Mamma Arnauk

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Heris si rigirò nel letto per l'ennesima volta. Da quando si era coricata non era riuscita a stare ferma un attimo e ormai era notte fonda. Scalciò via le coperte e l'aria della camera aggredì la sua pelle madida di sudore, facendole provare più freddo di quanto non fosse in realtà. Gli sconvolgimenti che aveva vissuto negli ultimi giorni l'avevano disturbata al punto che non riusciva più ad avere un sonno regolare, nonostante fosse esausta.

"Cosa ci faccio qui? Questo non è il mio posto, voglio andare a casa, voglio andare a casa!"

Casa. Ma quale casa? Cos'era diventata quella casa per lei? Cosa l'avrebbe aspettata se fosse tornata? Certo, le mancava la sua famiglia, sua madre e sua sorella. Sua madre era di indole buona ma fragile e infantile, sempre in preda all'inerzia degli eventi, mentre sua sorella, per piccola che fosse, era di tempra più solida. Negli ultimi periodi non le aveva viste spesso, perché erano sotto protezione, ma tra le due sembrava Nanalie l'adulta, una bimba di dodici anni con una maturità fuori dal comune. Heris non sapeva se le avrebbe mai riviste.

Si sfiorò le labbra con le dita. Agli occhi del Re Demone era probabilmente apparsa come una sempliciotta, e in effetti per certi aspetti lo era, fin troppo candida e sprovveduta per capire che tipo di tela stesse cercando di tessere l'altro. Heris era sempre stata così devota al suo percorso che aveva sempre lasciato certi desideri da parte; ma poi quell'essere fin troppo avvenente le aveva rubato un bacio. Aveva provato vergogna, come se fosse stata un'onta che non avrebbe potuto lavare via, ma allo stesso tempo un'apprensione quasi colpevole. Lei era impetuosa per natura e si era ridestato in lei qualcosa che era rimasto latente per troppo tempo.

Decise di uscire dal letto e di fare un giro per il castello, con la speranza che muovendosi il sonno sarebbe sopraggiunto più facilmente. Folle a dirsi, ma non aveva nessuno che la sorvegliasse, le maglie della sua prigionia erano stranamente larghe e tutto ciò rendeva la sua situazione ancora più surreale. Anche per i corridoi non c'erano guardie o sentinelle di sorta, e Heris pensò che il Re Demone avesse un'insana e forse eccessiva confidenza nei propri mezzi.

Svoltò l'angolo del corridoio e d'improvviso di ritrovò di fronte a una grossa ombra nel buio. Si bloccò per lo spavento e la sorpresa; in un primo momento pensò che fosse un sorvegliante che faceva effettivamente la ronda nei corridoi, ma poi mise a fuoco e vide che la figura aveva fattezze femminili, pur molto robuste. Quando la figura si voltò a scrutarla, Heris per un attimo pensò che avrebbe preferito imbattersi in una guardia: davanti a lei si trovava la nutrice di Yagen, colei che lui stesso chiamava "Mamma Arnauk", con la sua fisicità massiccia e gli occhi severi e penetranti.

Heris ripensò ai modi arcigni con cui la donna aveva trattato il Re Demone, e provò un immediato desiderio di fondersi col muro e sparire dalla sua vista.

Fece qualche passo incerto all'indietro, ma la donna sollevò il lume che portava con sé e lo puntò sul suo viso. Non sembrava essere arrabbiata.

Studiò Heris con calma, per poi esordire: "Sei pallida da far spavento, Scricciolo".

Heris non seppe come replicare ma le venne spontaneo ripararsi da quegli occhi indagatori.

"Non nasconderti, non serve a nulla. Hai problemi di sonno, le tue occhiaie parlano da sole" proseguì ruvida la nutrice. "Vieni con me, ti preparerò un infuso per aiutarti a dormire" detto questo si avviò per il corridoio con passo pesante. Heris si aspettava qualche forma di rimprovero o peggio, ma in realtà quell'anziana donna era stata gentile, perlomeno a modo suo.

Si risolse quindi a seguirla per i corridoi e arrivarono in una piccola saletta adiacente alle cucine. Mamma Arnauk restò in silenzio, quindi Heris non attese il suo invito prima di sedersi a un vecchio tavolo, le mani appoggiate di fronte a sé.

Captivated - Il sangue e la spadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora