How to charm Micol Esposito [...

By _Miss_Arya_

39.6K 1.9K 2.9K

𝐏𝐫𝐒𝐦𝐨 π₯𝐒𝐛𝐫𝐨 𝐝𝐞π₯π₯𝐚 𝐭𝐫𝐒π₯𝐨𝐠𝐒𝐚 βœ“ Β«Ti amoΒ», sussurrai. Il mio era un mormorio talmente sot... More

Introduzione
Dedica
Prologo
Prima parte
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Seconda parte
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Epilogo
Ringraziamenti
In arrivo il secondo libro della trilogia!

Capitolo 37

562 31 44
By _Miss_Arya_

Drop everything now

Meet me in the pouring rain

Kiss me on the sidewalk

Take away the pain

'Cause I see sparks fly, whenever you smile

Sparks Fly, Taylor Swift

Teseo amava essere padre.

Quando da giovane sognava di avere una famiglia, aveva sempre immaginato che sarebbe stato sposato con la madre dei suoi figli.

Quel sogno non si era avverato, ma ciò non cambiava il fatto che amava essere un papà.

Gli piaceva passare il tempo con Zef, chiacchierare con lui, giocare a Nomi, cose e città e completare cruciverba assieme. Adorava portarlo agli allenamenti di tiro con l'arco, andarlo a prendere a scuola e fare tutte quelle piccole cose che ogni buon padre fa.

Nelle settimane trascorse da quel pranzo nel suo appartamento, Teseo si divertì da matti con lui, rise di cuore alle sue battute e una volta riuscì persino a stringerlo in un rapido abbraccio. Zef si era allontanato un secondo dopo, ma per Teseo quella stretta rappresentava un'enorme conquista.

Non poteva essere più felice di così.

O meglio, avrebbe potuto esserlo... solamente il giorno in cui Miki avrebbe ceduto alle sue lusinghe.

Infatti, nonostante avesse promesso di non rivangare l'episodio del bacio, Teseo non smise di ricoprirla di piccoli gesti carini, di baci sulla fronte prima di andare a casa, di messaggi notturni quando non riuscivano a dormire.

Tutto iniziò quando Teseo, una settimana dopo il pranzo con Zef, andò a prendere suo figlio per accompagnarlo all'allenamento di tiro con l'arco.

Quel giorno, Miki era sola in casa perché Stella e Rob se ne erano andati dalla città ormai da tre giorni e i suoi genitori e Cecil erano impegnati al bar. Quando Teseo bussò alla porta, quindi, ad aprirgli fu proprio lei.

Portava un maglione nero sopra dei jeans adornati da una catena e la sua espressione era pura sofferenza.

Teseo pensò che fosse colpa sua, che non fosse felice di rivederlo come lo era lui.

«Ehi», la salutò a bassa voce, quasi timoroso della sua reazione.

«Ciao», disse lei, spalancando la porta e permettendogli di entrare in casa.

Teseo la sorpassò e sentì il suono riconoscibile di una porta che si chiudeva mentre era ancora girato di spalle.

Si voltò a guardarla, le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans.

Non si erano più scritti dal giorno del bacio e Teseo non sapeva bene cosa fare.

«Tutto bene?», le chiese, facendo un passo nella sua direzione.

Miki non alzò gli occhi dal pavimento, ma lui poté sentire ugualmente il dolore che le colmava il petto e le spezzava il respiro.

«Miki?»

«Sì, tutto bene, Montecchi». Sollevò lo sguardo e lo superò varcando la porta della cucina. Teseo la seguì. «Vuoi qualcosa da bere?»

«Sono a posto, grazie».

«Okay». Si appoggiò col bacino al bancone della cucina ed incrociò le braccia sul petto, scrollandosi i capelli neri dal viso con un leggero scuotimento del capo.

«So di aver promesso che non avrei più rivangato l'episodio, ma va tutto bene tra noi?», chiese Teseo, posando le mani sul tavolo.

Miki lo fissò negli occhi per un lungo momento, poi fece cenno di sì con la testa.

«Cosa c'è che non va, allora?»

Teseo si sistemò al suo fianco e la incoraggiò toccando la sua spalla con la sua, gentilmente.

«Non è importante, davvero».

«Come può una cosa che ti fa star male non essere importante?», domandò Teseo, con la voce roca.

Miki sbuffò. «Mi ero scordata quanto fossi insistente».

«Mi preoccupo solo per te, Miki».

«Lo so, lo so», disse. «É solo che... non mi sento a mio agio a confessartelo».

«Hai ucciso qualcuno per caso?», chiese Teseo, scoppiando in una grossa risata.

«Cretino!», lo insultò, dandogli uno schiaffetto scherzoso sulla nuca.

«Allora?»

Miki sospirò sonoramente e alla fine se ne uscì dicendo: «Io e Luca ci siamo lasciati».

«Oh», fu tutto ciò che provenne dalla bocca di Teseo.

Quando realizzò cosa quella frase significasse, continuò: «É colpa mia?»

«No, è colpa mia», affermò Miki. «Non avrei dovuto... baciarti... L'ha fatto soffrire».

Teseo non seppe cosa dire. Pensava che la colpa fosse ugualmente sua e odiava vedere il suo amore stare male.

Avrebbe preferito vederla al fianco di Luca che guardarla deperire in quello stato.

«Mi dispiace», disse.

«Anche a me».

In quel momento, Zef fece la sua comparsa, spuntando dalla porta che dava sul salotto.

«Oh, Tes! Sei qui!»

«Sì, sono qui. Sei pronto?»

«Sì, andiamo!»

Così Teseo si avviò verso il figlio, offrendosi di portare il suo borsone da palestra.

Prima di uscire dall'appartamento, però, si girò verso Miki e le disse: «Sai, che puoi parlare con me, vero? Ciò che è successo fra noi non cambia niente. Io sarò sempre qui, se avrai bisogno di me».

«Lo so, Montecchi», gli sorrise gentile, «Ora va', o farai fare tardi a Zef».

Quella stessa sera, Teseo era appena uscito dalla sala operatoria quando il suo cellulare emise un trillo di avviso. Sbirciò velocemente lo schermo e scoprì che gli era giunto un messaggio da parte di Miki.

Possiamo parlare?

Teseo entrò nel suo ufficio alla velocità della luce, chiuse la porta e si sedette sulla poltrona girevole, mentre schiacciava il tasto di chiamata.

Miki rispose al primo squillo.

«Tutto bene?», chiese lui, preoccupato. Chi lo avesse visto da fuori probabilmente avrebbe fatto caso alle rughe di apprensione sul suo viso.

«Sì, tutto bene», lo rassicurò la voce limpida di Miki. «Avevo solo bisogno di parlare un po'».

Teseo si mise comodo sulla sedia imbottita.

«Beh, io sono qui. Di cosa hai voglia di parlare?»

«Quello che vuoi».

E così, Teseo iniziò a parlare: raccontò dell'intervento che aveva svolto poco prima, della caposala curiosona che si era innamorata del neurochirurgo dell'ospedale e di una famiglia che era passata a trovarlo perché aveva salvato il loro bambino. Continuò finché non sentì il profondo respiro di Miki dall'altra parte del dispositivo, segno che si era finalmente addormentata dopo ore di chiacchiere.

«Buonanotte, mia dolce Miki», sussurrò.

Ascoltò ancora per qualche minuto i piccoli sospiri che produceva durante il sonno e poi si convinse a spegnere, sapendo che da quel giorno quella sarebbe diventata la loro nuova routine.

Fu così che iniziò il loro riavvicinamento: in modo lento, ma graduale.

Iniziarono a sentirsi la sera prima di andare a dormire, sia che Teseo fosse di turno sia quando era nel suo letto, poi cominciarono a messaggiarsi per le più piccole cose e a passare sempre più tempo insieme.

A volte, Teseo si ritrovava a casa di Miki, sul divano, a guardare un film insieme a lei e a Zef, sentendosi parte della famiglia per la prima volta.

Altre volte, invitava Miki e suo figlio nel suo appartamento per una cena in loro compagnia, che finiva sempre con una partita a Scarabeo.

Succedeva di rado che andasse al bar di famiglia per aiutare come faceva da adolescente, perché i genitori della sua ex ancora non lo avevano perdonato a pieno, ma comunque accadeva. Magari, aveva finito un turno in anticipo e allora passava da loro per poter vedere Miki e farsi raccontare le novità, non importava che l'avesse sentita solo la sera prima.

Tre settimane passarono in un lampo e finalmente giunse il compleanno di Zef.

Quel giorno, Teseo entrò nel bar con gli occhiali da sole a coprire parzialmente gli occhi verdi e le maniche della camicia azzurra rimboccate sui gomiti a causa dell'innalzamento delle temperature.

«Tes, sei arrivato, finalmente!», esclamò Zef, correndo da lui.

Teseo lo strinse in un abbraccio veloce, mormorando un augurio di buon compleanno al suo orecchio.

Quella volta, Zef non si staccò subito, ma attese che Teseo ponesse fine alla stretta prima di farlo. Quindi, gli sorrise raggiante e lo incoraggiò ad aiutare sua madre nell'addobbare un angolo del bar.

«Ehi, Montecchi!», gridò Miki, mentre bilanciava sulle mani due grandi scatoloni pieni di addobbi. «Vieni a darmi una mano, o no?»

«Subito, capo!», rispose ridendo Teseo. Scompigliò i capelli del figlio e poi raggiunse Miki con una corsetta.

«Dà a me, dai», disse, prendendo tra le mani gli scatoloni.

«Sei arrivato giusto in tempo per appendere i festoni», disse lei.

«Come hai fatto tutto questo tempo senza i miei muscoli?», chiese ironicamente.

«Scemo!», lo rimproverò Miki, dandogli uno scappellotto sulla nuca. «Vai ad appendere questi festoni. E fallo in fretta, che gli amici di Zef stanno per arrivare!»

«Signorsì, capitano», fece un veloce saluto militare con la mano prima di scappare per sfuggire all'ira di Miki.

La sentì sussurrare «Sei proprio un cretino, Montecchi», ma Teseo era troppo felice per fare a caso all'insulto.

In fondo, lui sapeva che non lo intendeva davvero. 

Continue Reading

You'll Also Like

9K 154 14
All'inizio i due non si sopportano,costretti a sposarsi. Con il passare del tempo qualcosa cambierΓ . Lei scoprirΓ  la veritΓ  sulla sua famiglia? deci...
1.4M 45.9K 53
Samantha Nelson è una ragazza semplice,i suoi occhi color ghiaccio lo fanno capire solo a guardarli. È una semplice adolescente di 17 anni. Sam vive...
34.8K 771 50
Miriam è una ragazza di 18 anni, la sua vita non è mai stata semplice così decide di andare a vivere a New York. Per riuscire a frequentare il suo ul...
113K 3.9K 36
Β«Cazzo, Channelle! Dimmi che non hai abortito!!Β»- continuo a fissarla nelle sue fottute pozzanghere vuote, questa volta senza trattenermi dall'alzare...