Capitolo 26

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Lo schermo rappresenta il messaggio...

-Manu chi... chi ti ha scritto questo messaggio?- mi chiede spaventata.

-N-non lo so... Come vedi è un numero sconosciuto.- balbetto.

-Ascoltami, domani andremo alla polizia e loro cominceranno le ricerche.- dice.

-Ma il messaggio dice che se lo facessi vedere a qualcuno...- mi fermo.

-Ora questo non importa, non possiamo aspettare. Ora dormi, andrà tutto bene.- dice sorridendo lievemente.

Annuisco e cado nel mondo dei sogni.

Il giorno dopo...
Apro gli occhi a causa del sole e vedo mia madre dormire tranquillamente.
Cerco di alzarmi senza svegliarla, prendo alcuni vestiti e mi preparo. Oggi sarò dimessa ed oggi faremo quella denuncia.

Ora non ci voglio pensare, voglio solo andare a vedere Mark, per sapere come sta.
Mi dirigo verso la stanza dove è ricoverato e vedo uscire sua madre.

-Buon giorno signora.- la saluto.

-Oh ciao Manuela, come stai?- mi chiede sorridendo.

-Bene, grazie. Mark è sveglio?- le chiedo.

-Certo, entra pure. Io vado a fare una commissione.- dice per poi andare via.

-Ehi! Assorto nei tuoi pensieri?- dico sorridendo al portiere dopo essere entrata.

-Più o meno.- mi risponde freddo.

-Che hai?- chiedo.

-Pensavo. Se mi è successo questo per fare un "piccolo" sforzo figuriamoci ritornare a giocare. Ci sono davvero delle possibilità? Io sto iniziando a perdere la speranza...- dice.

Gli mollo un bel ceffone.

-SE COMINCIAMO IN QUESTO MODO ALLORA LE POSSIBILITÀ NON ESISTONO DAVVERO. AVANTI MARK, SEI DAVVERO COSÌ DEBOLE? Credevo di essermi inn... di avere un amico che davvero non si arrende mai, invece sei solo uno sciocco!-
Dico arrabbiata. Restiamo in un silenzio imbarazzante per qualche minuto.

-Come fai a convincermi così facilmente? Hai ragione e ti chiedo scusa ancora una volta, ma più tempo passa più vedo lontana la possibilità di riuscita nel mio, nostro, intento.- dice dispiaciuto.

-Ora non pensarci. Domani cominceremo gli allenamenti, perché ti dimetteranno domani vero?- dico.

-Si.- risponde lui.
_____
La giornata passa in fretta, ed io e mia madre facciamo leggere quel messaggio alla polizia che attiva subito la ricerche.
Domani penserò solo ed unicamente a Mark, nessuno mi impedirà di raggiungere il mio intento. (A:Questo lo credi tu 😆)

Il giorno dopo...
Apro gli occhi a causa della sveglia, avevo dimenticato la scuola...

-Manu sbrigati altrimenti fai tardi!- esclama mamma. Si ricomincia!

-Arrivo...- dico sbuffando.

Mi preparo e faccio colazione.

-Per oggi ti accompagno io, non ho intenzione di lasciarti sola.- dice.

-So badare a me stessa, tranquilla.- dico.

-Non m'importa, potrebbe accaderti qualcosa a causa di quell'uomo ed io non voglio.- dice preoccupata.

-Ti ricordo che è mio padre, può anche fare l'idiota come l'ultima volta, ma non mi farebbe mai seriamente male.- dico convinta. Impallidisce di colpo. -Cosa ti prende?- chiedo.

-Ti ho detto che ti accompagno io e così sarà. Ora prendi la cartella che è tardi.- dice irritata.

-Come vuoi...- rispondo io.

Usciamo e ci avviamo verso scuola. Tra lezioni noiose, prof matti e quant'altro, la giornata passa. Passo per il campo e saluto i ragazzi intenti ad allenarsi. Ultimamente non sono passati spesso in ospedale a causa di alcuni impegni.

Mentre esco da scuola vedo da lontano mia madre: è venuta a prendermi pure ora.
Sbuffo e mi dirigo verso di lei.

-Che ci fai qui?- le chiedo arrabbiata. Non mi risponde, mi prende per un polso e ci avviamo verso casa.

-Devo uscire...- dico scocciata.

-Dove?- mi chiede.

-Non mi allontano di molto, tranquilla. Devo andare sulla Torre d'acciaio con Mark, quindi non da sola.- rispondo sospirando.

-Va bene, però devi stare attenta.- dice.

Annuisco ed esco. A metà strada incontro Mark munito di pallone e ci avviamo insieme alla Torre.

-Pronto?- dico rivolta al ragazzo dalla fascia arancione.

-Sono nato pronto.- dice sorridendo. Inizia a prendere a pugni la sua adorata "ruota".

Restiamo così per qualche ora è devo dire che ha resistito bene, per essere il primo giorno.

-Ok, ora ti faccio un bel tiro, fammi vedere se riesci ad utilizzare la difesa di luce.- dico.

-Certo! Ma tu non hai mai giocato, quindi avrai sicuramente un tiro debole.- dice lui con un ghigno.

-Ti faccio vedere io il tiro debole!- esclamo calciando la palla più forte che posso.

-Difesa... DI LUCE!- Urla. Riesce a parare, anche se con difficoltà. Ancora non è come prima...

-Bene così, ma non siamo ancora al punto di prima. Comunque credo sia meglio fermarci qui, non devi esagerare con gli allenamenti.- dico. Annuisce e ci dirigiamo verso casa.

Mentre camminiamo sento alcuni rumori, decido di girarmi per controllare.

-Che c'è?- mi chiede Mark.

-Ho sentito dei rumori...- rispondo.

-Pensi a quel messaggio?- mi chiede.

-E tu come fai a saperlo?- dico sorpresa.

-Ma l'ha detto un uccellino.- risponde.

-Ricordami che devo strozzare quell'uccellino.- dico facendo ridere Evans. Adoro quando mostra quel meraviglioso sorriso...

Ecco che sento ancora quel rumore, ma questa volta se nè accorto anche lui.

-Vieni qui.- dice attirandomi con un braccio a sé. Sto iniziando seriamente ad avere paura.

-Non un altro passo.- dice una voce. Mi giro e vedo mio padre con una pistola puntata sulla schiena di... di Mark.

Mark pov's
Sento un rumore improvviso e avvicino automaticamente Manu a me, sto iniziando a temere quel che penso...
All'improvviso sento qualcosa di freddo appoggiato sulla mia schiena.

-Non un altro passo.- dice una voce..: è il padre di Manu.

-P-papà ti prego... Non... Non fare sciocchezze.- dice lei trattenendo le lacrime.
Non dico una parola.

-Non chiamarmi papà!- esclama lui tirandogli uno schiaffo. Ora davvero non resisto. Gli do un pugno facendo cadere a terra la pistola, ma lui riesce riprenderla: Ora sono messo veramente male. Sta puntando la pistola dritta verso di me.

-Fermo... Lui... lui non c'entra niente, ti prego.- lo supplica Manu piangendo.

Nessuno può aiutarci, siamo in un vicoletto disabitato che usiamo per arrivare più facilmente a casa.

-ORA O MAI PIÙ!- Esclamo tirandogli ancora una volta un bel pugno. La pistola ricade ma questa volta a prenderla è Manu. Non è finita qui. Gli adulti hanno molta più forza di noi adolescenti. Mi scaraventa a terra facendo chiudere lentamente la mie palpebre. Sento la voce di Manu urlare e poi... Niente.

Welàh! Non uccidetemi per come ho finito questo capitolo, ma doveva finire in suspense 😌. Domani aggiorno, ma visto che mi sento buona vi dico che forse aggiorno questa sera. Bye 😙

Insieme Nonostante Tutto - Mark Evans IEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora