Capitolo XXXI

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Loran aveva deciso di fare le cose per bene per quel sabato.

Aveva innanzitutto chiesto il permesso a Fergus Doyle, anche se Agatha non aveva idea di quando fosse successo.

Una sera suo padre le aveva chiesto di parlare in privato e i due erano usciti in strada per poter parlare.

«Non sapevo che fossi interessata a Loran Murray?», aveva esordito lui tranquillo, per poi renderla partecipe del loro dialogo.

«Io ho dato il permesso, a patto che tu voglia naturalmente».

Per quanto Fergus fosse un uomo all'antica,  non avrebbe comunque mai preso una decisione sulla vita personale della figlia senza parlarne con lei.

Agatha gliene fu grata ma comunque lo rassicurò. Era stata lei ad accettare, anche perché non aveva avuto molta scelta.

Ma a suo padre non poteva certo spiegare perché si sentiva in dovere di uscire con Loran.

Avrebbe voluto chiedere al genitore cosa pensasse del ragazzo, anche se una parte di lei già immaginava la risposta, ma restò in silenzio.

Fergus aveva acconsentito, ma ad una condizione: che qualcuno della famiglia fosse presente.

E così Connor era stato costretto a seguirli, anche se non moriva dalla voglia di farlo.

«Non avresti dovuto accettare», le aveva detto la sera prima, approfittando di un momento d'intimità: «E vorrei tanto capire che passa per la testa a nostro padre».

Ad Agatha sembrava quasi che Connor l'avesse presa sul personale. Come se si sentisse offeso e tradito da lei.

«È solo un pic nic», aveva cercato di tranquillizzarlo, senza però avere successo.

Alla fine lo aveva lasciato borbottare e il giorno dopo, quando erano usciti, lo aveva ignorato.

Anche se non era entusiasta all'idea di passare altro tempo da sola con Loran, non voleva comunque partire prevenuta e farsi rovinare la giornata intera a causa del cattivo umore di suo fratello.

Si era ripromessa che non avrebbe trattato Loran come era suo solito e che, quanto meno, gli avrebbe dato una possibilità.

E lui quel giorno sembrava stranamente in imbarazzo e taciturno. A disagio, perfino. Cosa molto strana visto che era stato lui a chiederle quell'uscita.

La portò in un piccolo parco non molto distante, ma comunque fuori dal loro quartiere, non bello come quello dove era stata con Will e i suoi amici, ma abbastanza grazioso per poter passare una bella giornata.

C'era il sole, e Agatha aveva l'impressione che quella sarebbe stata una delle ultime volte in cui avrebbero potuto godere della bella stagione, prima dell'inizio dell'inverno.

Connor si incontrò con i suoi amici all'entrata del parco e tutti e tre si allontanarono per lasciarli da soli, come era consuetudine.

Restarono abbastanza vicini da poterli guardare e tenere d'occhio ma non così tanto da sentire le loro voci.

Agatha venne quasi da ridere quando incontrò lo sguardo del fratello, poco prima che si congedasse da loro.

Da quello che poté intuire, Connor aveva preso davvero sul serio il suo compito di sorvegliante. 

Non erano gli unici che avevano deciso di sfruttare quella bella giornata e molti, anche alcuni loro vicini, si erano riuniti per quel piacevole pomeriggio.

Agatha si soffermò ad osservare alcuni bambini che giocavano a rincorrersi a pochi passi da dove avevano deciso di fermarsi, mentre Loran stendeva a terra una grande tovaglia a quadri. 

Fàilte -Storia di speranza e di riscattoWhere stories live. Discover now