mettendo il suo braccio intorno al mio collo.
-Domani lo scoprirai.- ripeto divertita.
-E allora aspettiamo questo domani.- risponde lui.
Mi sto convincendo sempre di più..: è lui mio fratello.
Cialve belli! Com'è?
Sto facendo capitoli più lunghi del solito, miracolo 😛.
Ma com'è aww Paolino? 😍
Ci si rivede 😘
PS: sorratemi se ci sono degli errori, ma non ho tempo per rileggere 😅