Capitolo XLI

154 16 1
                                    

Non le importava del freddo, voleva solo restare da sola per un po', con la sua tristezza.

Era successo tutto così in fretta, l'incendio, l'esplosione, la morte di Will, il ricovero di Loran che aveva rischiato anch'esso di perdere la vita, e poi il funerale.

Tutto insieme che Agatha aveva avuto poco tempo per elaborare quello che era successo.

Ci aveva pensato, non aveva fatto altro che pensarci, ma non era mai rimasta solo con se stessa e il suo dolore.

Non voleva neanche pensare a quello che era successo con Malone, non in quel momento, perché sentiva il dovere di dedicarsi al suo lutto.

Per questo si era rintanata nel piccolo portico sul retro del palazzo, che condividevano con i loro coinquilini. Lì dove aveva conosciuto Kathleen.

Una leggere pioggia tentava di infastidirla ma lei era più testardo e persisteva a restare seduta a terra, incurante del fango, con la testa rivolta al cielo.

«Ah, sei qui», la voce di suo fratello Connor la destò, suo malgrado dai pensieri: «Sta piovendo, vieni dentro».

«Tra un po'».

Qualcosa nel suo tono di voce mentri pronunciava quelle tre parole, spaventò Connor al punto da fargli aggiungere: «Va tutto bene?».

Agatha non voleva mentirgli, non lo faceva mai, per cui evitò di rispondere, proprio perché sapeva che la verità non sarebbe stata positiva.

«Lo sai che se hai bisogno di me, io ci sono», aggiunse lui, più insistente del solito.

Doveva percepire quella distanza, quel muro che si stava ergendo tra Agatha e il resto del mondo, e avrebbe voluto evitarlo.

«Voglio solo restare un po' sola, Connor », non nascose il tono frustrato e non se ne dispiacque.

«So quello che vuoi, ma forse non è quello di cui hai bisogno».

I due fratelli si guardarono negli occhi per istanti che sembrarono ad entrambi eternità.

Un tempo gli bastava questo per comprendersi senza neanche dire una parola.

E anche se Agatha avrebbe voluto tenersi qualche emozione per sé, non ci riusciva. Non poteva tenere Connor fuori.

In risposta lui si mise seduto accanto a lei e le sorrise, come a voler dire "non ti lascio sola".

Come quando erano bambini, non c'era bisogno di dire nulla. Agatha posò delicatamente la testa sulla spalla del fratello e chiuse gli occhi, confortata dalla sua vicinanza.

Era proprio come diceva lui: non sapeva di cosa avesse veramente bisogno.

Il loro momento di silenzio e tranquillità fu interrotto da Loran che uscì nel cortile trafelato e preoccupato.

«Dobbiamo parlare», esordì con una tale enfasi che Connor si alzò di scatto, forse aspettandosi il peggio.

«Che cosa è successo?».

Loran lo fissò quasi fosse un stupido ma comunque si prese la briga di spiegare la situazione: «Quello che è successo prima con Malone... ne ho parlato anche con Kale e nonostante lui fosse restio a raccontarmi tutto, è come pensavo. Malone vuole prendere Agatha e farla sua, e ho il presentimento che potrebbe agire oggi stesso».

«Aspetta un attimo», lo interruppe Connor, con la mano alzata, guardando prima la sorella, all'oscuro di tutto, e poi di nuovo Loran: «Ma di che stai parlando?».

Loran si rese conto solo in quel momento che non aveva mai parlato ai fratelli Doyle delle sue preoccupazioni. 

«Malone è interessato da settimane a tua sorella, si è informato per sapere se fosse fidanzata e secondo a quando dice Kale, non è pronto anche a portarla via da casa contro la sua volontà».

Fàilte -Storia di speranza e di riscattoWhere stories live. Discover now