Just Brothers

Bởi we-are-young-

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Vive con il suo peggior nemico, ma se l'odio provato da entrambi si trasformasse in un altro sentimento? IN R... Xem Thêm

Capitolo 1 - The move
Capitolo 2 - Taylor
Capitolo 3 - He kissed me
Capitolo 4 - We're engaged
Capitolo 5 - The party
Capitolo 6 - Hangover
Capitolo 7 - Dad
Capitolo 8 - I remember
Capitolo 9 - Trent
Capitolo 10 - Sister
Capitolo 11 - Back to home
Capitolo 12 - Hotel
Capitolo 13 - Accident
Capitolo 14 - Bonfire
Avviso
Capitolo 15 - We leave again
Capitolo 16 - Film
Capitolo 17 - WOULD YOU BE MY GIRLFRIEND?
Capitolo 18 - Why?
Capitolo 19 - We end it?
Avviso
Capitolo 20 - No regrets
Capitolo 21 - Surprise
Capitolo 22 - I felt in love with you
Capitolo 23 - ASSHOLE
Avviso
Capitolo 24 - I FUCKING LOVE HER
Capitolo 25 - We're getting married
Capitolo 26
Capitolo 28
Nuova storia
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Avviso!!
Capitolo 33
Avviso.
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Avviso
Capitolo 42
Capitolo 43 (END)

Capitolo 27

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Bởi we-are-young-

||TAYLOR POVS||
-Buongiorno- urlò forse un po' troppo entusiasta il mio migliore amico.
-Mi spieghi quali cazzo di problemi ti affliggono? Ieri sei arrivato dal tuo viaggio, per giunta in ritardo di 4 giorni, come se fossi tornato da un funerale mentre adesso sembra che sei sotto effetto di qualche droga pesante- commentai afferrando una mela per poi mangiarla.
-Hai il ciclo? No perché se è così credo che l'aiuto che ti serve lo puoi tranquillamente trovare altrove- ribatté sarcastico.
-No, la questione è ancora più grave. Amico da quando non scopi?- continuò non lasciandomi tempo di rispondere alle sue provocazioni.
-Mi prudono le mani- mi limitai a dire scatenando solo una risata da parte sua.
-Andiamo a preparare sto ricevimento- disse uscendo di casa mentre nel frattempo io prendevo la macchina.
-Dobbiamo andare a ritirare gli smoking e i vari decori che dobbiamo poi portare alla villa- spiegai dirigendomi al negozio di abbigliamento.
-Ok- si limitò a rispondere dato che il mio telefono aveva preso a suonare e non aveva intenzione di smettere.
-Non rispondi?- mi chiese guardando l'iPhone.
-È Alesha e sinceramente non ho voglia di averla tra i piedi- risposi acidamente.
-Non hai voglia di averla tra i piedi da quando Melissa se ne è andata, o per meglio precisare il tutto, hai cominciato ad ignorarla dal preciso istante in cui la mia migliore amica è entrata a far parte della tua vita- esordì scendendo dal l'automobile e dirigendosi verso l'entrata del negozio.
-Non rincominciare- lo avvertì.
-Non dirmi che non ho ragione. Andiamo amico, da quando lei se ne è andata l'unica cosa che sei stato capace a fare è stata quella di bere fino a dimenticarti il tuo stesso nome, ma continuare a blaterare il suo in continuazione- continuò sbattendomi spudoratamente la verità in faccia.
-Cosa cazzo ti aspettavi? Che io facessi finta di niente? Che continuassi a scopare come facevo prima che lei piombasse nella mia vita? Che la rimpiazzassi con delle puttane? Mh? Come credi che io sia stato? Il giorno prima scopro di amarla e il giorno dopo lei si trova su un aereo diretto a Los Angeles probabilmente scappando da me e dal matrimonio di sua madre. Quindi ti pregherei di non aprire più l'argomento.- dissi tutto d'un fiato arrivando alla villa che avevano affittato per il matrimonio.
Avevo sentito la mancanza di Melissa in una maniera assurda, non pensavo nemmeno di poter provare una tale nostalgia per una persona, come non sapevo di poter provare un sentimento tanto forte verso di lei.
Quella ragazza mi aveva cambiato del tutto, era riuscita ad abbattere ogni mia corazza, ogni mia barriera difensiva, rendendomi così vulnerabile a lei.
-Quella cameriera ti sta scopando con gli occhi- mi sussurrò Alex indicando la ragazza che continuava a mantenere fisso lo sguardo sul mio corpo.
-Non mi ispira- commentai posando lo scatolone vicino all'entrata.
-A te non ispira nessuno che non sia..- cominciò a dire con un sorriso furbo sulle labbra.
-Stai zitto- schernì frustrato interrompendolo prima che potesse nominarla.
Dopo un'altra ora passata a scaricare gli scatoloni contenenti le decorazioni ritornammo a casa.
-Mi sa che prima che tu partissi avrei dovuto ricordarti che eri fidanzato- stuzzicai Alex al mio fianco.
-Per quale motivo avresti dovuto?- chiese bevendo la sua birra.
-Hai delle occhiaie enormi- dissi cercando qualcosa da mangiare in cucina.
-Non ho scopato, semplicemente non ho dormito molto bene- si giustificò mentre la suoneria del suo telefono rimbombò nella stanza.
-Pronto..ehi...cosa?...ma che cazzo?....dille che è una cretina....cosa le hanno detto?....ovvio lei è fatta così...scherzi?....devo venire io?....si si....dille che la sento e che non hai bisogno da fare da interlocutore...si...dove siete?....boh c'è rumore...bene...ciao..ah Logan tienila solo d'occhio- furono le parole che lui disse durante la chiamata.
-Chi è Logan?- chiesi buttando la bottiglia di birra ormai vuota.
-Ehm....una sorta di amico- rispose agitato, alche un pensiero si fece spazio nella mia mente.
-Amico sarai mica diventato gay?- dissi con voce acuta beccandomi uno sguardo fulminate da lui.
-Dio ma che cazzo c'hai al posto del cervello? È un amico che ho conosciuto a Los Angeles- rispose finendo la sua birra.
-T-tu sei andato a Los Angeles?- chiesi confuso.
-I-io? N-no, cioè tanto tempo fa, mica il fine settimana passato- balbettò uscendo in giardino dirigendosi verso la stanza della musica.
-Cosa hai intenzione di fare?- domandai seguendolo.
-Rimettere a posto il casino che hai fatto in quel posto- schernì indicando il vecchio garage.
-Fai pure, io lì non ci metto più piede da mesi, e di certo non ci entrerò perché me lo stai dicendo tu- ribattei mettendomi le mani in tasca per cercare le sigarette e l'accendino.
-Ok tu resti fuori e io rimetto in ordine- decise entrando e parlando di qualcosa che non riuscì a capire.
-Che cazzo stai dicendo?- chiesi alzando il tono di voce in modo che lui mi sentisse.
-Che dovremmo rincominciare a suonare con la band- ripeté con il mio stesso tono di voce seguito poi da un gran frastuono che mi fece precipitata dentro per vedere se fosse successo qualcosa.
-Alex? Che cazzo stai bene?- lo chiamai non vedendolo.
-Uhm...non proprio- rispose da dietro il divano.
-Sei caduto?- domandai aggrottando le sopracciglia.
-No sono caduto. Cosa ci faccio secondo te per terra?
Te lo chiedo anche in ginocchio, ma per favore scopa oppure fai qualcosa che faccia funzionare il cervello che ti ritrovi- si lamentò alzandosi e pulendosi i vestiti impolverati.
-Sei frustrante- commentai passandomi una mano fra i capelli.
-Mai quanto te- rispose per poi darmi una pacca sulla spalla e continuare a raggiungere il suo obiettivo.
Avevo distrutto questo posto il giorno dopo la sua partenza, non suonavo da quel giorno, non uscivo più con il gruppo che si era creato, non facevo più le cose di una volta. Mi odiavo per essere stato così vulnerabile a causa sua, così dipende da quella ragazza.
-Credo che andrò a fare visita ad Alesha, non aspettarmi per cenare insieme, probabilmente tornerò tardi e non in buone condizioni- lo avvertì per poi uscire di casa.

||MELISSA POVS||
-Hai bisogno d'aiuto?- chiese per la millesima volta il ragazza seduto sul letto intento a giocare a FIFA.
-Non sono invalida, riesco a preparare una valigia da sola- ribattei facendolo ridere.
-Tuo padre vieni insieme a noi?- domandò non distogliendo l'attenzione dallo schermo attaccato al muro.
-No lui, Alessia e Sofia partiranno domani mattina arrivando così in tempo per il matrimonio- risposi riponendo i vestiti nella valigia.
-Non dimenticarti le medicine- mi ricordò prima che potessi chiuderla e chiedergli di poterla portare di sotto.
-Ai suoi ordini- dissi per poi posizionarmi sul letto accanto a lui.
-Stanca?- domandò giocando con alcune ciocche dei capelli.
-Un pochettino- sussurrai flebilmente.
Il giorno prima ero uscita dall'ospedale cavandomela con una costola rotta, un trauma cranico, e 4 punti sulla tempia sinistra dopo aver passato tre giorni in una stanza bianca.
Sospirò pesantemente continuando a giocare con i miei capelli e ad accarezzarmi una guancia.
-Lo so a cosa stai pensando, quindi smettila di darti colpe inutili, sono viva, sto bene, e ho vinto la gara- sentenziai guardando i suoi occhi grigi.
-Non me ne frega niente della gara, dio Melissa, tu non capisci come mi sono sentito quando mi sei svenuta tra le braccia, ho pensato fossi morta- ribatté sussurrando le ultime parole con orrore.
-Secondo te come mi sono sentita io quando tu sei stato in coma? Era colpa mia, io avevo istigato quello stronzo e tu ci sei andato di mezzo. Quindi credo che io possa capire come tu ti sia sentito- disse sorridendogli debolmente.
Poche ore dopo eravamo sull'aereo diretto per New York intenti a parlare del più e del meno e ridere facendoci richiamare dalle hostess.
-Sei sicuro di non voler venire a stare da me?- chiesi irrompendo nel silenzio che si era creato dopo una nostra risata.
-Te l'ho già detto, mio fratello abita in un'enorme casa a New York e dato che è da un po' che non lo vado a trovare credo questa sia un'opportunità di rivedere il mio fratellone- rispose sorridendo.
-Verrò a farti visita- esordì mentre una voce metallica avvertiva che saremmo atterrati tra pochi minuti.

-Wow- commentò Logan una volta dentro casa mia, avevamo deciso che sarebbe rimasto a mangiare dopodiché lo avrei accompagnato da suo fratello.
-Ti piace?- domandai posando i bagagli a terra e abbracciando il mio migliore amico.
-Casa mia è più bella e grande- beffeggiò facendomi ridere.
-Non so come sia quindi non so cosa rispondere amico- esordì Alex salutandolo con una pacca sulla spalla.
-Come mai è così vuota questa casa?- chiesi accomodandomi sul divano seguita dai due ragazzi.
-Tua madre dovrebbe essere alla villa a decidere le ultime cose e credo sarà qui con mia mamma per l'ora di cena, Jhon è stato cacciato via di casa da Liz per i preparativi mentre Taylor è uscito dopo pranzo- spiegò il ragazzo biondo guardando la mia reazione nel sentir pronunciare quel nome.
Lo schiarimento di gola di Logan fece interrompere la tensione creatasi attirando la nostra attenzione verso di lui.
-Mi state mettendo in soggezione- si lamentò portando tutte e due le mani sul suo viso coprendolo.
La porta di casa si aprì rivelando Sara e mia madre che ridevano fino a quando il loro sguardo non cadde su di noi, o meglio su di me e il ragazzo moro.
-M-Melissa?- mi chiamò mia madre balbettando assumendo un'espressione sorpresa sul volto. Mi alzai e andai ad abbracciarla chiedendole scusa mentre le lacrime scorrevano sul suo viso.
-Figlia mia, pensavo non saresti venuta al matrimonio e che saresti rimasta a vivere da tuo padre- disse fra i vari singhiozzi.
-Non potevo non partecipare al matrimonio di mia madre- sorrisi insieme a lei, ma il suo sorriso si tramutò ancora una volta in 'o' in segno di stupore e preoccupazione.
-Oddio cosa ti è successo?- chiese toccandomi la tempia dove si presentavano due piccoli cerotti bianchi.
-Oh niente non preoccuparti, ho solo avuto un piccolo incidente d'auto, ma non è nulla di grave- mi giustificai con la prima scusa plausibile.
-Sei sicura? Stai bene? Ma quando è successo?- domandò prendendomi le mani.
-Quale giorno fa, ma stai tranquilla sto benissimo adesso- sorriso riabbracciandola per poi andare a salutare Sara che mi accolse a braccia aperte.
-Chi è quel bel ragazzo?- chiese mia madre dandomi una leggera gomitata colpendo la costola rotta facendomi quindi emettere un gemito di dolore.
-Logan è un mio amico che ho conosciuto a Los Angeles che mi ha accompagnata durante il viaggio preoccupandosi della mia salute e che questa sera cenerà da noi- le spiegai mentre sorrideva al ragazzo moro difronte a lei.
-Piacere, io sono la madre di Melissa, Liz, tu invece devi essere Logan non è così?- si presentò mia madre porgendogli la mano per poi attirarlo in un abbraccio facendolo imbarazzare.
-Sei il benvenuto qui a casa mia- continuò mia mamma staccandosi.
Continuammo a parlare e discutere di cosa avessi fatto a Los Angeles, dei miei cambiamenti, di quanto secondo lei fossi dimagrita e del suo matrimonio. Per quanto fossi arrabbiata con lei non potevo rovinarle il giorno più bello della sua vita.
-Credo che mia madre ti adori- affermai mentendo in moto la mia Audi decappottabile.
-È simpatica a differenza della sottoscritta, la prima volta che ti ho parlato ad ogni parola che dicevi sputavi veleno- disse facendo una smorfia.
-Vogliamo parlare di te? Credo che di non aver mai incontrato uno stronzo come te prima d'ora- affermai mentre Taylor si fece spazio nella mia mente, in questo caso ne avevo già incontrato uno.
-Ehi ma ci sei? Ti ho detto che dovevi girare a destra e tu sei andata praticamente dall'altra parte- si lamentò attirando la mia attenzione.
-Non c'è problema si torna indietro- esordì per poi girare di colpo facendo stridere le gomme dell'auto e ritrovarmi nella corsi opposta pronta a ripartire.
-Tu ti sei fumata il cervello ragazza- rise accendendo lo stereo della macchina.
-Certe persone mi influenzano- mi giustificai seguendo le sue indicazioni per giungere a casa di suo fratello.
-La strada qui è quasi desolata e non ci sono incroci,quindi se vuoi accelerare fai pure, ma fai attenzione- mi avvisò alche io feci come detto.
Accostai davanti casa di suo fratello e scesi insieme a lui.
-Sali su, stai un po' con noi e poi torni a casa- mi invitò prendendo la sua valigia.
-Non credo sia il caso, sarei leggermente in imbarazzo- risposi appoggiandomi con la schiena alla macchina.
-Io ho conosciuto tua madre, tu conoscerai mio fratello che tu voglia o no- affermò prendendomi in spalle come un sacco di patate.
-Logan mollami- dissi ridendo -Ti prego, verrò da tuo fratello ma lasciami camminare- lo pregai ancora fino a quando non decise di farmi toccare con i piedi il suolo.
-Ho una costola rotta ricordati eh- lo rimproverai scherzando.
-Dio scusa, mi ero dimenticato- si scusò per poi citofonare a casa di suo fratello.
Un ragazzo con gli stessi occhi di Logan apparì da dietro la porta sorridendo alla vista del ragazzo al mio fianco.
-Fratellino- disse andando ad abbracciarlo.
-Jason...Jason aspetta fratello- lo spostò schiarendosi la voce molteplici volte.
-Lei è Melissa- mi presentò mentre lo sguardo di suo fratello si spostò sul mio corpo.
-Non dirmi che è la tua ragazza, non ti credevo così di buon gusto- lo prese in giro Jason.
-No..lei..- stava per rispondere ma io lo precedetti.
-Si sono la sua ragazza, ma adesso devo andare- conclusi per poi baciare Logan che ricambiò subito senza esitazioni.
-Ci vediamo domani, ciao Jason- salutai per poi fare l'occhiolino al ragazzo che avevo appena baciato.
Una volta arrivata alla macchina una voce fin troppo famigliare mi chiamò.
-Ma guarda un po' chi è tornata- continuò avvicinandosi a me.
-Che cosa vuoi?- chiesi infastidita.
-Non capisco cosa tu sia venuta a fare, stavamo tutti meglio senza di te- schernì facendo risuonare il rumore dei suoi tacchi in tutto il piazzale.
-Non ti ho chiesto come ve la siete passati, quindi vedi di non rompere- sentenziai frustrata.
-Mi chiedo solo per quale motivo tu sia tornata quando nessuno ti vuole tra i piedi, sei insignificante- continuò la sua provocazione.
-Senti Alesha, vai a fare la morale ad altri, fai quel cazzo che ti pare, scopa dato che è il hobby, ma stammi lontana- affermai sedendomi in macchina.
-Ho già scopato, il tuo caro fratellino ne era più che soddisfatto- disse sorridendo beffarda.
-Troia- imprecai per poi partire in macchina e farle il dito medio.
Arrivai a casa frenando bruscamente provocando un rumore assordante e facendo uscire di casa Alex che probabilmente sveglio mi aveva sentito.
-Cristo ma che problemi hai? Hai intenzione di ammazzarti o fare qualche altro incidente così batti il record stabilito pochi giorni fa?- urlò mentre io scendevo dall'auto.
-Hai intenzioni di farmi a ramanzina? No perché se è così vedi di non rompere, non sono in vena e tu non sei nessuno per farmela- urlai a mia volta.
-Cosa ti ha fatto Logan questa volta?- mi domandò gesticolando.
-Logan non ha fatto un emerito cazzo, lui in due mesi non ha fatto niente- risposi sempre con lo stesso volume di voce.
-Con niente intendi farti gareggiare in gare clandestine? Farti finire in ospedale due volte di seguito? Cambiarti in questo modo? Sei sicura questa sia niente?- chiese arrabbiato.
-Ho deciso io di gareggiare, non c'entra un fottuto cazzo lui, ho sempre fatto di testa mia e anche se lui non voleva che io gatteggiassi l'ho fatto lo stesso, ma andiamo tu hai solo guardato le cose negative, lo conosci? Conosci chi è Logan? No vero? Allora vedi di fare una cosa, stai zitto e non nominarlo perché di lui non sai un emerito cazzo. Non sai che lui mi è sempre stato vicino in quei due mesi, che mi ha fatto dimenticare tutta sta merda. Perché non è bello tornare e sapere che il ragazzo che ami si è scopata la ragazza che ha fatto di tutto per rovinarmi la vita, che lui diventerà tu fratello e che io in questi mesi non sia riuscito a dimenticarlo mentre a lui si divertiva a scopare non sentendo neanche la mia mancanza. Quindi smettila, smettila di continuare a dirmelo che la colpa è sua, sono cambiata perché volevo io e non perché me lo ha detto Logan, ho cominciato a gareggiare perché volevo farlo, e sono tornata qua solo per sto fottuto matrimonio non perché mi mancavate.- ribattei sentendo poi un rumore molto simile al vetro rotto. Lentamente mi girai per poi ritrovarmi Taylor a qualche metro da me fissarmi sorpreso.
-Ma andatevene tutti a fanculo- dissi per poi correre dentro casa e dirigermi in camera.

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Ho scritto e riscritto almeno dieci volte questo capitolo quindi spero vi sia piaciuto, in tal caso commentate e mette la stellina⭐️.

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