Capitolo 29

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Lei non sa cosa mi ha detto mio "padre" prima di fare ciò che ha fatto, o almeno credo... (...)

Il giorno dopo...
Appena sveglia, mi dirigo in bagno per prepararmi. Speriamo Mark riesca a chiamare quel suo amico Paolo... Se davvero fosse come dice, allora questo Paolo diverrebbe mio fratellastro.
L'unico modo per saperlo è parlare con mia madre. Prima o poi lo dovrò fare.
Vado in cucina e la vedo seduta mentre mangia la colazione.

-Buongiorno...- dico io a testa bassa.

-Giorno.- risponde lei sorridendo.

Mi siedo ed inizio a mangiare.
-Vorrei parlare con te, di una cosa seria.- dico guardandola attentamente.

-Di tuo padre? Del fatto che non era il tuo vero padre? Va bene...- mi chiede.

-Come lo sai?- chiedo fredda.

-Quando ho parlato con la polizia, me l'hanno detto.- dice lei.

-Capisco...- rispondo.

-Che cosa vorresti sapere?- chiede.

-Tutto, ogni singolo particolare. E voglio anche sapere se hai qualche traccia di quell'Alexander. Perché è lui mio padre, non è così?- dico guardando il suo sguardo sorpreso.

-Sei proprio uguale a lui...- dice sorridendo. -Quando scoprii di essere in dolce attesa, cercai di contattarlo in tutti i modi, e ci riuscì, ma non glie lo dissi alla fine...- continua fermandosi di colpo.

-Perché?- le chiedo.

-Quando lo chiamai, a rispondermi fu una donna. Chiesi chi fosse, e mi rispose... Mi rispose dicendo che era sua... sua moglie.- dice con le lacrime agli occhi.

Mi dispiace per lei, tantissimo, però avrebbe dovuto comunque dirglielo, e non solo a lui, anche a me. Non so se la perdonerò un giorno...

-Mi dispiace, ma avresti comunque dovuto dirglielo. Hai commesso due volte lo stesso errore.- dico io leggermente fredda.

Restiamo in silenzio per qualche minuto, con lei non ho mai assunto questo comportamento, ma le ho sempre detto che odio quando mi dicono idiozie, soprattutto se a farlo è mia madre.

-Vado...- dico prendendo la cartella, aprendo poi la porta.

-Manu...- mi chiama.

Non mi giro, attendo semplicemente ciò che ha intenzione di dirmi.

-Scusami...- continua lei.

-Le scuse non servono a niente, TI RICORDO CHE MI HAI MENTITO PER QUASI 16 ANNI, TE NE RENDI CONTO?- dico urlando. Le lacrime si stanno preparando.

-Tesoro, io...- cerca di parlare lei.

-Tesoro niente!- esclamo correndo poi via. Inizio a piangere e singhiozzare.

Non guardo dove vado e colpisco qualcuno. Alzo lo sguardo e vedo Gazelle. Lo abbraccio di colpo, non ne posso più, ho bisogno di sfogarmi.
Lui ricambia senza pensarci due volte. Rimaniamo in silenzio per un po', che viene spesso interrotto dai miei singhiozzi.

-Allora, mi dici che ti è preso?- mi chiede preoccupato.

-Perché deve sempre andare tutto per il verso sbagliato? Cosa ho fatto di male?- dico piangendo ancora.

-Non hai fatto niente, ti ricordo che hai tante persone che ti vogliono bene e che ti amano così come sei. Perché dici una cosa del genere?- dice.

Come reagiresti tu se da un giorno all'altro scoprissi che tuo padre non era quello che diceva d'essere? Che tua madre ti ha mentito per tutt'una vita? Eh?- dico con voce rotta.

-Scusami, io non...- dice lui dispiaciuto.

-Non è colpa tua... Anzi sono io a chiederti scusa. Sei tranquillo per fatti tuoi e poi arrivo io all'improvviso a rompere con i miei problemi.- dico piangendo.

-Non dirlo nemmeno! Ora asciuga queste lacrime e vai a scuola, ti farà bene stare con gli amici. Vengo da te quando esci, ok?- dice lui guardandomi.

Annuisco e mi accompagna.

Il ghiacciolo è una persona fantastica, dolce e sempre presente nei momenti in cui hai bisogno d'aiuto. Può sembrare senza cuore, ma non è affatto così. Oggi ho confermato di non provare amore per lui, per me è come un fratello è rimane tale.
Gli voglio un mondo di bene e soffrirei molto se lo perdessi.

-Ci vediamo dopo.- dice sorridendo per poi andare via.
Entro nel carcere e da lontano vedo Silvia e Celia (A: piccolo appunto: in questa storia Nelly non esiste. Il fatto del nonno è stato scoperto solo da Mr. Smith.). Corro da loro e le abbraccio. Sono diventate per me delle vere e proprie amiche.

-Manu! Come stai? E perché questi occhi gonfi?- mi chiede Silvia. Cavolo, pensavo fossero coperti dal trucco!

-Bene, tranquilla. Gli occhi sono così perché... ehm... Ho un'allergia!- mi invento.

-Va bene!- risponde la blu.

Ci dirigiamo in classe dove incontriamo tutti gli altri, anche Mark. Ha detto tutto ai ragazzi del suo problema, e fortunatamente hanno reagito bene: tutti lo aiuteranno a recuperare! Adesso però voglio parlare con lui di quel Paolo.

Ricreazione...
-Mark! Vieni con me!- esclamo portandolo via dalla classe.

-Va bene, va bene, ma non tirare!- dice lui esasperato.

-Hai chiamato quel ragazzo?- chiedo curiosa.

-Si... Suo padre si chiama proprio Alexander. Tu hai parlato con tua madre?- dice con sguardo indagatorio.

-Si... Mio padre si chiama come quell'uomo, e tempo fa mia madre scoprì che aveva una moglie, quindi probabilmente Paolo è loro figlio. Ma che cosa gli hai detto? E alla fine partiamo o no per l'Italia?- chiedo ansiosa.

-Una domanda alla volta... Gli ho detto che avevo una notizia importante da dirgli, ma che non è una cosa da dire al telefono: partiremo sabato prossimo.- dice.

-Hai tutto per l'aereo? Passaporti, biglietti...- dico.

Annuisce. Tra due giorni incontrerò mio fratello e mio padre. Io ho un fratello. UN FRATELLO.
_____
La giornata passa in fretta ed all'uscita, come promesso, vedo Gazzy. Con noi viene anche Mark, fortunatamente ultimamente hanno iniziato ad andare d'accordo. Strano, vero?

Passiamo la giornata tra sciocchezze e risate, causate anche dai ragazzi della Raimon, che si sono aggiunti qualche ora dopo. Quando sono con loro sto bene, questo è l'importante.
Ora mi rimane solo dire a mia madre della partenza...

Welàh! Sorratemi se non è comparsa la Meteora Bianca come promesso, ma ho diviso i capitoli 😉. Domani pubblico il prossimo e finalmente incontreremo Paolito! 😍
Bye 😙

Insieme Nonostante Tutto - Mark Evans IEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora