Dreaming California

By RoxyEfp

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Kyra incontra Bob ( Robert Downey Jr ) senza immaginare chi si celi dietro a quell'apparente persona comune... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 29

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By RoxyEfp


Quella mattina come oramai d'abitudine Emma, entrava nella stanza di Kyra con il vassoio della colazione augurandole buona giornata

-Mamma tutte le mattine continuo a dirti che non dovete fare tutto questo per me e voi puntualmente lo fate ogni mattina?

-Tesoro, se non lo facciamo per te, per chi dovremmo farlo? e poi tuo padre si alza prima solo per prepararti i pancakes come quando eri bambina... come posso dirgli di non farlo?

Guardò sua madre mentre apriva le tende era di una dolcezza infinita. Era felice, iniziò a domandarsi perché aveva scelto di tagliarli fuori dalla sua vita per così tanto tempo. Ripercorse il passato e ricordò la vergogna provata nella certezza di averli delusi con il suo comportamento irresponsabile. Ricordò quando prese quel primo autobus che la portò lontana da casa alla ricerca di una pace che poi riuscì a trovare solo attraverso l'aiuto dei gruppi degli anonimi alcolisti, che frequentò da quel giorno in poi. Cambiava città, lavoro, ma c'era sempre una costante... gli incontri degli anonimi alcolisti.

Quando arrivò a Los Angeles aveva pensato di chiamare i suoi genitori, di dire loro che stava bene, ma poi, la paura di commettere altri errori o di ricadere nell'alcool l'aveva fatta desistere. Ne avrebbero sofferto troppo e non lo meritavano.

Sua madre uscì dalla stanza e lei si alzò, prese un pancake in mano e mordendolo si avvicinò alla finestra, un'altra giornata grigia e fredda. Quel posto era proprio l'opposto di quello che aveva scelto per vivere. Guardò il cellulare, nessuna chiamata, nessun messaggio. Erano passati già tre giorni dal suo messaggio, possibile che Robert non avesse ancora ricevuto il suo messaggio? che non avesse avuto ancora il tempo di rispondere? Prese coraggio e fece partire la chiamata, era abbastanza presto ed era quasi certa che le star di Hollywood non lavorassero a quell'ora... Spento. Sentì risuonare le parole di Anthony nella sua testa, tra una settimana Robert sarebbe stato a Chicago per girare un film quindi mancava solo qualche giorno.

Come ogni giorno si lavò e si vestì, quando scese in cucina trovò suo padre che beveva il caffè appoggiato al tavolo della cucina, le augurò buongiorno prendendole una tazza di caffè e glie la passò insieme ad alcune pagine del giornale sorridendo ed indicando un articolo.

-Non è quell'uomo che è venuto in ospedale?

Kyra sentì il vuoto formarsi tra la gola e lo stomaco, c'era una foto di Robert che firmava autografi sorridente fuori dal set prima di salire su un'auto... Prese il giornale ed iniziò a leggere con attenzione ogni singola riga, infine le uscì di bocca un "solo questo?" a conclusione della delusione per quell'articolo che non diceva nulla. Parlava dei suoi capelli, del suo vestito e che si era già rimesso al lavoro dopo l'incidente. L'unica cosa che trovò interessante era la data impressa sulla foto, era del giorno dopo la sua partenza per Chicago, quindi non le avevano risposto alle chiamate perché stavano lavorando.

-Cinque minuti e usciamo. Preparati.

Annuì mentre ripiegava il giornale, salì in camera sua, prese la borsa e scese mentre il telefono di casa iniziava a squillare "Anthony". Da quel giorno in cui le aveva detto ciò che provava per lei non aveva più parlato con lui, ogni mattina lui chiamava e lei lasciava che ci parlasse sua madre, le aveva spiegato cosa si erano detti ed il perché della sua chiusura totale nei suoi confronti. Emma baciò marito e la figlia prima di rispondere

-Kyra... dimenticavo... leggi questo! potresti provarci.

Kyra prese la rivista poco convinta ed uscì raggiungendo suo padre che l'aspettava in macchina nel vialetto con il motore già acceso per far scaldare l'abitacolo.

Tutte le mattine l'accompagnava al centro per la fisioterapia, oramai riusciva a muoversi senza sentire troppo dolore, lui poi andava a fare le commissioni per sua madre. Si ritrovavano poco prima di pranzo per tornare a casa insieme e nel pomeriggio lei si dedicava agli esercizi per la memoria che le aveva consigliato uno specialista che avevano consultato il giorno dopo il suo arrivo a Milwaukee.

Le giornale le scivolavano così tra le dita senza che qualcosa cambiasse nella sua testa. Mentre attendeva il suo turno per la fisioterapia sfogliò il giornale che le aveva dato sua madre, notò subito una pagina ripiegata su se stessa a segnalibro. Quel giornale a tiratura nazionale aveva indetto un concorso fotografico per il loro centenario. C'era un grosso premio in denaro e la pubblicazione delle foto del vincitore su un numero speciale, inoltre la possibilità di collaborare. Lesse il regolamento... poi richiuse il giornale, con quel premio sicuramente avrebbero partecipato tantissimi aspiranti fotografi professionisti, lei non poteva competere, poi non aveva 100 scatti da mandare. Il termine per la consegna era entro la fine della settimana... troppo poco tempo per trovare 100 scatti particolari da fotografare.

Rientrando a casa posò la rivista sul tavolino in soggiorno e si mise a sedere sulla poltrona affianco alla vetrata sul giardino

-Quindi? parteciperai?

-No.

-Perché?

-Perché no mamma...

-E' l'occasione per fare qualcosa che ti piace.

-Non ho 100 scatti e non sono dell'umore per andarmene in giro a fare fotografie.

Emma non rispose, si alzò e sparì in direzione della cucina. Sperò di non esser parsa troppo rude, le faceva un immenso piacere che lei si preoccupasse di trovarle qualche impegno mentale, ma voleva solo che arrivasse il fine settimana. Che arrivasse Robert. Niente di più. Aveva troppe domande senza risposta che le affollavano la mente ed oramai si era convinta che lui avrebbe potuto aiutarla a trovare le risposte che cercava.

-Ecco! Ora mettiti al lavoro!

Sentenziò sua madre mentre seguiva suo marito che stava posando sul piccolo tavolo di fronte al divano una grande scatola con il suo nome scritto sul lato. Sì alzò e li raggiunse mentre lei lo spolverava, sollevò il coperchio e al suo interno vi trovò tutto il materiale della sua camera oscura, certo, le bottiglie con i liquidi di sicuro erano da buttare, ma c'era proprio tutto compreso il filo con le mollettine che usava per appendere le foto appena sviluppate ad asciugare. All'interno della scatola vi era stata riposta un'altra scatola, sembrava una vecchia cappelliera di quelle alte. Al suo interno erano conservate e riposte centinaia di fotografie, panorami, angolature dei palazzi che l'avevano affascinata, le foto fatte alla sua famiglia, quelle fatte alle feste, le foto dei compleanni, le fotografie scattate a Anthony, la consegna dei diplomi, le facce buffe che faceva suo fratello ogni volta che lei si fiondava in camera sua scattando foto senza sosta. Molte di quelle immagini le aveva dimenticate e le stava ricordando solo in quel momento sfogliandole una alla volta. Si inginocchiò sul tappeto e Emma venne trascinata in cucina dal marito con una scusa per lasciarla lì con i suoi ricordi.

-E' stato come sempre un piacere lavorare con te Peter! Grazie di tutto...

-E' stato un grande piacere anche per me! e non dirlo nemmeno per scherzo! Ho fatto solamente il mio lavoro. Dirigervi e coordinare. Ci vediamo quando rientro a Los Angeles dopo il montaggio, così festeggiamo la fine delle riprese visto che sei di fretta e non ti fermi fino a venerdì.

-Volentieri! Buona continuazione!

Si congedò in fretta e raggiunse l'uscita dal set con Jimmy al suo fianco

-Fuori c'è un po' di ressa...

-E quando succede che non ci sia?

-Sei tu quello bello e famoso, puoi prendertela solo con te stesso!

-Copritemi le spalle!

Si sorrisero ed uscirono assordandosi da quello schiamazzare, Jimmy aprì un varco con le altre guardie del corpo e mentre lo faceva dava indicazione ai fan

-Niente foto insieme! Potete fotografare e farvi fare un autografo a testa! Lasciate spazio anche agli altri! Non affollatevi accontenterà tutti! Quando Robert arrivò allo sportello aperto la scorta si posizionò attorno a lui lasciando che i fans si allungassero oltre lo sportello dell'auto per farsi autografare poster e gadget mentre sorrideva gentile a chiunque gli stesse scattando una fotografia. Solitamente non rimaneva così tanto tempo, ma in quell'occasione vide che c'erano due ragazzini sulle sedie a rotelle che restavano in disparte ad osservarlo, così accontentò tutti finché la maggior parte dei fan ottenuto ciò che desideravano si allontanarono e Robert poté avvicinarsi a loro in tutta sicurezza, non avevano nessun gadget da farsi autografare ne tanto meno dei poster. Evidentemente avevano chiesto di esser portati lì sapendo di non aver speranza di avvicinarsi in quelle condizioni. Robert si scusò con loro e si rivolse a Jimmy che rientrò all'interno della struttura, mentre lui tornò lì a chiacchierare con loro mettendosi alla loro altezza piegandosi sulle proprie gambe appoggiandosi con un braccio su una delle sedie a rotelle, chiedendo loro come andava a scuola, quale fosse stata la loro scena preferita del suo ultimo film che avevano visto e cosa si aspettavano da questo nuovo. Loro erano emozionati ma si raccontarono senza freno. Jimmy tornò con il fotografo del set, si mise tra loro e si fece scattare un po' di foto infine si raccomandò di spedire una copia delle foto a loro e una anche a lui. Il fotografo si fece dare gli indirizzi e se li appuntò nel telefono. I ragazzi erano felicissimi di quella sorpresa ma Robert non aveva finito, sorrise e gli passò dei sacchetti in cui c'erano i gadget del nuovo film non ancora in commercio infine prese il pennarello indelebile che Jimmy aveva recuperato sul set e lo utilizzò per autografare tutto ciò che volevano.

Infine sollecitato da Jimmy li salutò stupendoli

-Devo andare ragazzi, o perdo l'aereo! Ma che ne dite se ci vediamo alla premiere? Ho giusto due posti liberi sempre che vi vada...

Disse strizzando l'occhio agli accompagnatori. Nella loro risposta non ci furono parole ma solo un urlo di gioia. Robert rise, la loro energia, la loro voglia di vivere era incredibile.

-Lo prendo per un sì! Buona giornata!

Si avviò verso l'auto mentre lasciava che Jimmy si occupasse di recuperare i loro numeri di telefono.

Il volo di rientro a Los Angeles fu tranquillo, come il rientro a casa, casa in cui non trovò nessuno. La domestica lo avvisò che Susan e Exton erano andati a trovare i Genitori di Susan per qualche giorno. Lasciò il bagaglio, si congedò da Jimmy che tornò a casa non prima di essersi assicurato che Robert avesse tutto ciò di cui aveva bisogno ed essersi raccomandato

-Chiamami qualsiasi novità ci sia o qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Ci vediamo per organizzare il viaggio a Toronto.

-Ok... Jimmy? Grazie!

Attese che Jimmy uscisse con la sua auto dal garage e d'istinto prese le chiavi e poco altro per poi scendere e prendere l'auto per dirigersi subito a casa di Kyra nella speranza di trovarla lì, tra le sue cose.

Notò subito che il paparazzo non c'era appostato nel solito angolo, probabilmente sapendo dell'incidente a Miami aveva dirottato il suo interesse altrove. Parcheggiò l'auto e cercò nel mazzo la chiave del portone, provò subito quella prima di quella rossa dell'appartamento, pensando che potesse essere quella ed inserita nella fessura nella serratura questa gli diede ragione. Salì le scale di corsa, aprì la porta e si guardò attorno. Kyra non era lì, non era tornata. Vide la posta sul pavimento, l'avevano infilata sotto la porta, aprì le finestre e lasciò che la brezza entrasse a rinfrescare l'ambiente. Si lasciò cadere sul divano. Non era tornata.

Entrò in camera e riconobbe subito quel profumo, aprì l'armadio per riporvi la giacca che aveva lasciato appesa all'entrata era quella che portava quella sera al pub quando Indio le scattò quella foto, respirò profondamente ed andò in cucina. Aprì il frigorifero, c'erano dei cibi pronti ma non sapeva bene se fossero ancora commestibili dopo tutto quel tempo, prese un sacco e buttò tutto. Se fosse tornata doveva trovare tutto pulito e sistemato. Fece una lista della spesa, si tolse la felpa che aveva indosso e si mise a fare le pulizie. Dopo qualche ora mancava solo il bagno da pulire e la spesa per riempire la dispensa. Andò in bagno ed appesa allo specchio vi trovò una loro fotografia ritagliata da un giornale. Era di quel giorno che avevano passeggiato in centro. La lasciò li appesa e spesso il suo sguardo si soffermò su quell'immagine di loro.

Non aveva ancora pranzato, non aveva fame, uscì e raggiunse in auto il supermercato che si trovava ad un paio di isolati da lì. Era piccolo ma tutto sommato avevano tutto il necessario. Ci mise un po' a fare la spesa, senza Kyra che lo aiutava era una frana ma ci avrebbe messo anche tutto il pomeriggio per completare la lista che aveva preparato.

Rientrò a casa soddisfatto dell'obbiettivo raggiunto. Sistemò tutto e salì in terrazza, pensò che forse le piante avevano bisogno d'acqua dopo tutto quel tempo, ma quando salì trovò tutto in ottimo stato e fu solo allora che vide che c'era un tubo ben mimetizzato che passava vicino ad ogni vaso e portava l'acqua erogata da un rubinetto nascosto dietro le foglie dell'edera regolato da un temporizzatore. Sì mise a sedere sul divano e contemplò il panorama mentre apriva il contenitore di cibo cinese. Restò li qualche ora, iniziò a sentire la stanchezza così scese e si sdraiò sul divano accendendo la tv, non tanto perché gli importasse ciò che stavano trasmettendo, ma per avere un rumore di fondo che gli facesse compagnia. Si addormentò così, in quella che sentiva la sua casa. Sua e di Kyra.

Fu il clacson di un camion a svegliarlo di soprassalto, si mise seduto, spense la televisione e sentì subito una fitta al collo dovuta probabilmente alla posizione in cui aveva dormito. Sì alzò, andò in bagno e si lavò il viso, non riusciva a svegliarsi. Preparò il caffè e mentre ne beveva una tazza vide la posta. C'erano un paio di bollette da pagare, le prese lasciando il resto della posta. Oggi le avrebbe pagate con la carta di credito da internet e poi avrebbe fatto un po' di quelle telefonate di cui Jimmy gli aveva mandato il promemoria e poi sarebbe tornato li. Se Kyra fosse tornata lo avrebbe trovato lì ad aspettarla perché era quello ciò che stava facendo, l'aspettava. Prese un post-it e lasciò un messaggio sulla penisola della cucina "Ciao Amore ho riempito il frigorifero se arrivi e non ci sono resta qui e aspettami! Robert". Lo rilesse poi mentre usciva dalla porta guardò quel biglietto appoggiato sulla penisola, pensò che quel "amore" forse fosse troppo se non aveva recuperato la memoria "al diavolo! la amo! Non ho intenzione di continuare a mentire!" Uscì chiudendo la porta dietro di se.

Scelse cento fotografie di getto, senza rifletterci troppo, quelle che le piacevano di più. Le inserì nella busta e accompagnata da Emma andò in un negozio specializzato e si fece fare le copie in alta risoluzione per il giornale. Lasciarono gli originali in macchina e salirono nel palazzo in cui c'era la sede di quella rivista. Kyra compilò il modulo e consegnò il tutto ad una gentile impiegata, non poté non notare quante buste erano pervenute fino a quel momento e lo scanner che alle sue spalle scannerizzava ogni domanda seguita da tutti gli scatti creando così dei file. Una volta che la sua domanda e le sue fotografie vennero lavorate furono riposte insieme a tutte le altre su un ripiano predisposto contro la parete. I ripiani sottostanti erano già tutti pieni di buste e la sua e poche altre avrebbero riempito gli ultimi posti di quel ripiano che era pieno fino all'altezza dell'impiegata. Le disse che a tutti i partecipanti entro 15 giorni sarebbe giunta all'indirizzo indicato nella domanda una lettera contenente un buono per un abbonamento annuale alla loro rivista come ringraziamento per aver partecipato, e al vincitore avrebbero telefonato direttamente dalla sede principale. La invitò quindi a riscrivere il suo nome e numero di telefono su un ulteriore foglio protocollato dove ogni numero era collegato al plico di foto e al file. Ringraziò ed uscirono. Kyra pensò che non si sarebbe mai abituata a quell'aria così pungente.

Le giornate trascorrevano lente, Kyra passeggiava nel parco vicino casa tutte le mattine anche se pioveva, sentiva il bisogno di uscire, di sentire l'aria fredda entrarle dentro... Restare chiusa in casa la stava facendo impazzire. Erano passate circa tre settimane ormai da quando era arrivata lì, ogni giorno cercava di mettersi in contatto con il numero dell'assistente di Robert senza alcun risultato. Anthony continuava a chiamare ed a lasciare messaggi per lei.

Erano trascorsi anche i 15 giorni e non aveva ricevuto nessuna chiamata per quel concorso. La fisioterapia era finita ed il medico che la stava seguendo le aveva consigliato di riprendere a vivere la sua quotidianità normalmente come se nulla fosse successo. Un giorno la sua memoria sarebbe tornata ma ora doveva andare avanti. Senti un auto suonare il clacson dall'altro lato della strada e riconobbe sua madre all'interno della vettura, la raggiunse attraversando la strada con attenzione

-Ehy! dove stai andando?

-Devo andare a ritirare la spesa... vuoi venire?

-Sì, ti faccio compagnia!

Lungo quel viale le vetrine iniziavano a addobbarsi per la parata del Thanksgiving day, e con la madre decisero di fare una passeggiata dopo aver ritirato la spesa, prima di rientrare a casa.

Robert si svegliò, il telefono squillava dall'altra stanza, lo raggiunse

-Sei pronto? sono qui sotto...

-Dammi 10 minuti.

"Jimmy e la sua fottuta puntualità!"

Raccolse le idee, si buttò sotto la doccia e ne uscì dopo cinque minuti, si fece la barba e si lavò i denti. Era pronto. Era quasi pronto "i vestiti!!!". Prese la custodia appoggiata sulla sedia e recuperò la biancheria dalla valigia, si vestì, infilò le scarpe e chiuse la valigia. Controllò il post-it, tolse quello che lasciava tutti i giorni sulla penisola e appiccicò quello nuovo in cui le diceva dove stava andando, in quale hotel avrebbe soggiornato, il suo numero di cellulare, quello di Jimmy e sotto al biglietto un biglietto aereo aperto per raggiungerlo. Chiuse la porta ed uscì.

In quelle settimane nessuna notizia di Kyra, era stato al pub a parlare con TJ, aveva visto Kelly che fece una ricerca presso tutti i database dell'associazione per vedere se Kyra stava partecipando a degli incontri altrove senza ottenere alcun risultato. Era passato al pontile a pagare il posto barca, aveva aperto tutta la corrispondenza in arrivo alla ricerca di qualche informazione sperando che qualche variazione o qualche disdetta potesse fornirgli il nuovo indirizzo ma nulla. Aveva ripreso a passare molto tempo con Exton visto che Susan era stata spesso fuori per lavoro. Era un mese che viveva oramai in quella casa? facendo il conto mentalmente si rese conto che stava vivendo sperando che un fantasma facesse ritorno. Se voleva tornare sarebbe già tornata. Quel pensiero lo irritò. Era un pensiero che non riusciva ancora ad accettare.

-A che ora è il volo?

-Tra tre ore.

Robert lo guardò di sbieco

-Tre ore??? e perché stiamo partendo a quest'ora? ah sì! Certo, perché sai quanto io ami restare chiuso nella sala d'attesa in aeroporto.

-Dormito male?

-Ho dormito benissimo!

-Non si direbbe... sei acido.

-Sì e sono sempre il tuo datore di lavoro. Non dimenticartelo.

-Mi sembri... Susan!

Jimmy scoppiò a ridere e poco dopo anche Robert sorrise. Era sempre nervoso per fortuna Jimmy era un osso duro che di certo non si lasciava scalfire dalla sua acidità mattutina.

-Mi devi un cappuccino serio.

-Sì capo!

-Ripetimi com'è che mi sono fatto convincere ad andare a Toronto nella settimana del Thanksgiving day a lavorare?

-Vediamo... penso sia stato l'assegno che hai incassato la scorsa settimana a convincerti del tutto.

-Allora sono messo proprio male.

-Sappiamo bene perché lo stai facendo. Vuoi davvero che te lo dica? per non restare in quella casa da solo ad aspettarla.

-E perché proprio il lavoro di Toronto e non quello nel New Mexico?

-Perché con quel cazzo di freddo la tua faccia scura si noterà meno, quando ti stringerai in te stesso perché ti manca sembrerà solo che hai freddo e gli occhi lucidi specchio della tua anima in pena sembreranno solo "allergici" al freddo glaciale.

Robert lo guardò serio

-Ricordami che ti devo aumentare lo stipendio.

-Bene...sarà fatto fidati!

-...Se la smetterai di psicanalizzarmi gratuitamente!

-Hai ragione... dovresti pagarmi un extra per questo!

Rise di nuovo con la sua risata fragorosa e contagiosa. Non avrebbe potuto fare a meno di lui. Non era solo un assistente perfetto, era un grande un amico.

Il volo fu lungo ma Robert riuscì a prendere sonno e per la prima volta dopo tutto quel tempo sentì di nuovo la voce di Kyra "Robert svegliati!"

Si svegliò, l'hostess sorrise gentile mentre parlava con Jimmy, erano prossimi all'atterraggio e stava riponendo i loro bicchieri. Jimmy lo osservò sorridendo

-Che faccia... che c'è? Hai visto un fantasma o pensavi solo di aggredire l'hostess?

-Ho sentito la voce di Kyra chiamarmi e dirmi di svegliarmi...

-Bhè se te lo dice anche lei.

Alzò le spalle sdrammatizzando quell'affermazione.

Robert guardò fuori dal finestrino si vedeva tutta la città erano le 17 ora locale e le luci illuminavano la città facendo risaltare il lago. Pensò all'ultima volta che aveva sentito la sua voce chiamarlo, fu la mattina che Jimmy si precipitò da lui per dirgli che si era svegliata. Ripensò poi al loro ultimo bacio ed alla sua mano che lo teneva vicino senza concedergli spazio. Cosa era successo?

Andarono a cena con il cliente quella sera e poi rientrarono in hotel, il giorno dopo aveva una lunga giornata di lavoro che l'aspettava, ma sarebbe stato semplice. Doveva solo leggere, fare la voce fuori campo per quel documentario era perfetto. Non doveva sforzarsi di fingere felicità o altri sentimenti, doveva solo leggere seguendo le immagini del video. In una giornata avrebbe fatto tutto. L'unica nota stonata fu sapere che doveva partecipare alla proiezione di quel documentario nella sede della società che l'aveva acquistato. Ma poi pensò che questo gli avrebbe permesso di rientrare solo dopo la festività. Era perfetto... o quasi.

Per la prima volta da quando era uscita dall'ospedale aveva trascorso un pomeriggio all'insegna della spensieratezza senza pensare ai ricordi che non riusciva a rievocare, senza pensare a Robert e il suo mancato arrivo, senza pensare che quel posto non era casa sua. Per la prima volta trascorse con sua madre del tempo tutto per loro, parlando come amiche, confidandosi, acquistando i primi regali di natale, tutte cose che si erano perse per colpa sua. Fu un pomeriggio davvero positivo tanto che decisero che si sarebbero dedicate un pomeriggio a settimana solo per loro.

Rientrarono in casa ridendo ancora con le braccia colme di sacchetti, trovarono Morgan seduto sul divano che le attendeva. Con la sua espressione seria le guardò, poi con una mano spinse verso di loro una busta bianca che era posata sul tavolino. Kyra iniziò a preoccuparsi, non l'aveva mai visto così serio e teso

-Che succede papà? Cos'è?

Restò qualche minuto in silenzio guardandole, infine non resistette ed esplose

-E' del giornale!

La madre di Kyra lasciò i sacchetti posandoli a terra facendo un lungo respiro

-Maledizione Morgan! Mi hai fatto venire un infarto!!! Uno di questi giorni con i tuoi scherzi ti giocherai tua moglie!

Kyra stava lì, immobile e fissava quella busta, non ricordava più cosa aveva detto l'impiegata del giornale a proposito di quelle buste.

-Aprila tesoro!

-Sì aprila! Vediamo cosa pensano delle tue fotografie.

Si fece coraggio, posò i sacchetti sulla poltrona affianco al divano, si sfregò qualche volta le mani sui pantaloni, le sudavano le mani, era tesa come non le capitava da una vita. Prese la busta tra le mani e lesse il suo nome, strappò con attenzione quella carta mentre i suoi genitori la osservavano seduti sul divano uno affianco all'altra tenendosi per mano attendendo di sapere cosa avevano scritto. Lesse con attenzione, lesse di nuovo poi li guardò

-Bhè ci vuoi dire cosa c'è scritto?

Si mise a sedere tenendo quella busta ancora stretta tra le mani

-Non è il buono per l'abbonamento, vogliono che contatti la loro sede.

Il padre si alzò

-E cosa diavolo stai aspettando? Prendi il telefono e chiama!

Suo padre aveva ragione! Cosa stava aspettando? prese il telefono e compose il numero seguendo le indicazioni per collegarsi all'interno dedicato

-Salve, sono Kyra Johnson, ho ricevuto la vostra comunicazione. Sì, certo resto in linea... Sì sono io. Grazie. è... è un grande onore... certo, sì capisco... è una grande opportunità... no. Non ho bisogno di pensarci, accetto, come le dicevo è un onore partecipare a questo vostro evento. Come... Ok. Sì... Sì... è stato un piacere anche per me, ci vediamo dopo domani. Arrivederci.

Appena chiuse la telefonata i suoi occhi si posarono sui suoi genitori, sorrise, li avrebbe resi fieri di lei e avrebbe potuto rimediare anche se, solo in parte a tutto ciò che avevano vissuto per colpa sua.

-Cosa hanno detto?

-Ho vinto. Le mie fotografie finiranno sul numero speciale del centenario della rivista. Vogliono che collabori con loro, dobbiamo tornare in città, oggi devo passare da loro nei loro uffici e domani sera devo andare alla sede principale per la mostra che verrà inaugurata dopo domani con una grande festa in cui mi consegneranno il premio... 150.000 dollari.

-Wow!

Uscì solo questo dalla bocca di suo padre era in estasi.

-Ma dopo domani è la vigilia del Thanksgiving day! Non tornerai in tempo

Disse Emma un po' dispiaciuta poi si riprese dai suoi pensieri

-Devi partecipare ad una festa? Dobbiamo correre ai ripari! Dobbiamo passare in centro a comprare un bel vestito! Morgan prendi il cappotto... usciamo!

-Mamma, papà... aspettate solo un secondo, voglio dirvi... grazie... grazie di tutto. Vi voglio bene!

-Anche noi te ne vogliamo piccola ma ora usciamo o troveremo tutto chiuso.

Kyra osservò sua madre scorrere i vestiti dell'atelier italiano che aveva scelto come prima tappa, era certa che li avrebbero trovato ciò che cercavano

-Mamma costa troppo!

-Provati questo vestito e quelle scarpe... e... signorina ci può portare questa pochette in un colore che si abbini a queste scarpe? Grazie... Tesoro, non fare quella faccia, è un'occasione che capita solo una volta nella vita... e tu la meriti più di tutti, quindi fa come ti dico.

Si rassegnò ed entrò nel camerino a provare quel vestito, una delle sue poche fortune era il suo fisico, difficilmente trovava qualcosa che le stava male indosso... infilò le scarpe ed uscì finendo di far salire la lampo laterale

-Che te ne sembra?

-Perfetto!

Mentre rientrava nel camerino e si cambiava sentiva sua madre che stava comprando altro e cercò di rivestirsi nel più breve tempo possibile ma quando uscì era già alla cassa a ritirare le borse con suo padre.

-Che altro hai preso?

-Un copri spalle in eco pelliccia bianco fa freddo la sera, un completo gonna giacca e camicia, due maglioncini e due paia di jeans... e un cappotto da giorno.

-Non ne avevo bisogno...no, aspetta esistono i cappotti da giorno???

-Non ti mettere contro tua madre! Fidati di me, io la conosco bene... farà comunque ciò che vuole!

Le disse suo padre mettendole un braccio attorno alla vita e camminando con lei.

-Vi ho sentiti... aumentate il passo che dobbiamo ancora comprare due cose e poi andare alla sede del giornale.

Kyra si fermò, ebbè un illuminazione!

-Mamma ma perché tu non vai a fare shopping e papà mi accompagna al giornale? Tanto non mi lasceresti scegliere niente...

-Fate come volete, portate in macchina questi... ci vediamo qui tra un ora ok?

-Ok, a dopo! Papà andiamo prima che cambi idea...

-Grazie tesoro! Avevo proprio bisogno di venir salvato!

-Vi ho sentiti... di nuovo!

Suo padre decise di attenderla nell'atrio leggendo una copia della rivista, Kyra salì con l'ascensore al piano in cui aveva consegnato il plico con le fotografie.

-Salve Signora Johnson... Congratulazioni!

-Grazie... Mi hanno detto di passare da voi.

-Sì certo! venga, andiamo in ufficio.

Kyra la seguì in silenzio, non sapeva che dire, non era mai stata una gran chiacchierona.

-Eccoci qui... Vediamo...

Disse aprendo un cassetto ed estraendo una cartellina Rossa con all'interno vari fogli tra cui la copia dei suoi documenti

-Prima di tutto le consegno l'originale dell'assegno relativo alla vincita. Durante la premiazione le verrà consegnato il classico assegno gigantesco per le fotografie di rito, ma questo è più pratico da portare in banca!

Sorrise e lo fece scorrere sul tavolo che le separava, le passò anche un foglio da firmare per ricevuta del premio. Notò che le tremava un po' la mano mentre scriveva il suo nome. Era molto emozionata.

-In questa busta c'è la prenotazione del hotel a suo nome e il biglietto aereo per raggiungere la nostra sede principale, ci sarà una macchina ad attenderla in aeroporto, non si deve preoccupare di nulla. Abbiamo pensato a tutto noi.

-Esattamente cosa dovrei fare io?

-Nulla, presenziare alla premiazione, fare qualche fotografia con il presidente, e inaugurare con lui l'apertura della sala dove sono state esposte le gigantografie delle sue foto. Dovrà poi fare lo stesso la settimana successiva nella sede di New York.

-Tutto qui?

-Sì. Avrà l'auto sempre a sua disposizione, quindi si porti la macchina fotografica e ne approfitti!

-Lo farò.

-Ed ora veniamo a noi. Vorremmo vedere in anteprima le sue prossime fotografie e pubblicarle in una sezione dedicata. Le proponiamo una collaborazione le daremo uno stipendio fisso di 2.000,00 dollari, lei in cambio dovrà viaggiare, noi le forniremo dei carnet di biglietti aerei, lei sceglierà dove andare... Se le fotografie verranno pubblicate tutte le spese relative a quel viaggio le verranno rimborsate oltre a riconoscerle un compenso per le fotografie che utilizzeremo, altrimenti verranno pagati da noi solo i biglietti aerei utilizzati. Che ne pensa? Mi sembra un offerta vantaggiosa. Ma per ora ci pensi, ci sentiamo quando rientra dalla premiazione, non c'è fretta è un progetto che inizierà con l'anno nuovo.

Kyra pensò che era una grande opportunità. Pensò alle parole che le aveva detto Robert sulla terrazza dell'ospedale e seguì il suo cuore

-Non sono una persona che ci deve pensare troppo, ho già deciso e accetto la vostra offerta di collaborazione.

-Perfetto! noi amiamo le persone decise. Ci vediamo alla premiazione!

Sì strinsero la mano e si salutarono. Kyra tornò da suo padre che non chiese nulla gli bastò guardare il sorriso sul volto di sua figlia per capire come era andata.

-Andiamo a recuperare mamma, stasera dobbiamo festeggiare!

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