La strada verso un sogno

由 LaStradaVersoUnSogno

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Daniel Ronetti è un ragazzo con un sogno: ha suonato la sua prima chitarra all'età di 13 anni e da quel momen... 更多

Prologo
1 - L'inizio del viaggio
2 - Una nuova vita
3 - Alice nel Paese delle meraviglie
Episodio speciale di Natale
Episodio speciale di Capodanno
4 - E' una questione di anima
5 - La curiosità uccise il gatto
6 - Il tempo della musica
7 - Un'idea di Mister L
8 - Accidenti!
9 - Sorpresa!
10 - Colazione da Sara.
11 - Cosa succede?
Episodio Speciale Lettera di presentazione
12 - Stai con me?
13 - "Braccine corte"
14 - Mattias
15 - Una telefonata inaspettata
16 - Lo "psicologo del pianoforte"
17 - "Cl..."
18 - Closer!
19 - Il silenzio delle cose non fatte
20 - Una cosa che non ti ho detto
21 - Le note che mi portano a lei
22 - Il britpop
23 - Una decisione importante
24 - Dissolversi nella musica
25 - La Favola Continua
26 - Come se il tempo fosse tornato indietro
27 - Ehi Tu!
28 - In fondo non è così diverso
29 - Il problema è sempre lo stesso...
31 - Pace fatta
32 - Almeno a te hanno azzeccato il nome
33 - Domande difficili

30 - Andrà tutto bene

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由 LaStradaVersoUnSogno


Calore. Per un tipo freddoloso come me, avvertire tutto quel caldo di mattina mi diede una sensazione di benessere. Mi rigirai nel letto e avevo aprii gli occhi: la luce che filtrava dalla finestra era troppo intensa. Forse Marco aveva dimenticato di chiudere la tapparella. Infastidito cercai di alzarmi e mettere a fuoco meglio le immagini confuse che, ancora assonnato, non riuscivo a distinguere, ma qualcosa mi ostacolava.

Non era un peso eccessivo, ma mi bloccò.

Sospirai, deciso ad allontanare dal petto il libro dimenticato la sera prima, ma un rumore destò la mia attenzione: uno sbadiglio.

Mi svegliai completamente e la mia mente ricollegò tutti gli eventi della sera prima.

Sorrisi all'immagine tenera che avevo davanti: Alice era spettinata e mi guardava con un occhio aperto e uno chiuso.

Pronunciò un'unica parola.

- Ah!

Sul volto le lessi la stessa confusione che avevo provato io un minuto prima.

La guardai e avvertii il battito del mio cuore accelerare.

Ero felicissimo, emozionato... mi trovavo in cima del mondo e per la prima volta non era stata la musica a farmi sentire così.

- Buongiorno.

Appoggiai la testa sulla mano, facendo leva sul gomito. Alice era bellissima e sotto la luce del sole, che velocemente riempì tutta la stanza, le brillavano gli occhi.

- Sei bellissima.

Le stampai un bacio sulle labbra.

- Hmm...

Scoppiai a ridere e il suono della mia risata sembrò averla svegliarla completamente.

- Ciao!

Spalancò gli occhi, tenendoli fissi su di me.

- Ciao.

Poi all'improvviso si buttò su di me, cogliendomi di sorpresa. La tenni stretta tra le braccia per qualche secondo prima di avvertire le sue labbra sulle mie. Risposi subito al bacio, fino a quando lei non mi allontanò.

- Non vorrei ucciderti e tengo anche alla mia vita... ho uno spazzolino di riserva in bagno.

- Puoi provarci, ma non ci riuscirai...

Alice indossò una vestaglia e corse in bagno, io la seguii incurante di ciò che indossavo, o meglio non indossavo.

Con lo spazzolino in mano, la guardai dallo specchio. Non avvertii alcuna barriera tra di noi, come se ritrovarsi in bagno la mattina appartenesse già alla nostra quotidianità... ma di lì a poche settimane sarei partito e quel pensiero mi rattristò. Alice non mi buttò un po' d'acqua sul viso.

- A cosa stai pensando?

- Adesso posso baciarti come si deve?

Le avevo mostrato un sorriso a trentadue denti allontanando i pensieri tristi.

- E cosa stai aspettando?!

Tornammo in camera e il mio sguardò finì sul regalo abbandonato la sera prima.

Il pacchetto giaceva sul pavimento.

- Posso aprirlo?

- Certo! Ma non l'avevi già fatto?!

- No... sai... sono stato distratto.

- Ah si? E da cosa?!

- Dal colore delle tue tende.

- Adesso le chiamano così gli uomini?!

Alice si portò le mani sul seno abbassando lo sguardo.

- ... Vieni qua!

La strinsi tra le braccia e le baciai l'orecchio. Lei si allontanò infastidita.

- Me la paghi! Finiscila!

Dopo essersi liberata dalla mia stretta, mi passò il regalo.

- Forza! Aprilo.

Nell'aprire il pacchetto, feci cadere la carta che lo copriva.

- Ma sei sempre così disordinato?!

Non risposi: ero troppo impegnato a sfogliare l'agenda che mi aveva regalato.

- Wow! E' stupenda! Grazie... Io... Wow!

- Ti piace?

- Tantissimo. E' perfetta.

Alice vi aveva copiato vari testi di canzoni.

- Queste canzoni mi fanno pensare a te, a me, a noi. Ho pensato che, anche se potrai chiamarmi ogni volta che lo vorrai, qui potrai scrivere tutto quello che ti passerà per la mente.

- Vieni vicino a me.

Le feci spazio nel letto, appoggiando la schiena alla testata.

Aprii l'agenda.

Il primo testo che avevo trovato era The Middle di Jimmy Eat World.

"The Middle"

Hey, don't write yourself off yet

It's only in your head you feel left out or looked down on.

Just try your best, try everything you can.

And don't you worry what they tell themselves when you're away.

It just takes some time,

Little girl, you're in the middle of the ride.

Everything, everything will be just fine,

Everything, everything will be alright, alright.

[...]

Hey, don't write yourself off yet.

It's only in your head you feel left out or looked down on.

Just do your best (just do your best), do everything you can (do everything you can).

And don't you worry what the bitter hearts are gonna say.

It just takes some time,

Little girl, you're in the middle of the ride.

Everything, everything will be just fine,

Everything, everything will be alright, alright.

It just takes some time,

Little girl, you're in the middle of the ride.

Everything, everything will be just fine,

Everything, everything will be alright.

- Andrà tutto bene!

Le cantai l'ultimo verso della canzone per rassicurarla sulla mia partenza, sul recupero della sua voce, su qualunque cosa che avrebbe potuto preoccuparla.

- Ah! La settimana dopo la tua partenza ho un nuovo appuntamento con la foniatra, se ci sono dei miglioramenti consistenti vorrebbe avviare una nuova terapia e provare a farmi tornare a cantare.

- E' una notizia fantastica! Perché non me l'hai detto prima? Mi dispiace solo di non poterci essere fisicamente.

- Non preoccuparti! Lo hai appena detto tu. "Andrà tutto bene!". E chissà, forse al tuo ritorno sarò già in grado di canticchiare.

La strinsi quasi a soffocarla.

Improvvisamente il suo cellulare iniziò a suonare. Lo smartphone era finito sotto i cuscini, vide chi la stava chiamando e rispose immediatamente.

- Nina! Ciao!

- Buongiorno Bella Addormentata, stamattina non dovevamo uscire tutti insieme? Hai sentito Daniel? Non è tornato ieri sera e non risponde alle chiamate di Marco.

- Ehm... E' qua!

Alice, a disagio, non seppe aggiungere altro.

 Io, per toglierla da quella situazione, le presi dalle mani il telefono e continuai la conversazione.

- Ho dimenticato di ricaricare la batteria stanotte. Ci vediamo tutti all'ingresso tra...

Guardai Alice per la conferma.

- ... mezz'ora all'ingresso.

- Ok! Marco mi suggerisce di ordinarti di muovere il sedere e tornare in camera vostra adesso visto che per prepararti ci metti più di Alice sicuramente.

- Ah! Ah! Ciao...

- Ciao e ...

- SBRIGATI!

Nina e Marco urlarono al telefono e Alice, si mise a ridere.

- Io in teoria ci impiego solo quindici minuti, ti ho lasciato un po' di tempo per il profumo ... almeno hai già lavato i denti.

Mi ero arreso da tempo alle loro prese in giro.

La baciai a fior di labbra

- Passo a prenderti tra venti minuti.

- Si! Certo...

Tornai in camera sorridendo e canticchiando.

Aprii la porta: Marco mi stava aspettando con un sorriso malizioso.

- Allora? Hai qualcosa da raccontarmi? Con quella faccia sicuramente si!

- Se faccio tardi anche oggi, Nina mi uccide! Fammi preparare!

- Ma come? Neanche un minimo accenno? Pensavo fossimo amici...

- Che vuoi che ti dica?- Ci pensai un attimo. - La amo: non mi sono mai sentito così in vita mia.

Marco, sorpreso, sospirò.

- Coraggio Casanova! Le nostre donne ci aspettano, e la mia in particolare, diventa anche violenta se aspetta troppo.

Uscì dandomi una pacca sulla spalla.

Dopo quel pomeriggio passato tutti insieme, il Maestro Vela mi segregò in sala prove con una decina di brani: ne selezionammo due, la cover di Everything I do di Bryan Adams e Kiss me di Ed Sheeran.

Il poco tempo libero rimasto lo trascorsi con Alice. Facemmo compere, andammo fuori porta con la chitarra e mi aiutò a fare le valigie... cosa che causò "qualche problema".

- I pantaloni bianchi no! Te lo vieto!

- Perché no? Indossavo questi quando ci siamo incontrati, non ti piacciono?

- Ho detto no... fidati di me!

- Ho capito... sei gelosa eh? Ammettilo... Effettivamente sono un po' stretti e mettono in mostra i muscoli delle mie gambe, non si sa mai cosa potrebbero pensare le mie future fan!

- Sicuramente che li hai rubati a qualche membro di una boyband. Quei pantaloni sono stati motivo di tentennamento nel parlarti quando ti ho visto, per fortuna hai una bella voce. Ti ha salvato quella.

Feci una smorfia.

- Tu ami questi pantaloni e me li vuoi far lasciare solo perché vuoi indossarli tu.

- Effettivamente abbiamo la stessa taglia... e non ti vergogni nemmeno un po'? Con quelle gambe secche?

- Certo che no! La taglia non ha importanza...

- E dove lo avresti sentito questo? Nel corso avanzato di "Quello che le donne non dicono?"

- Ma...

Rimasi senza parole, come faceva a sapere del blog che avevo letto?

- Ahah! La prossima volta, prima di prestarmi il tuo computer, cancella la cronologia di navigazione. Anche se devo dire che alcuni articoli sono molto interessanti.

- Ti denuncio per stalking!

- D'accordo! Ma so che sentirai la mia mancanza! Cercherò di scriverti dalla prigione... chissà se mi faranno seguire i live del tuo tour?

Live, tour, mancavano solo pochi giorni prima della mia partenza e li avevo impiegati per i preparativi finali.

Alice insistette ad accompagnarmi all'aereoporto. Tra baci, abbracci e promesse di sentirci spesso nonostante i ritmi frenetici ai quali mi avrebbero sottoposto, l'avviso dell'apertura del mio gate decretò il saluto finale che avevamo cercato di ritardare il più possibile.

- Ti mando un messaggio appena passo i controlli di sicurezza.

- Va bene.

- Ti amo!

- Anch'io.

Mi ero staccato dal suo abbraccio dirigendomi verso i metal detector.

Dopo l'ennesimo messaggio, Alice mi avvertì che era tornata in Accademia, appena in tempo per la sua lezione di pianoforte.

In aereoporto, in attesa del volo per Londra, ripensai con felicità alle ultime settimane. L'hostess richiamò la mia attenzione chiedermi i documenti di riconoscimento e la carta d'imbarco. Mi avviai lungo il corridoio che mi avrebbe portato direttamente sull'aereo.

Mi fermai un momento, fui tentato di girarmi ma non lo feci, invece guardai avanti accelerando il passo e accorciando la distanza tra me e la mia nuova avventura.



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