Capitolo IX

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L'idea di Molly era semplice ma allo stesso tempo geniale. Tanto che Agatha si rammaricò per non essere stata lei la mente di quel piano.

La mattina seguente, una volta che gli uomini ebbero lasciato la casa, la ragazzina aveva rivelato alla madre di voler partecipare alle lezioni di catechismo preparate da miss Doherty, l'assistente di padre Donovan.

Si tenevano ai piani superiori della chiesa ed erano frequentate solo ed esclusivamente da giovani fanciulle. 

«Sarebbe bello poter riprendere alcune abitudini che avevamo in Irlanda», aveva annunciato Molly, durante la colazione, con una tale leggerezza che Agatha ne fu stupita.

Nessuno avrebbe pensato che stesse cercando di ingannare la madre. 

«Non saprei...», aveva iniziato a dire Maureen, un po' in certa. Combattuta tra la gioia di vedere le sue figlie femmine interessate alla religione e la paura di concedere loro troppa libertà.

«Non saremo mai sole», aveva insistito Molly, con voce melliflua. 

Agatha rimase scioccata quando la madre, senza far troppa resistenza, aveva acconsentito. Per un attimo si chiese si stesse bene, preoccupata.

Ma poi si scambiarono uno sguardo lungo ed eloquente, prima che la donna si raccomandasse: «State attente». 

Quando si rivolse alla figlia maggiore, le sussurro per non farsi sentire troppo da Abigail: «Naturalmente non ne faremo parola con vostro padre».

Ed Agatha comprese che sua madre aveva capito tutto, nonostante Molly fosse stata un'attrice perfetta, tanto da convincere anche la signora Murray.

Così, mentre uscivano dal palazzo, non poté non farle i complimenti: «Credo che in un altra vita tu sia stata un membro di una compagnia teatrale itinerante».

Molly era scoppiata a ridere, anche se sotto alle sue sporadiche lentiggini era possibile scorgere un certo rossore. 

«Per colpa tua sarò costretta a sorbirmi quelle lezioni noiose», aveva aggiunto, mentre insieme raggiungevano la chiesa. 

E quando furono di fronte all'edificio, Agatha si voltò e abbracciò la sorella, stringendola forte al petto: «Ti devo un favore».

La baciò su una guancia, nonostante lei tentasse di ritrarsi, e la lasciò lì, mentre correva verso il suo primo giorno di prova. 

Diverse emozioni l'avevano invasa, fin dalla sera prima, tanto da non riuscire a dormire con serenità. 

Era eccitata all'idea di quella nuova avventura ma anche spaventata e preoccupata di non essere all'altezza. 

Il fatto di dover fare tutto di nascosto dal padre non aiutava certo ad alleggerire il peso che portava con sé, ma cercò di non pensarci.

Quando giunse al negozio,in perfetto orario, c'erano entrambi i proprietari e anche Will chela riconobbe subito e le rivolse un sorriso raggiante.

Lo zio Joe fu subito disponibile con lei e le prime parole che le riservò furono di buon augurio. 

Pensò immediatamente che fosse una persona molto ottimista e, per certi versi, le ricordò suo padre, ma più aperto e moderno. 

Infatti sembrava che l'uomo apprezzasse l'idea di assumerla proprio in virtù della sua giovane età e della sua appartenenza al gentil sesso. 

Una caratteristica, l'ultima, che avrebbe invece scoraggiato molti altri datori di lavoro.

«Vi farò affiancare da mio nipote, siete più o meno coetanei e lui lavora qui da molto tempo. Saprà consigliarvi sapientemente», le disse, dopo averle dato un grembiule simile al suo.

Fàilte -Storia di speranza e di riscattoWhere stories live. Discover now