Dreaming California

Af RoxyEfp

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Kyra incontra Bob ( Robert Downey Jr ) senza immaginare chi si celi dietro a quell'apparente persona comune... Mere

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
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Capitolo 35
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Capitolo 37
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Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 28

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Af RoxyEfp

Kyra si alzò ed andò a sciacquarsi il viso. Si sentiva accaldata e sapeva bene il perché, non riusciva a spiegarsi però, perché quell'uomo riusciva a farle quell'effetto. Guardò l'anteprima delle fotografie che gli aveva fatto. Sorrideva e guardava diritto nell'obbiettivo. Certo, era parte del suo lavoro stare di fronte all'obbiettivo, ma glie le aveva scattate mentre lui non se l'aspettava eppure era la perfezione fatta a persona.

Spense la luce e cercò una posizione in cui riuscire a dormire, con tutti quei lividi le risultava difficile riuscire prendere sonno, questo si andava sommando al sapore ed al profumo di Robert. Si rassegnò, quella notte non sarebbe riuscita a prender sonno facilmente, poi sorrise di se, delle cose che era riuscita a dire, iniziò a sperare che la giornata passasse in fretta. Aveva molte domande a cui Robert avrebbe dovuto rispondere e ne era certa, lui conosceva le risposte.

Robert si sentiva esaltato, felice, doveva solo lasciar passare quella giornata. Era sicuro che Kyra non ci avrebbe messo molto a sommare tutto, capire e forse ricordare, ma avrebbe aspettato tutto il tempo necessario perché lei ricordasse, ora doveva solo riposare e trovare una buona pizzeria.

Arrivato in albergo si mise la tuta e una maglia, quella notte era più calda delle altre o era lui che la percepiva così? sorrise... conosceva la risposta. Prese il telefono per mandare un promemoria a Jimmy. Aveva intenzione di andare a correre, comprare delle ciambelle da portare a Kyra "se non mi lasciano entrare glie le consegnerà un infermiera". Poi voleva contattare quegli specialisti per farsi dare un parere sulla situazione di Kyra, magari chiedergli di venire a Miami per un consulto.

Vide che aveva dei messaggi non ancora aperti, uno di questi era di Susan di qualche ora prima "Mi dispiace. Questa situazione sta facendo saltare i nervi a tutti quanti. Torno a L.A. quando torni ci sentiamo e vediamo di sistemare le cose. Cerca di stare tranquillo si risolverà tutto. Nonostante tutto sono dispiaciuta per ciò che ti sta accadendo". Robert rimase colpito da quelle parole, per la prima volta, dopo tanto tempo stava dimostrando di avere un cuore, di non preoccuparsi delle apparenze ma per le vite delle persone. Decise di risponderle e di aggiornarla. Era dispiaciuto che si sentisse in colpa, anche lui aveva i nervi a fior di pelle "Ehy, non preoccuparti ora va molto meglio, grazie per la tua disponibilità e per aver capito. Kyra sta molto meglio, abbiamo passato la notte a parlare e direi che inizia a ricordare. Torneremo presto a L.A. forse già in settimana, appena i medici la lasceranno uscire dall'ospedale. Ti chiamo".

Si lavò i denti e si mise a letto, stava ormai albeggiando e si chiese se stava dormendo o se come lui si sentisse ancora su di giri e non avvertisse la stanchezza. Avrebbe dovuto comprarle un nuovo telefono visto che il suo era andato perso nell'incidente.

-Buongiorno, sono Susan Downey, dovrei rintracciare telefonicamente Mr. Anthony O'Neal. Doveva chiamarmi perché devo fornirgli un numero aggiuntivo della copertura assicurativa per le cure di Kyra Johnson... So' che non è nella procedura fornire numeri di telefono, ma se potesse fare un eccezione visto il caso... Grazie attendo in linea... La ringrazio è stata veramente molto gentile.

A-Pronto?

S-Mentre lei dorme, Kyra e mio marito passano tempo insieme. Le avevo detto che doveva tenerli lontani.

A-Ma che ore sono?

S-E' l'ora di svegliarsi! Le ho spianato la strada per riconquistarla e allontanarla da mio marito, non perché restasse in hotel a dormire. Oggi veda di risolvere questa faccenda o lo farò io ma poi non si aspetti riconoscenza.

A-Non si preoccupi. Entro 15 minuti sarò in ospedale e risolverò la faccenda.

S-Me lo auguro!

Susan chiuse i bagagli e ordinò la colazione in camera e la fece servire in terrazza.

Robert bussò alla porta di Susan si era già preparato per andare a correre, e stava scendendo quando in corridoio incontrò la tata di Exton scendere a fare colazione

-Buongiorno Ingrid, Exton è sveglio?

-Sì Mr. Downey. Vuole che glie lo porti?

-No grazie, ci penso io.

Entrò nella stanza si guardò attorno ma non vide ne Susan ne Exton il cameriere rientrò dalla terrazza con il carrello su cui aveva portato la colazione

-La Signora è in terrazza.

-Grazie, buona giornata.

Robert bussò allo stipite della grande finestra attirando l'attenzione di Susan ma soprattutto del curiosissimo piccolo Exton che lo chiamò a gran voce "papà!"

-Buongiorno Susan, posso?

Chiese facendo cennò a Exton seduto nella sua seggiola. Susan sorrise ed annuì mentre beveva il suo caffè

-Vuoi un caffè?

-No sto per andare a correre... poi passo in ospedale.

-Allora papà ti aiuterà a mangiare la frutta.

Disse passando a Robert il vasetto che la conteneva il piccolo iniziò dimenarsi mentre stava in braccio. Robert pensò che poteva ritardare di una mezzora la sua uscita e dedicare un po' di tempo al piccolo. Susan vedendolo avvicendarsi con il piccolo si rilassò un po', stava dando del tempo in più a Anthony per sistemare le cose.

Robert salutò Susan e Exton mentre salivano sul taxi con la tata e la guardia del corpo che li avrebbe portati all'aeroporto. A quell'ora i fans non erano ancora arrivati, si sistemò il berretto e si incamminò verso la caffetteria per comprare le ciambelle, la voglia di correre gli era passata, forse colpa di un po' di malinconia che gli venne nel lasciare quel piccolo lui, che faceva ciao dal finestrino del taxi mentre si allontanava. Così prese la colazione per due e si avviò verso l'ospedale. In auto gli era sembrato molto più vicino e fu felice di aver pensato di farsi dare i bicchieri termici anziché quelli normali perché ci stava mettendo più del previsto. Vide passare un taxi e lo prese al volo, non voleva che il caffè si freddasse, aveva già camminato per più di mezzora. La corsa fu breve, arrivò subito all'entrata principale, pagò e si avviò verso gli ascensori, decise all'ultimo minuto di salire al quinto piano e poi di scendere attraverso le scale che portavano a metà del corridoio del reparto del quarto piano così da bypassare il controllo delle infermiere al banco informazioni. Si sarebbe trovato a pochi passi dalla stanza di Kyra, le avrebbe augurato buona giornata con un bacio e lasciandole caffè e ciambelle e poi sarebbe tornato in hotel per chiamare quei medici il cui numero era stato recuperato da Jimmy.

Aprì la porta e l'inserviente stava facendo il letto

-Cerca qualcuno?

-Kyra Johnson.

-E' stata dimessa questa mattina.

-Dimessa? come dimessa?

-Chieda all'infermiera al banco informazioni.

Robert arrivò al banco praticamente correndo, che significava che era stata dimessa? Chiese informazioni fingendosi calmo

-Cercavo Kyra Johnson ma mi è stato detto che è stata dimessa.

L'infermiera digitò sulla tastiera del pc

-Sì. Questa mattina ha lasciato l'ospedale.

-Avete un suo recapito?

-Non siamo autorizzati a rilasciare i contatti inseriti nel database.

-Ascolti io mi chiamo Robert Downey Jr. e se controlla la scheda di Kyra Johnson vedrà che il numero di assistenza assicurativa è a mio nome. Non sono un estraneo.

L'infermiera guardò di nuovo lo schermo e prese un post-it, scrisse in fretta il numero di telefono che risultava come recapito.

-Grazie.

Le disse Robert prima di allontanarsi camminando verso la saletta d'attesa digitando quel numero sulla tastiera del suo cellulare.

-"Il numero chiamato è stato disattivato"

-Buongiorno dormigliona! Porto buone notizie!

Kyra si stropicciò gli occhi guardando stranita Anthony stranamente di buon umore

-Che succede?

-Tra mezzora possiamo andarcene.

-Cosa?

Si mise seduta sul letto pensando di non aver capito bene.

-Esatto. Ho parlato poco fa con il medico e vedi questo foglio? dice che puoi vestirti e venire con me. Ecco perché ti ho portato una camicia, un paio di leggins, e queste scarpe, sperando che ti riesca metterli senza troppa difficoltà. Sei contenta?

-Io... Sì certo ma ora che dovrei fare?

-Vai in bagno, lavati e vestiti. Io ti aspetto qui.

Kyra entrò in bagno mentre sentiva dare la buona notizia al telefono a sua madre

-Ho saputo che hai avuto visite ieri sera.

Kyra non sapeva che dire, approfittò del fatto che si stava lavando i denti per emettere solo un suono incomprensibile

-Robert mi ha detto che avete parlato stanotte, che ti ha fatto compagnia... quell'uomo è incredibile no?

-Sì assolutamente.

Le sembrò sincero quindi osò

-Dovrei avvisarlo... Ha detto che sarebbe tornato stasera.

-L'ho già avvisato via messaggio perché oggi doveva lavorare fuori Miami, mi ha chiesto di aggiornarlo e appena ho saputo l'ho messo al corrente tramite il suo assistente

-E cosa ti ha detto?

-Che settimana prossima viene a Chicago per girare un film, si dovrà trattenere lì per qualche mese e che vi vedrete la...che si farà sentire lui appena può

-Ah...

-Dimenticavo, ha fatto recapitare qui questo per te.

Era una piccola scatola rigida. L'aprì al suo interno Kyra trovò un telefono nuovo ancora imballato con tanto di scheda telefonica. Kyra sorrise e accese il telefono. Prese i vestiti ed andò in bagno a cambiarsi. Pochi minuti dopo fu pronta per uscire. Anthony aveva preso tutte le sue cose e le aveva riposte in una borsa da viaggio. Si mise a sedere sulla sedia a rotelle che le avevano portato le infermiere, nonostante stesse bene per effettuare il percorso fino all'uscita le era stato imposto l'uso della sedia a rotelle.

All'entrata presero un taxi che aveva appena lasciato delle persone e Kyra si sentì tesa, come se andare in auto la innervosisse. Guardò il panorama per un po' poi Anthony richiamo la sua attenzione

-Andiamo a prendere i tuoi genitori e poi andiamo direttamente in aeroporto, prendiamo il primo volo per Chicago. Scusami se facciamo tutto in fretta ma, visto che stavi bene ho fissato degli impegni importanti al lavoro che avevo posticipato

-Nessun problema. Tanto non mi andrebbe di fare la turista.

Un'ora dopo erano ai banchi della American Airlines e Anthony stava acquistando i biglietti, ebbero il tempo per prendere un caffè nella sala d'attesa della prima classe mentre Anthony e sua madre le stavano comprando dei vestiti pesanti, Chicago aveva temperature molto inferiori a quelle di Miami. Poco dopo chiamarono il volo e si avviarono lentamente verso l'imbarco. Prima che venisse dato il segnale di spegnere i telefoni Kyra diede uno sguardo allo schermo di quel nuovo modello. Nessun messaggio in arrivo. Lo spense sperando di riuscire a dormire un po' durante il volo.

Non riuscì a chiudere occhio in quelle 3 ore di volo. Il suo pensiero era a Robert, a quella notte e ora? quando si sarebbero rivisti? l'aspettava una lunga settimana di fisioterapia e sperò che quell'impegno riuscisse a distrarla. Non era ancora ora di pranzo quando scesero dall'aereo, Anthony si occupò dei bagagli con il padre di Kyra mentre lei si copriva aiutata dalla madre, fuori pioveva e c'erano poco meno di 10 gradi, l'ultima cosa che voleva era prendersi un raffreddore.

-East Garfield Park, 3231 West Madison Street, per favore.

Durante il trasferimento in taxi Anthony li invitò a casa sua per pranzo visto che il treno per Milwaukee era stato prenotato per il tardo pomeriggio anche per dare il tempo anche ai genitori di Kyra di riposare qualche ora. Non erano abituati a viaggiare. Kyra considerò che era davvero molto gentile, si prendeva cura di lei e dei suoi genitori. Pensò di non meritare tutte quelle cortesie, dopo tutto gli aveva rovinato la vita.

-Robert mi vuoi dire che cosa è successo?

Jimmy era davvero preoccupato, da quando era rientrato in camera Robert non faceva altro che comporre quel numero di telefono. Aveva chiamato la compagnia telefonica, il centralino dell'ospedale, ed ora stava cercando online qualsiasi dato che potesse portarlo a Kyra compreso la ricerca di tutti Johnson possessori di un recapito fisso. Ricerca assurda ma avrebbe chiamato ogni singolo numero. Non poteva sparire così. Non lei. Non senza lasciargli un messaggio. Non dopo quella notte. Si maledì, avrebbe dovuto restare in quella stanza, nessuno avrebbe potuto dirgli di andarsene e Kyra di certo non l'avrebbe chiesto.

-Robert...

Rinvenne da tutti quei pensieri e vide Jimmy preoccupato seduto accanto a lui. Si passò le mani tra i capelli e sul viso cercando di riacquistare lucidità

-Kyra è stata dimessa questa mattina. Sono arrivato in ospedale e lei non c'era. Sono riuscito a farmi dare il recapito dall'infermiera e quel maledetto numero risulta disattivato!

-Com'è possibile? fammi provare...

Provò dal suo telefono e poi dal fisso. Robert non aveva commesso qualche errore di digitazione in preda all'agitazione. Era disattivato.

-Ora chiamo in ospedale e gli faccio controllare il numero.

Robert appoggiò la schiena al divano restando in attesa che Jimmy riuscisse ad ottenere qualche altra informazione.

-Sì, salve, questa mattina mi avete fornito un numero legato ad una paziente appena dimessa, Kyra Johnson... no, lo so che non potete fornire informazioni sui pazienti, ma devo fornire questo recapito all'assicurazione per la copertura delle spese mediche. Non so, se vuole posso leggerle il numero e lei mi conferma l'esattezza, così in teoria non mi sta fornendo nessun dato... Lei è davvero una persona gentile... Kyra Johnson... grazie... sì mi dica prendo nota... il numero corrisponde ma è disattivato. Hanno lasciato degli altri recapiti? Un indirizzo? Capisco... grazie comunque.

-Che ti ha detto?

-Il numero è giusto, è l'unico che hanno e l'indirizzo... è quello di casa tua... l'ho scritto io sui moduli quando è stata ricoverata perché non sapevo che scrivere... e le infermiere non potevano accettare il modulo se non compilato.

-Non può essere scomparsa! Ci deve essere un modo... Sono sicuro che non voleva...

-Io penso che lei non stia scappando da te Robert... Tu sei qui che impazzisci per trovarla, ma la soluzione è semplice... Dove vi siete conosciuti? Dove abita? Dove lavora? Los Angeles! è lì che dobbiamo tornare... perché è lì che lei tornerà... Non puoi restare in questo albergo sperando che lei recuperi la memoria e che si ricordi in quale albergo alloggiava con te per venire a cercarti... non ha senso! Lei tornerà a Venice... a casa sua... quella che era la sua casa e la sua vita anche prima di conoscerti.

Robert si strizzò gli occhi con le dita, poi annuì

-Forse hai ragione... Chiama Peter e chiedigli se possiamo girare le mie scene. Voglio tornare a casa il prima possibile.

Kyra fissava un punto indefinito fuori dalla finestra del salotto in quella casa che non conosceva mentre i suoi genitori si rilassavano davanti alla tv. Fissava le gocce scendere lungo il vetro, unirsi una all'altra per poi scivolare veloci verso il basso

-A cosa pensi?

-A... nulla.

-A Robert?

-Forse.

-Cosa ti preoccupa?

-Non so, ma non è da lui. Non ha chiamato... nemmeno un messaggio.

-Vuoi il numero del suo assistente? Potresti accertarti che vada tutto bene.

Kyra annuì rilassando il viso, prese il telefono dalla tasca ed attese che Anthony scorresse la sua rubrica fino a trovare il numero.

Anthony trovò il numero che stava cercando, un vecchio numero che teneva in studio per le emergenze ma non lo usava mai, era sempre spento. Dettò il numero a Kyra che lo ringraziò allontanandosi di qualche passo prima di far partire la chiamata.

Era spento, si voltò verso Anthony scuotendo la testa

-E' spento.

-Staranno lavorando. Non so come funzioni ma credo che non sia consentito tenere i telefoni accesi mentre si gira un film.

-Sì forse hai ragione.

-Manda un messaggio... Quando lo vedrà ti farà chiamare.

Era una buona idea. Si mise seduta vicino a quella finestra e cercò le parole mentalmente prima di iniziare a scrivere "Ciao sono Kyra, sono arrivata a Chicago e va tutto bene, puoi riferire a Robert che aspetto che mi chiami? Ho bisogno di parlare con lui"

-Allora che ne pensi di Chicago?

-Direi che è... umida e... fredda...

Anthony rise

-Non è sempre così te lo assicuro. Potrebbe anche piacerti. C'è il lago, a poche ore la montagna, la città è molto verde... e poi, ci sono io.

Kyra sorrise mentre lo ascoltava, stava dicendo sul serio? Non commentò preferì il silenzio. Non sapeva dove volesse andare a parare con quella frase

-Potresti... potresti prendere in considerazione l'ipotesi di restare qui se ti va.

-Anthony io...

-Lo so, lo so devi ritrovare te stessa, ma perché farlo da sola? Stavamo bene insieme...eravamo felici... potremmo esserlo ancora se solo tu volessi.

-Mi stai mettendo a disagio...

-Scusa non era mia intenzione è che sono così felice che sei qui che ora vorrei restassi per sempre. Rivederti, è stato come se il tempo non fosse passato. Io ti amo ancora.

Anthony si chinò verso di lei per baciarla ma Kyra mise le mani sul suo petto fermandolo.

-Anthony davvero non è il caso.

Tornò al suo posto dispiaciuto della sua reazione

-Mi dispiace.

Kyra andò a sedersi vicino alla madre sul grande divano mentre Anthony raggiunse la cucina per controllare il pranzo che stava cucinando.

-Mamma posso stare da voi?

-Certo, ma pensavo aveste deciso di riprovarci voi due...

-No... io non ho deciso niente... e se per voi è un problema dimmelo, torno a Los Angeles. Ho una casa li.

Fortsæt med at læse

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