Capitolo 29

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Quella mattina come oramai d'abitudine Emma, entrava nella stanza di Kyra con il vassoio della colazione augurandole buona giornata

-Mamma tutte le mattine continuo a dirti che non dovete fare tutto questo per me e voi puntualmente lo fate ogni mattina?

-Tesoro, se non lo facciamo per te, per chi dovremmo farlo? e poi tuo padre si alza prima solo per prepararti i pancakes come quando eri bambina... come posso dirgli di non farlo?

Guardò sua madre mentre apriva le tende era di una dolcezza infinita. Era felice, iniziò a domandarsi perché aveva scelto di tagliarli fuori dalla sua vita per così tanto tempo. Ripercorse il passato e ricordò la vergogna provata nella certezza di averli delusi con il suo comportamento irresponsabile. Ricordò quando prese quel primo autobus che la portò lontana da casa alla ricerca di una pace che poi riuscì a trovare solo attraverso l'aiuto dei gruppi degli anonimi alcolisti, che frequentò da quel giorno in poi. Cambiava città, lavoro, ma c'era sempre una costante... gli incontri degli anonimi alcolisti.

Quando arrivò a Los Angeles aveva pensato di chiamare i suoi genitori, di dire loro che stava bene, ma poi, la paura di commettere altri errori o di ricadere nell'alcool l'aveva fatta desistere. Ne avrebbero sofferto troppo e non lo meritavano.

Sua madre uscì dalla stanza e lei si alzò, prese un pancake in mano e mordendolo si avvicinò alla finestra, un'altra giornata grigia e fredda. Quel posto era proprio l'opposto di quello che aveva scelto per vivere. Guardò il cellulare, nessuna chiamata, nessun messaggio. Erano passati già tre giorni dal suo messaggio, possibile che Robert non avesse ancora ricevuto il suo messaggio? che non avesse avuto ancora il tempo di rispondere? Prese coraggio e fece partire la chiamata, era abbastanza presto ed era quasi certa che le star di Hollywood non lavorassero a quell'ora... Spento. Sentì risuonare le parole di Anthony nella sua testa, tra una settimana Robert sarebbe stato a Chicago per girare un film quindi mancava solo qualche giorno.

Come ogni giorno si lavò e si vestì, quando scese in cucina trovò suo padre che beveva il caffè appoggiato al tavolo della cucina, le augurò buongiorno prendendole una tazza di caffè e glie la passò insieme ad alcune pagine del giornale sorridendo ed indicando un articolo.

-Non è quell'uomo che è venuto in ospedale?

Kyra sentì il vuoto formarsi tra la gola e lo stomaco, c'era una foto di Robert che firmava autografi sorridente fuori dal set prima di salire su un'auto... Prese il giornale ed iniziò a leggere con attenzione ogni singola riga, infine le uscì di bocca un "solo questo?" a conclusione della delusione per quell'articolo che non diceva nulla. Parlava dei suoi capelli, del suo vestito e che si era già rimesso al lavoro dopo l'incidente. L'unica cosa che trovò interessante era la data impressa sulla foto, era del giorno dopo la sua partenza per Chicago, quindi non le avevano risposto alle chiamate perché stavano lavorando.

-Cinque minuti e usciamo. Preparati.

Annuì mentre ripiegava il giornale, salì in camera sua, prese la borsa e scese mentre il telefono di casa iniziava a squillare "Anthony". Da quel giorno in cui le aveva detto ciò che provava per lei non aveva più parlato con lui, ogni mattina lui chiamava e lei lasciava che ci parlasse sua madre, le aveva spiegato cosa si erano detti ed il perché della sua chiusura totale nei suoi confronti. Emma baciò marito e la figlia prima di rispondere

-Kyra... dimenticavo... leggi questo! potresti provarci.

Kyra prese la rivista poco convinta ed uscì raggiungendo suo padre che l'aspettava in macchina nel vialetto con il motore già acceso per far scaldare l'abitacolo.

Tutte le mattine l'accompagnava al centro per la fisioterapia, oramai riusciva a muoversi senza sentire troppo dolore, lui poi andava a fare le commissioni per sua madre. Si ritrovavano poco prima di pranzo per tornare a casa insieme e nel pomeriggio lei si dedicava agli esercizi per la memoria che le aveva consigliato uno specialista che avevano consultato il giorno dopo il suo arrivo a Milwaukee.

Dreaming CaliforniaWhere stories live. Discover now