Kitten➢h.s au [Italian Transl...

By pezharls

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Lei era troppo buona per questo mondo, e questo mondo era troppo buono per me. [COMPLETA] [nuova versione ~ 2... More

Kitten//h.s
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Sequel?
Nuova versione

Capitolo 30

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By pezharls


Ultimo capitolo!
Preparatevi perché non penso sia qualcosa che vi aspettate. Buona lettura!
LEGGETE LO SPAZIO TRADUTTRICE dopo il capitolo per favore.


Harry's POV

Torreggiavo su di lei, al suo fianco, era agitata, cercava di muoversi.

"Gattina, sei sveglia?" I suoi occhi si aprirono di scatto al suono della mia voce, facendomi sorridere, ma il mio sorriso si spense quando vidi il suo volto dominato dalla paura. Si allontanò da me come se stessi per ucciderla, cosa che non avrei mai fatto, nemmeno tra un milione di anni.

"Per favore parla," la supplicai. "Per favore."

Rimase in silenzio, un silenzio che faceva male. Volevo abbracciarla, dirle quanto mi dispiacesse. Volevo tenerla fra le mie braccia e dirle tutto, volevo la vecchia lei indietro. La ragazza che avrebbe sempre cercato di scappare da me, la ragazza che aveva provato a fumare ma senza riuscirci, la ragazza che aveva vita dentro di sé. Ma l'avevo rovinata, l'avevo rotta in mille pezzi che non sarebbero più stati sistemati.

"Perché non vuoi parlare?" sospirai, perdendo la pazienza. Mi mancava la sua voce dolce, non mi piaceva quando mi chiamava Harry ma adesso avrei fatto di tutto per sentire il mio nome scivolarle dalle labbra.

"Di' qualcosa!" dissi duramente, pentendomene immediatamente. Ecco perché non mi aveva mai amato, mi arrabbiavo troppo facilmente.

Osservai il suo visino e me ne pentii. Sollevai una mano avvicinandola al suo fragile volto, sembrava una bambolina di porcellana. La mia mano si avvicinò al suo viso ma lei si allontanò di scatto tremando per la paura.

Pensava che l'avrei colpita. L'avevo talmente distrutta che anche il minimo movimento da parte mia le faceva aspettare dolore.

Presi una ciocca di capelli e la portai dietro il suo orecchio, mostrando il suo bellissimo viso. "Pe-pensavi che ti avrei colpita." Adesso sembravo io quello vulnerabile. "Per favore, di' qualcosa."

"Per favore Liana." Non appena quelle parole uscirono dalla mia bocca lei sembrava come se stesse per scoppiare in lacrime a minuti. Poi mi colpì, era la prima volta che la chiamavo con il suo vero nome.

"Voglio solo sapere perché," la pregai, bisognoso di una risposta. "E' stata colpa mia?" Pregai che non lo fosse, speravo ci fosse un'altra ragione.

Lentamente annuì.

Cazzo! Lo sapevo, lo sapevo cazzo. Avevo finto per tutto quel tempo che non fosse colpa mia, ma dentro di me lo sapevo. L'avevo spinta a suicidarsi. Volevo la vecchia Liana. Non avevo mai voluto che si uccidere, non era mai stato nei miei piani. Se avessi potuto tornare indietro nel tempo e avere una vita normale con lei, l'avrei avvicinata in un bar e le avrei comprato qualsiasi cosa volesse, ma non sarebbe mai successo perché ero troppo fuori di testa.

"Mi odi?" chiesi, sapevo già la risposta ma era rimasto un pizzico di speranza in me. "Per favore, mi odi?"

Lei annuì, rifiutandosi di incontrare il mio sguardo.

Lo sapevo, dentro di me avevo sempre voluto il meglio per lei,. La miglior cosa che poteva fare era lasciarla libera. "Vattene," dissi senza alcuna espressione in volto. "Ho detto vattene! E' questo quello che vuoi, no? Andartene. Vai. Sei libera, non devi più vedermi. Vai!" gridai.

Lei saltò rapida giù dal letto e uscì dalla stanza. Sentii il suo piccolo corpo scendere veloce le scale, l'avevo finalmente lasciata andare. Era ciò che si meritava. Ma era come se una parte di me se ne fosse andata, ma scommetto che lei invece sentiva che una parte di sé era tornata.

Mi diressi in cucina dove presi una bottiglia di whiskey che cominciai a bere.

Ero un disastro, avevo rovinato tutto. Ero troppo stupido per non vederlo, ma la mia vita non aveva senso.

Mi distesi sul divano e chiusi gli occhi, pensando a come potessi tornare indietro, ma non potevo. Non c'era modo di tornare indietro ormai. Volevo solo risentire la sua risata, o vedere il suo sorriso.

Scommisi che stava tornando a casa, era probabilmente in una macchina calda dove qualcuno si stava prendendo cura di lei. Sarebbe tornata a casa, avrebbe vissuto una vita felice ma sapevo che sarei sempre stato nella sua mente.

Sentii un disperato battere contro la porta, ma lo ignorai. Un altro colpo echeggiò nella casa.

"E che cazzo!" ringhiai. Chiunque fosse dall'altra parte della porta non sarebbe stato felice di vedermi così.

Mi precipitai verso la porta e la aprii di scatto, pronto ad aggredire.

Era lì, la mia gattina. Stava tremando dalla paura, stava per scoppiare a momenti. Mi afferrai il capo e serrai gli occhi.

Non poteva essere lei. Perché avrebbe dovuto essere lì?

Aprii gli occhi e lei era ancora lì. Era tornata da me, era tornata. La afferrai e la aiutai ad entrare in casa. I suoi piedi nudi era feriti e sporchi per la corsa nel bosco, per non parlare del grande taglio che aveva ancora lì.

Una volta dentro, la portai di sopra, dove la poggiai sul mio letto e me ne andai per prendere l'antisettico e una benda.

Rientrai nella stanza e la vidi nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata, era seduta sul limite del letto, con le gambe a penzoloni. Mi accucciai ai suoi piedi e iniziai a metterci l'antisettico. Una volta pulite le ferite bendai il piede.

"Per favore, di' qualcosa." Mi alzai dalla mia posizione accucciata. "Ti prego." Mi sedetti accanto a lei sul letto.

"M-Mi di-dispiace signore," balbettò.

"Harry," la avvertii cercando di non perdere la pazienza. "Poi chiamarmi Harry."

"Hai fame?" le chiesi. Lei scosse la testa. "Hai bisogno di mangiare."

"Non ho fame," sussurrò.

"Ti prego, mangia qualcosa per me," la pregai.

La sua voce era debole mentre giocava con le sue dita. "Pensavo che avessi detto che ero grassa." Questo mi arrivò dritto nello stomaco. Lo ricordava, ricordava tutte le parole che le avevo detto, le avevano fatto male.

"Non ho mai pensato nulla di ciò che ti ho detto, mi dispiace." Avvolsi le braccia attorno a me, portandomela al petto. Sentivo il suo respiro infrangersi su di me, ricordandomi che era ancora viva, che era ancora in questo mondo crudele con me.

"Vieni qui." Tirai via le lenzuola, la feci distendere coprendola con le coperte.

Raggiunsi l'altro lato del letto e ci salii sopra. Eravamo entrambi distesi lì in silenzio, nessuno di noi faceva rumore. In pochi secondi sentii un lieve russare provenire da lei, era bellissima in ogni modo ma l'avevo distrutta.

Era tornata da me, non perché le piacessi, perché era spaventata del mondo lì fuori. Se fosse andata nel vero mondo non sarebbe mai stata felice, ma lo stesso se fosse rimasta con me. Le avevo rovinato completamente la vita, non c'era più nessuno motivo né per me né per lei di vivere.

Scesi dal letto e andai nel seminterrato. Non ci andavo da quando non ci avevo rinchiuso la mia gattina. L'avevo ferita per giorni, ero un mostro.

Presi della benzina che avevo lì per ogni evenienza e tornai su. Tornai in camera dove Liana era caduta in un sonno profondo. Sembrava così in pace, lo era solo quando dormiva.

Versai la benzina attorno al letto e il resto sulla tenda e sul letto.

Mi misi sotto le coperte con la mia gattina. Ecco. Era arrivata la fine per entrambi.

Presi il mio accendino accanto al letto e accessi la benzina che c'era a terra. La stanza venne riempita dalle fiamme.

Abbastanza presto, io e Liana saremmo stati un lontano ricordo. Nessuno avrebbe saputo la nostra storia, nessuno. La morte era l'unica risposta, l'unica cosa da fare per entrambi. Avevo sempre detto che quella ragazza sarebbe stata la mia fine, ora sapevo perché. Era troppo buona per questo mondo e questo mondo era troppo buono per me, l'unica soluzione era morire. Non importava, tra anni nessuno avrebbe saputo i nostri nomi, non eravamo nessuno. Una volta morti, ci saremo divisi, io sarei andato all'inferno mentre lei in paradiso. Era il mio ultimo momento con lei.

Mi avvicinai al suo corpo dormiente e avvolsi le braccia attorno a lei, coccolandola. Era così bello avere qualcuno fra le braccia, era tutto ciò che volevo, qualcuno da coccolare e amare. Non avevo mai saputo cosa fosse l'amore, non l'avevo mai provato, l'amore era sempre stato una leggenda per me. Forse non avevo mai conosciuto l'amore, non l'avevo nemmeno provato, ma in quel momento sentivo fosse giusto dire quelle parole, almeno una volta nella mia vita.

"Ti amo," le mormorai contro la pelle del collo, mentre il buio si impossessava di me e di lei. Ora potevamo riposare in pace.



___________________
E' finita gente!! Un po' mi dispiace che sia finita così. 
Adesso voglio proprio sapere se ci siete rimaste male e cosa ne pensate. Io ci sono rimasta di sasso quando ho letto questo capitolo la prima volta. 
Beh, volevo che leggeste questo spazio per un motivo importante. 
La scrittrice, finita la storia, non era intenzionata a fare il sequel, ma ha dato la possibilità a un'altra ragazza di farlo. Quindi sto scrivendo questo per sapere se volete il seguito oppure no. La storia inizia da questo ultimo capitolo ma con un finale diverso, in cui ovviamente non muoiono. 
A dire il vero non so se abbia senso tradurre il sequel, perché penso che questo finale sia il migliore dopo tutto quello che è successo tra Harry e Liana. Se, però, voi lo volete leggere basta farmelo sapere con dei commenti in questo capitolo; in caso poi non vi piaccia sospenderò la traduzione e la cancellerò. 
Un bacione e grazie mille per tutto!
Vi adoro.
p.s. = passate dalle mie altre traduzioni se ne avete voglia, grazie!

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