Angel Guardian; jdb

Autorstwa _bieberox_

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"Che ci fa una ragazza bella come te in un posto brutto come questo?" Więcej

Capitolo uno
Capitolo due
Capitolo tre
Capitolo quattro
Capitolo cinque
Capitolo sei
Capitolo sette
Capitolo otto
Capitolo nove
Capitolo dieci
Capitolo undici
Capitolo dodici
Capitolo tredici
Capitolo quattordici
Capitolo quindici
Capitolo sedici
Capitolo diciassette
Capitolo diciotto
Capitolo diciannove
Capitolo venti
Capitolo ventuno
Capitolo ventidue
Capitolo ventitrè
Capitolo ventiquattro
Capitolo venticinque
Capitolo ventisei
Capitolo ventisette
Capitolo ventotto
Capitolo ventinove
Capitolo trenta
Capitolo trentuno
Capitolo trentadue
Capitolo trentatrè
Capitolo trentaquattro
Agorafobia//Justin Bieber
Capitolo trentacinque
Capitolo trentasei

You give me purpose

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Autorstwa _bieberox_

You give me a purpose - the end.

Quello era un gran giorno. Forse uno dei più importanti. Il giorno che avrebbe segnato per sempre il cambiamento radicale della mia vita.

Continuavo a guardarmi allo specchio, in modo frenetico e nervoso. Anche se quello era soltanto un modo per non pensare.

La vecchia me mi diceva di rimanere a casa, mi diceva che facendo così avrei solo rovinato tutto, ancora.
Ma questa volta la ignorai, e lei scomparve dalla mia testa senza troppi giri di parole.

Sentii qualcuno dietro di me per poi essere avvolta da due braccia tatuate.
"Sei nervosa?" Mi chiese. Si notava talmente tanto?

Annuii.
"Non devi esserlo, non ne hai motivo"

In fondo era vero, perché dovevo essere sempre soppressa da quest'ansia soffocante?
Ormai avevo raggiunto la maggiore età e, non essendo più un 'caso disperato' ma essendo guarita, era un mio diritto scegliere di uscire da quell'ospedale. Non avevo di che preoccuparmi.

Sospirai e iniziai a rilassarmi.
Sentii Justin spostarmi i capelli di lato per poi mettermi la collana che mi aveva regalato. Mi lasciò un umido bacio sul collo per poi allontanarsi da me e uscire dalla stanza.
"Ormai il peggio è passato, non preoccuparti" lo sentii dire da fuori.

Stinsi la collana e chiudi gli occhi.
Andrà tutto bene.

________________

Il tragitto da casa di Justin fino all'ospedale fu regnato da un silenzio tombale. Continuavo a guardare fuori dalla finestra, pensando sempre di più che la mia sia stata la scelta giusta. Eppure c'era qualcosa che mi turbava.

Justin continuava a dirmi di stare tranquilla, continuava a dirmi che non dovevo preoccuparmi più di tanto e che dopo aver risolto questa faccenda sarammo andati a mangiarci un bel gelato.

Eppure quelcosa continuava a non andare.

Senza che nemmeno me ne accorgessi, arrivammo già all'estero dell'ospedale.
Justin fermò la macchina accanto al marciapiede oltre la strada che portava al vialetto per entrare nella clinica.

Feci un profondo respiro continuando a stringere la mia collana. Mi volta i versi di lui.

La vecchia me avrebbe voluto piangere, scappare via.
Ma questa volta non accadde.

Justin appoggiò le mani sulle mie gambe e continuò a guardarmi dritta negli occhi.
"Hei" mi sussurrò all'orecchio "so che puoi farcela. Hai superato cose molto più difficili e spaventose nella tua vita. Qui si tratta solo di mettere una firma su un fottutissimo foglio di carta, niente di più. Solo devi stare tranquilla. Andrà tutto bene, ormai niente può andare male, okay?"

I nostri volti erano talmente vicino che qualche ciocca di suo capelli mi accarezzava la fronte, facendomi il solletico.

"So che sei cambiata e lo sai anche tu. Adesso devi solo mostrarlo agli altri"

Lo guardai dritto negli occhi. Senza che potessi rendermene conto, l'agitazione era scomparsa del tutto.

"Okay" risposi annuendo con convinzione "lo farò"

Lo abbracciai. Lo abbracciai come non avevo mai fatto prima d'ora. Quell'abbraccio significò tanto per me, mi diede un enorme coraggio.
Prima di uscire dall'auto gli stamapai un morbido bacio sulle labbra.

"Ti aspetto qui, quando tornerai sarà tutto cambiato in meglio" mi disse. Ormai sei già fuori dall'auto.

Oh ma mio caro Justin, la mia vita è già cambiata. E non immagini nemmeno quanto.

"Adesso vai" disse sorridendo come solo lui sapeva fare. "Vai e ama te stessa".

"Ti amo" disse con un enorme sorriso stampato in faccia.
Sorrisi a mia volta "Ti amo anche io".
E chiusi la portiera.

L'energia dei raggi del sole di luglio mi invase tutto il corpo.

Ormai tutti quei segni sulle braccia non c'erano più. Erano rimaste solo alcune cicatrici, ma non erano tanto evidenti. Ma erano le mie cicatrici che facevano parte della mia storia. Mi avevano rovinato per molti anni, ma mi avevano anche aiutato a crescere.
All'inizio sembravano delle montagne insorpassabili. Enormi. Terribili. Ed ora erano lì come granelli di sabbia, non erano più nulla in confronto a me. Le calpestavo e loro non mi facevano male.
Era come tutto dovrebbe essere già dal principio.

Passarono due ragazze. Non mi notarono. Nemmeno mi guardarono. Ero di un'innocente invisibilità davanti ai loro occhi. Non avevo nulla di anormale.

Sorrisi. Davanti a me l'edificio che mi aveva ospitata per anni. La mia rovina, ma ora la mia montagna trasformata in un granello di sabbia.

Attraversai la strada. Non pensavo davvero a nulla. Era così bello per una volta avere la mente libera.

Ma, come un fulmine a ciel sereno, sentii qualcuno chiamarmi.
Istintivamente mi voltai e così vidi qualcosa avvicinarsi sempre di più a me, come se fosse un razzo.

Era una macchina. Ed era rossa, come il colore del liquido che un tempo scivolava dalle mie braccia.

Non realizzai la cosa, che già mi trovavo per terra. Era successo tutto troppo velocemente.
Cercai di alzarmi ma la testa mi faceva troppo male. Era come se un piccolo incendio nel bosco, crescendo, avesse generato altri milioni di piccolo incendi, per poi diventare un unico disastro, nel raggio di pochissimi istanti.

Per parecchi secondi ebbi come la sensazione che i miei polmoni non stessero facendo il loro dovere.

L'asfalto era caldo e da vicino era molto più scuro di quello che credevo.
Sempre senza riuscire ad accorgermene, non toccavo più l'asfalto, ma continuavo a non capire che cosa stessa succedendo. Sentivo qualcuno borbottare di continuo, ma probabilmente non era solo un semplice borbottio, erano delle grida che io non riuscivo a percepire.

Aprii gli occhi ma senza riuscire a mettere a fuoco nulla.
Sentii soltanto un profumo a me molto famigliare.

"Tranquilla, non avere paura. Andrà tutto bene" disse Justin con quella poca voce che gli era rimasta.
"Ho chiamato i soccorsi, andrà tutto bene"

Sentivo la mia testa scoppiare come se dento ci fossero milioni di fuochi d'artificio, esplosi tutti nello stesso istante.

Finalmente iniziai a vedere qualcosa, anche se ormai poco importava.

Sentivo Justin ripetere 'andrà tutto bene' anche se in realtà lo faceva più per convincere se stesso.

Cercai con tutte le forze che avevo in quel momento di parlare, di dirgli qualcosa, ma non ci riuscii.
La sola cosa che volevo dire in quel momento era che lo amavo.

La mia paura più grande in quel momento era di morire senza avergli fatto capire che lo amavo davvero.
Forse era colpa mia o del mio carattere freddo, ma non riuscivo mai ad esprimere quanto amassi una persona. Eppure io lo amavo, lo amavo davvero.

Avevo paura di morire senza farglielo capire, così da non essere più in grado di dimostrarglielo.
Era un po' quello che era successo con mia madre. Non volevo ripetere lo stesso errore, non con Justin.

Intanto la mia testa continuava a scoppiare.

"Tranquilla Grace" continuava a dire passando ripetutamente la sua mano nei miei capelli. Mi aveva sempre detto di amarli.

"Non succederà niente, vedrai."

In quel fottutto istante ebbi come la sensazione di rivivere tutta la mia vita, velocemente.
Rividi i miei sorrisi, i miei sogni, i miei sbagli. Rividi i miei fallimenti e avevano tutto un altro sapore. Rividi le mie lacrime, i miei pensieri. Rividi la mia rinascita, la mia corsa dopo la caduta.
Ora tutto aveva un senso. Non erano più fatti casuali buttati a casaccio. Quella era davvero la mia storia.

Ripensai alla causa del mio miglioramento, alla causa del mio sorriso e la causa della mia felicità. Colui che mi aveva fatto ricredere in me stessa per davvero, a colui che credeva in me. Il guardiano dei miei sogni d'oro, la mia rivincita più grande e tutto il mio orgoglio. Il mio angelo custode.

Mi chiedo che cosa avrei fatto senza di lui. Dove sarai arrivata, in basso. Sicuramente in basso o forse addirittira ancora più giù.

Justin mi aveva cambiata del tutto. Lui aveva creduto in me, aveva creduto nei miei sogni e nelle mie capacità. Fu la prima persona a farlo.
Lui mi ha fatto morire per poi rinascere. Mi ha aiutato ad affrontare la vita in un altro modo, mi ha insegnato che le cose non sono mai terribili come sembrano.
Tutte le montagne, con una buona forza di volontà, sono sorpassabili.

Justin mi ha dato uno scopo. Lui è tutto quello che ho, pensai mentre la mia testa esplodeva, devo farglielo sapere.

Aprii lentamente gli occhi e lo vidi. Lo vidi preoccupato, che mi fissava come se fossi un alieno. Eppure era sempre lui, sempre bello, dolce e con i suoi lineamenti da angelo.

Aveva fatto scomparire le voci dalla mia testa, mi aveva dato più di quanto credessi esistesse nel mondo.
Così diverso dagli altri, ma così umano.

"Resta sveglia" continuava a dirmi "Non chiudere gli occhi"

In alto vedevo il cielo azzurro, infinito come quel momento.

Cercai tutte le forze che rimanevano in me, poche, ma la trovai. La parole si formarono nella mia mente, assumendo una frase. Essa percorse viaggi lunghi e rischiosi, velocemente. Arrivò nella mia bocca, le sentivo. Aprii la bocca sforzandomi di sorridere. E loro uscirono lisce come l'olio, senza difetti.
"Ti amo Justin" sussurrai. La mia voce era sempre la mia voce. "Grazie per avermi dato uno scopo".

Sorrisi come non ebbi mai fatto. Un sorriso vero. Sincero.

Vidi i suoi occhi marroni riempirsi di lacrime, poi sorrise.
"Ti amo anche io, Grace. Sei la via migliore che mi sia mai successa"

Esistono momenti lunghi, brevi e inesistenti. Ci circondano e completano le nostre vite. Però pochi momenti sono davvero infiniti.
Ma quello. Quel momento fu davvero infinito. Quel momento durò per sempre.

***
Eh già. È come sembra, siamo alla fine della storia.
Ci ho messo davvero l'anima a scrivere questa storia e spero vi sia piaciuta almeno un po'.

Grazie per tutte le visualizzazioni e tutti i voti.
Grazie a chi legge questa storia dall'inizio, ma grazie a chi la legge anche da due giorni. Grazie davvero.

Ho messo davvero molto impegno per scriverla, spero sia venuta bene e vi sia piaciuta.

Adesso mi dedicherò alla correzione dei capitoli precedenti perché rileggendoli ho notato parecchi errori di battitura. Forse scriverò altre storie in futuro, ma adesso non conta.

Volevo dirvi solo grazie per averla letta. Non credevo avrebbe avuto tutte queste visualizzazioni, grazie mille e alla prossima!

Grazie davvero❤

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