Dreaming California

By RoxyEfp

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Kyra incontra Bob ( Robert Downey Jr ) senza immaginare chi si celi dietro a quell'apparente persona comune... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 21

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By RoxyEfp

La serata impegnò tutti, Kyra si sentì molto bene dopo quella serata di lavoro, ogni tanto nei momenti di calma si soffermava a guardare Indio. L'impegno che metteva in quello che faceva era notevole, ammise a se stessa che Robert aveva fatto davvero un ottimo lavoro, non era per nulla un figlio di papà come quelli che arrivavano spesso in tarda serata pretendendo che la cucina riaprisse solo perché loro erano figli di... Ma anche Robert era così, una persona semplice, che nonostante il denaro e il successo non pretendeva e non amava farsi riconoscere. Quei pensieri la fecero sentire vagamente malinconica, gli mancava Robert, e la settimana era appena iniziata.

Kyra prepara il conto del 12 e poi chiudiamo.

TJ restò seduto al bancone mentre faceva cenno ad una delle cameriere di avvicinarsi al bancone per portare il conto a quel tavolo.

Kyra ripose il conto e iniziò le procedure di chiusura della cassa, trascrisse i totali sui libri contabili e spense i pc, infine passò la busta con l'incasso a TJ che si avviò verso l'uscita per dirigersi alla cassa continua della banca di fronte per depositare quei contanti.

-Kyra vai a casa, chiude Jess.

Kyra annuì e salutò con un cenno della mano, mentre riponeva il pagamento dell'ultimo tavolo nella cassa. Si avviò per recuperare i suoi effetti e una volta pronta passò a salutare Jess che stava terminando le pulizie in cucina, ritornò alla sua postazione solo per abbassare le luci e lasciare accese solo quelle che poi sarebbero state spente da Jess all'ingresso prima di chiudere. Trovò Indio con il suo giubbotto seduto al primo sgabello che l'attendeva mantenendo le sue promesse. Si scambiarono un sorriso ed uscirono insieme.

Aveva smesso di piovere, le strade erano ancora bagnate ma il cielo si stava liberando dalle nubi, le fece pensare che, con molta probabilità l'indomani mattina avrebbe potuto andare a correre.

-Davvero, guarda che non è necessario che tu mi scorti fino a casa... abito qui dietro.

-Mi fa piacere farlo, non preoccuparti. Quando torna potremmo anche uscire a cena tutti insieme, cioè, porto anche la mia fidanzata... se ti va.

-Certo, sarebbe... carino... ma... penso che forse dovremmo attendere che Robert rientri prima di fare programmi.

Il viso di Kyra si scurì pensando all'incontro che si era tenuto quella sera, Indio lo notò subito.

-Sai, quando mio padre intraprende una strada, lo fa sempre e solo per amore... e nulla può riuscire a fargli cambiare idea.

Kyra sorrise pensando che era davvero molto gentile a spendere delle parole così belle solo per sollevarle l'umore.

-Ecco, siamo arrivati, io abito qui, hai tenuto fede al tuo impegno. Grazie di tutto.

-Buona notte Kyra.

Lo vide voltarsi e raggiungere a passi veloci la strada all'angolo ma rimase il in attesa finché lei non entrò e chiuse il portone dietro di se. Salì le scale lentamente, appena entrò in casa si tolse le scarpe, si infilò in bagno e si fece una doccia. Indossò una maglia e si mise seduta sul divano. Il suo unico pensiero era Robert, avrebbe voluto sapere cosa si erano detti o forse non lo voleva sapere. Temeva di sentirsi dire che Susan era sempre sua moglie e che avrebbe messo in ordine la sua vita e la sua famiglia. Quell'idea le metteva tristezza e si sentì in colpa per non riuscire ad essere felice per lui.

Prese il telefono che era rimasto lì tra i cuscini, c'era un messaggio di Robert che le augurava buona notte "nonostante sia all'Hilton, in una suite piena di confort e vista sull'oceano in questo momento riuscirei ad addormentarmi solo avendoti qui al mio fianco. Vorrei essere nel nostro letto, abbracciato a te... solo così riuscirei a dormire, respirando il tuo profumo, buona notte ti chiamo domani" Robert aveva bisogno di lei quanto lei sentiva il bisogno di avere lui al suo fianco.

Compose il numero della società dei taxi attese la risposta dall'operatore e chiese un taxi per l'aeroporto, prima possibile, riattaccò e prese dei jeans dall'armadio, si infilò dei vestiti a strati, maglia maniche corte e felpa leggera, un paio di scarpe da ginnastica e preparò il passaporto e la carta di credito vicino al telefono sul piano della cucina. Spense le luci e scese le scale non appena sentì il taxi fermarsi sotto casa. Era ora di buttare le sue paure dietro le spalle.

Chiamò la linea diretta per le prenotazioni dei voli e si fece prenotare un posto sul primo volo per Miami, il volo delle 6.00. Erano quasi le 4.30, avrebbe fatto in tempo ad arrivare in aeroporto e il volo sarebbe partito da lì a poco. Quando le indicarono il suo posto si mise a sedere.

-Tra quante ore arriveremo a Miami?

-Tra 5 ore saremo a Miami e saranno le 13,50 locali.

-Grazie.

Si appoggiò con la schiena sul sedile e cercò di rilassarsi senza riuscirci, stava per affrontare il suo passato e il suo futuro in una volta sola.

Prese il telefono e lo spense, chiuse gli occhi e riuscì a rilassarsi visualizzando nella sua mente il viso di Robert che le sorrideva, addormentandosi subito dopo il decollo. Si svegliò quando l'hostess diede le informazioni sull'imminente atterraggio a Miami "Il cielo è sereno a terra, ci sono 26 gradi e una leggera brezza da est. Vi auguriamo un piacevole soggiorno e vi ringraziamo per aver volato con noi".

Decise di andare in bagno prima che iniziassero le manovre di discesa, si sciacquò in fretta il viso sistemandosi i capelli e tornò a sedersi al suo posto attendendo l'atterraggio accettò il caffè che le offrì l'hostess che ripassava con il carrello per l'ultimo giro prima dell'arrivo.

Si sentiva estremamente tesa, non sapeva cosa aspettarsi da quella giornata ma era pronta a viverla, per la prima volta da molto tempo stava affrontando qualcosa di grosso senza il supporto di nessuno solo per "amore". Comunque fosse finita quella giornata aveva deciso che gli avrebbe detto quali erano i suoi sentimenti per poi essere pronta a sentirsi felice per lui qualsiasi fosse stata la sua decisione, era giusto così.

Scese dall'aereo e si ritrovò nel clima caldo che conosceva bene. Attese il suo turno per prendere il taxi e salì

-Hilton Hotel Ocean Drive per favore.

Il tassista non rispose, le fece un cenno con il capo e si mise subito in moto, il traffico era sostenuto ma scorrevole per essere le due del pomeriggio, la città era come sempre bellissima, esattamente come la ricordava. Abbassò il finestrino del taxi per respirare quell'aria che le era tanto famigliare. Giunta all'Hilton il portiere le aprì la portiera e vide una marea di ragazzine appostate dietro a delle transenne capì al volo che era l'hotel in cui stava alloggiando e in quel momento si rese conto che, non avrebbe mai potuto presentarsi alla reception e chiedere di lui se non avesse voluto fare la fine di quelle ragazzine dietro le transenne. Pagò il taxi e ringraziò il portiere, entrò nella hall e chiese una stanza, sorrise alla ragazza alla reception conversò con lei mentre la registrava.

-Ci sono sempre quelle ragazzine urlanti lì fuori?

-No signora. Solo in questi giorni perché ci sono alcuni attori che alloggiano qui.

-E rimangono appostate qui fuori tutto il tempo?

Chiese quasi sconvolta.

-No, ora conoscono più o meno gli orari e arrivano un paio d'ore prima. Quanti giorni pensa di fermarsi?

-Ancora non ho deciso. Se non è un problema la avviso più tardi, prima devo parlare con una persona.

-Nessun problema.

-Sto aspettando una persona, l'aspetto lì su quel divano, puoi farmi la cortesia di farmi portare un caffè?

-Certo, si accomodi pure, glie lo faccio portare subito.

Le diede la sua chiave elettronica, la carta di credito e il suo documento.

Decise di sedersi sui divani della hall in attesa del rientro di Robert, prese il telefono e lo accese, nessun messaggio, pensò che forse era con sua moglie. L'idea la intristì un po' ma poi pensò che poteva essere semplicemente ancora impegnato al lavoro, considerando che ore fossero a L.A. forse era normale che non l'avesse ancora chiamata.

Sorseggiò il suo caffè, e la sua attesa terminò dopo poco. Sentì le voci delle ragazze urlare il nome di Robert e alcuni uomini in giacca e cravatta appostarsi appena fuori dalla porta come a voler sbarrare la strada, le urla non cessarono nemmeno quando Robert affiancato da un uomo molto possente entrò nella hall togliendosi gli occhiali da sole. Le venne istintivo alzarsi in piedi ed andargli incontro mentre lui parlava di spalle con un altro uomo molto bello scherzando e ridendo. Un uomo in giacca e cravatta si mise tra lei e Robert.

-Non può passare miss.

-Lei non capisce, devo parlare con Robert.

Lui le sorrise come fosse una delle tante ragazzine la fuori, a Kyra non rimase che prendere il suo telefono, fare cenno a quell'uomo di attendere un secondo e dopo qualche secondo il cellulare di Robert iniziò a trillare nella sua tasca.

-Ma che bella sorpresa!

-Se tu dicessi ad uno dei tuoi armadi si spostarsi la sorpresa potrebbe essere migliore.

-Sei qui? dove sei?

Robert si guardò attorno cercandola mentre Kyra fece cenno all'uomo di voltarsi e guardare Robert.

-Mi sta cercando... posso?

Dopo aver guardato Robert con il cellulare in mano cercare con lo sguardo nella hall l'uomo si fece da parte e la lasciò passare ma Kyra rimase ferma in attesa che lui la vedesse.

-Mi scusi signora, ma, faccio solamente il mio lavoro.

-Nessun problema.

Kyra spense il telefono.

-Robert.

Lui finalmente la vide, chiuse il telefono e la guardò. Il suo sorriso si aprì raggiungendola a passi veloci, l'abbracciò forte e le disse piano all'orecchio

-Che sorpresa meravigliosa! sono felice tu sia qui!

-Anche io... mi mancavi. Dove possiamo parlare?

Robert la prese per mano.

-Devi registrarti dammi i tuoi documenti.

-Veramente ho appena preso una camera.

Gli mostrò la chiave elettronica e lui la prese dirigendosi verso la reception

-Questa non ti serve.

-Salve, mi cancella questa prenotazione e registra la signora nella mia suite per cortesia?

La ragazza la guardò e poi prese la chiave dalle mani di Robert

-Come desidera Mr. Downey.

Si congedò da tutti e la trascinò lungo il corridoio, salirono in ascensore e quando questo si aprì Robert aprì la porta della sua camera e la richiuse dietro di loro.

La baciò dolcemente tenendo il suo viso tra le mani. L'abbracciò forte, era davvero felice. Kyra sentendo le sue braccia avvolgerla e stringerla si sentì finalmente completa ed appoggiò il viso sul suo petto. Voleva parlare con lui prima che qualcuno potesse interromperli o che lui le dicesse del suo incontro con Susan.

-Robert volevo parlarti.

-Anche io. Vieni sediamoci fuori.

Kyra uscì sulla grande veranda convinta di essere seguita da Robert che invece la raggiunse dopo poco con due bicchieri di succo d'arancia in mano.

Sì sedettero e Kyra per un istante si perse in quell'azzurro tanto diverso dal colore dell'oceano che vedeva a Los Angeles.

-Sei venuta qui... per me?

-Sì. Non potevo aspettare il tuo ritorno per parlarti.

-Anche io devo parlarti... ma non volevo farlo al telefono.

Kyra pensò che avesse intenzione di dirle di Susan ma non voleva che le dicesse ciò che voleva dirle prima che gli confessasse i suoi sentimenti o sapeva non sarebbe più riuscita a dirgli nulla.

-Se non ti spiace prima vorrei dirti io.

Robert annuì e bevve un sorso di succo per poi posare il bicchiere sul tavolino li affianco.

-Robert, io... mi sono ritrovata a pensare a come ci siamo conosciuti, al tempo che abbiamo trascorso insieme, a tutto ciò che è stato e tutto ciò che nostro malgrado è successo. Non so se tutto questo doveva succedere o se forse sarebbe stato meglio per entrambi che non accadesse, ma, in tutta sincerità ci ho pensato e non voglio perderti... qualunque cosa succeda. Qualche settimana fa non sapevo nemmeno chi fossi, ed ora... la mia testa, il mio cuore mi portano sempre a pensare a te a desiderare di sentirti vicino a me ma questo sappiamo entrambi che non è giusto, forse è l'egoismo che mi ha portata fin qui, tu hai dei doveri da rispettare... Sei una persona splendida e lo è anche la tua famiglia, forse dovresti...

Abbassò il occhi per un istante, quelle parole faticavano ad uscire dalle sue labbra perché le faceva paura, lo amava e nonostante fosse disposta ad accettare tutta la sofferenza che ne sarebbe potuta venire era in difficoltà, forse avrebbe dovuto dirlo e basta senza altre prefazioni.

Robert le prese le mani che si stavano tormentando a quel contatto Kyra alzò subito lo sguardo e trovò gli occhi di Robert pronti a sorreggerla in quell'istante di difficoltà, le si avvicinò e baciò le labbra. Kyra sentì sciogliersi quel nodo che l'attanagliava appena le loro labbra si separarono fu Robert a sorprenderla, sussurrò piano

-Kyra... Ti amo... Non chiedermi di lasciarti andare.

Gli occhi di Kyra lasciarono sciogliere la tensione che la tormentava facendola uscire attraverso lacrime che le riempirono gli occhi

-Non potrei mai chiederti di lasciarmi andare... non ci riuscirei perché... ti amo.

-Dillo di nuovo.

-Non potrei mai

-No. Solo l'ultima parte per favore.

-Ti amo...

La baciò

-Ancora...

-Ti amo...

-Ancora...

-Ti am

Soffocò quelle dolci parole in un bacio pieno di passione, accompagnò le mani di Kyra perché si aggrappassero al suo collo mentre le sue la stringevano avvicinandola a se.

Bussarono alla porta.

Robert non era disposto ad interrompere quella passione che stava crescendo dentro di loro ma Kyra al secondo bussare insistente lo convinse ad aprire la porta.

-Non ti muovere di qui. Torno subito! Li caccio via e torno!

Kyra rise e restò seduta a guardare il panorama. Scocciato più che mai pensò di liquidare in fretta chiunque fosse. Voleva stare con lei.

-Susan...

-Posso entrare? Vorrei parlare con te.

-Non c'è niente da dire.

Susan entrò e Robert non poté fare altro che chiudere la porta alzando gli occhi al cielo.

-Robert sono venuta per dirti che... ti perdono. Cancelliamo ciò che è successo e torniamo alla nostra vita.

-No scusa, tu mi perdoni? Cosa ti fa pensare che io sia qui ad aspettare questa tua concessione?

Kyra sentì chiudere la porta così decise di raggiungerlo sentiva il bisogno di andare in bagno. Pensò non fosse troppo romantico ma era pur sempre umana! Entrò dalla veranda

K-Ehy hai cacciato gli scocciatori? Ah... scusa io non... immaginavo... Torno fuori...

S-Brava torna fuori... noi dobbiamo parlare di cose serie.

Robert le si avvicinò e la prese per mano

R-No. Resta... Non c'è nulla che tu non possa sentire.

K-E' sicuramente meglio che voi parliate tra voi. Se non ti spiace uso il bagno intanto.

Lo disse sotto voce mettendosi una mano sulla pancia istintivamente per fargli capire che ne aveva davvero bisogno urgente e non era una scusa per allontanarsi da loro o per lo meno non lo era del tutto. Robert le mise un braccio attorno alla vita e l'accompagnò nella stanza adiacente mostrandole quale fosse la stanza da bagno e le sussurrò

-Ti aspetto di là

-E' meglio che parliate tranquillamente.

-Non c'è nulla da dire... Voglio te... noi... quindi va in bagno e ti aspetto di là.

Disse Robert toccandole la pancia con un dito sorridendo, Susan non le tolse gli occhi di dosso nemmeno un secondo, attese che lei chiudesse la porta del bagno e che Robert tornasse nella stanza

S-E' incinta? L'hai messa incinta?

Disse urlando perdendo così la finta calma in cui si era avvolta

R-Come ti vengono certe idee? E poi anche fosse, quale sarebbe il problema?

S-Quale sarebbe il problema Robert? Ti sei fatto incastrare da una piccola arrivista con un figlio? Siamo una famiglia, siamo sposati, un tradimento passi ma la cosa deve finire qui.

R-Eravamo Susan. Eravamo quando tu eri innamorata di me, quando eravamo felici, quando ci amavamo ma sai bene che tutto questo è finito molto tempo fa... Non certo con l'arrivo di Kyra.

S-Ok ho capito, non vuoi rinunciare a questo gioco... goditela e poi chiudi. Quando torni a casa dopo le riprese deve essere finita.

A quelle parole riapparve Kyra nella stanza, Robert la guardò e si vedeva che era dispiaciuto che avesse dovuto sentire quelle affermazioni. Lei gli sorrise appena.

R-Susan non tornerò a casa se non per stare con mio figlio. E' finita, ed era finita ancora prima che tu partissi per lavoro.

S-Stai facendo la scelta sbagliata! E domani te ne renderai conto... E tu... ricordati, non sarà un buon compagno, e non sarà un buon padre! Quando si stancherà di te vi lascerà e si troverà un passatempo meno impegnativo.

Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Robert guardò Kyra stringersi con le proprie braccia come se sentisse freddo.

-Amore mi dispiace tantissimo.

-Non è colpa tua.

-Lo è. Non avrei dovuto permetterle di venire qui, e di dire certe cose.

-Se posso permettermi, preferirei cancellare questo ricordo e riprendere da dove eravamo rimasti quando sei rientrato perché bussavano alla porta.

Kyra sorrise dicendo quelle parole e mettendo le sue mani sui fianchi di Robert infilandole poi sotto la maglia e scorrendo sulla sua schiena avvicinandolo a se e baciandogli il collo, per troppo tempo aveva permesso che quei pensieri le rovinassero la vita.

Robert si sentì rabbrividire quel contatto così piacevole ed inaspettato fece accelerare il suo cuore, si lasciò andare, chiuse gli occhi e la sua testa lentamente andò all'indietro lasciandole spazio per i suoi baci, finché Kyra non gli mise una mano tra i capelli ed accarezzandolo avvicinò le sue labbra al suo mento mordendolo piano, sentì un leggero mugolio uscire dalle bocca socchiusa di Robert che si avvicinò subito con le sue labbra alla ricerca della sua bocca e si unì a lei in un bacio carico di passione.

-Ti voglio ora.

Le disse tra un bacio e l'altro trascinandola con se fino a lasciarsi cadere sul grande letto. Si chinò su di lei per aiutarla a liberarsi dai vestiti che indossava. Si tolse i pantaloni della tuta che portava e le scarpe in un gesto solo continuando a guardarla mentre seduta sul letto si sfilava la maglietta. Anche Kyra continuava a fissarlo, si desideravano e anche gli occhi lo urlavano. Kyra si sfilò il reggiseno mentre Robert fece volare in mezzo alla stanza la maglietta che indossava. Salì sul letto e le sfilò gli slip per poi sdraiarsi su di lei per baciare quelle labbra che gli erano mancate terribilmente, non riusciva a saziarsi di lei, e quando sentì le dita di Kyra fare leva sull'elastico dei suoi boxer attillati pensò di aiutarla sollevandosi così che potesse sfilarli più facilmente. Si assaggiarono e si accarezzarono senza pudori donandosi piaceri che non avevano ancora provato

-Voglio fare l'amore con te Robert... ora.

-Lo voglio anche io Amore mio...

Disse unendosi a lei in quella danza che li portò al piacere più puro senza difficoltà.

-Kyra dormi?

Le chiese Robert mentre la teneva abbracciata appoggiando il suo petto alla schiena di lei carezzandole la spalla scendendo fino alla punta delle sue dita.

-No dimmi...

-Stavo pensando che facciamo l'amore senza preoccuparci di prendere precauzioni.

-Sono i discorsi di Susan che ti hanno portato a questo pensiero? Sei preoccupato che possa...

-Shhhhh! Sì lei mi ha portato a questo pensiero ma... non sono per nulla preoccupato che possa succedere.

-Non succederà.

-Perché sei così definitiva? Cioè, so cosa è successo, che è un pensiero prematuro ma... se accadesse sarebbe bellissimo.

Kyra si voltò verso di lui per guardarlo negli occhi, prese la sua mano e l'accompagnò sul suo basso ventre facendo scorrere le sue dita su una linea orizzontale che Robert non aveva nemmeno notato, era una cicatrice sottile la sentiva appena sotto alle sue dita

-Quando è successo tutto ciò che è successo, avevo subito delle gravi lesioni e mi hanno dovuto asportare l'utero... per questo non prendiamo precauzioni, perché... non corriamo alcun rischio... Mi dispiace...

-Ehy non dirlo nemmeno per scherzo! Sono io che sono dispiaciuto... ancor di più per ciò che ti è successo.

Si allontanò dal suo viso e scese fino ad avvicinarsi alla cicatrice... fece scorrere le sue dita su quei 10 centimetri di pelle e posò le sue labbra li dandole un piccolo bacio tornando poi al suo posto abbracciandola forte.

-Robert è un problema per te?

-Io e te insieme è tutto ciò di cui ho bisogno... poi ci sono Indio e Exton e se un giorno io non dovessi bastarti, o se dovessimo sentire il bisogno di avere una piccola Kyra che giri per casa ci penseremo.

-Sei molto dolce grazie.

-Ti amo Kyra.

-Ti amo anche io

-Dillo di nuovo...mi fa uno strano effetto sentirtelo dire

Le disse sorridendo

-Ti amo...

-Dillo ancora

Kyra rise ma fu accondiscendente

-Ti amo

-Un'altra volta soltanto...

-Ti amo...

-Dovrebbe bastare

-Per cosa dovrebbe bastare scusa?

Robert rise sollevando Kyra e adagiandola sopra di lui

-Per questo... è questo l'effetto che mi fa sentirtelo dire!

Robert la guardò con finto imbarazzo, Kyra rise lo guardò e si sdraiò sopra di lui avvicinando le sue labbra all'orecchio di Robert sussurrando

-Ti amo... ti amo... ti amo... ti amo... ti amo... ti amo... ti amo...

Robert iniziò a ridere mentre le sue manisollevarono Kyra per permettergli di unirsi a lei.


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