Capitolo 27

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-Vado a farmi una doccia, mi porti il tuo computer? devo fare una ricerca.

-Certo capo. Te lo lascio acceso sul tavolino ma non fargli prendere il volo come ai vasi dell'hotel!

-Promesso.

Robert prese una lattina di soda dal frigobar e si mise a sedere in terrazza, quando arrivò Jimmy con il pc rientrò all'interno.

-Te lo lascio acceso io vado a riposare un po'.

Si mise a sedere sul divano di fronte allo schermo e digitò sulla tastiera ciò che voleva trovare.

"Ripresa dal coma vigile, perdita temporanea della memoria" lesse i titoli dei primi risultati finché non trovò la pagina che attirò la sua attenzione. Si immerse nella lettura di quella dispensa universitaria, nessuna controindicazione nel rendere i pazienti coscienti di ciò che avevano dimenticato se non uno sbigottimento momentaneo. Avrebbe dovuto lavorare sul concentrarsi, in una sorta di allenamento delle funzioni cognitive tramite sedute con neuropsicologi, ergoterapisti ed altri terapisti formati in modo specifico per la riabilitazione da questi traumi.

Bene non era certo un problema per lui trovare i migliori specialisti perché aiutassero Kyra.

Spense il pc, impostò la sveglia al telefono, si tolse i vestiti e si infilò nella doccia. Aveva ottenuto molte informazioni, ora sapeva cosa fare. Sì lavò e si asciugò. Recuperò il suo pigiama e la maglia che aveva indossato Kyra e si sdraiò sul letto dopo aver chiuso tutte le tende. Doveva dormire e aiutandosi con la respirazione scivolò in un sonno ristoratore.

Kyra quella mattina si sottopose a diverse nuove analisi, si sentiva bene, non voleva fare altri controlli ma tutti insistevano e finì per farsi fare tutti quei test ed esami. Infine non le seppero dire qualcosa in più rispetto a quello che già sapevano. Si sentiva dispiaciuta, sola, qualcosa le mancava ed iniziò a pensare che ciò che la faceva sentire così forse si trovava a Los Angeles. Forse aveva lasciato qualcosa o qualcuno là. Quei pensieri non la abbandonarono per tutta la mattina, subito dopo pranzo lasciarono rientrare Anthony che l'aveva raggiunta dal bar dove aveva mangiato un panino.

-A cosa pensi?

-Non so' Anthony, credo... ho come l'impressione di essermi dimenticata qualcosa di importante.

-Io credo solo che tu ti stia fissando su dei particolari senza importanza. C'è un buco nella tua memoria... ma sai cosa penso? che se non ricordi qualcosa quel qualcosa non era così importante.

-Non so...

-Guarda cosa ho trovato a casa in una vecchia scatola? ...Quando ho saputo dai tuoi genitori... Ho pensato di portartela.

Kyra lo guardò non aveva proprio idea di cosa poteva esserci in quella scatola, l'aprì e restò a bocca aperta.

-La mia vecchia Nikon reflex... è bellissimo riaverla! ma non funzionava più... ti ricordi che mi era caduta?

-L'ho fatta aggiustare, erano solo un paio di ingranaggi che si erano rotti... provala.

Un po' stupita prese l'obbiettivo dalla custodia e lo montò sul corpo della macchina, mise a fuoco e scattò un paio di scatti, allontanò il viso dalla macchina, pigiò il tasto e guardò le immagini sul piccolo monitor erano perfette.

-Grazie! sei stato veramente molto dolce a pensare di fare questo per dopo tutto...

-Penso che dovresti concentrarti recuperando le tue vecchie passioni invece di fossilizzarti sui ricordi che hai perso.

-Forse hai ragione...

-Domani ci daranno gli ultimi esiti così sapremo quanti altri giorni dovrai stare qui, poi, pensavo che potresti venire con me a Chicago per qualche tempo... I tuoi abitano a due ore da casa mia... Potresti restare quanto vuoi e poi... ne sarei davvero felice.

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