Capitolo III

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La prima notte nell'appartamento fu alquanto difficile.

Dopo una cena frugale tutti insieme, a base dei pochi e semplici alimenti che avevano trovato nella dispensa, i Murray si rintanarono al piano di sopra, nelle loro comode stanze. 

E ai Doyle toccò l'ingrato compito di decidere dove e come avrebbero dormito.

Fergus dispose i posti, prendendo lui le decisioni più importanti, e scelse di dare alle sue figlie femmine, Agatha e Molly, il sottoscala.

Un piccolo spazio un po' angusto ma dove potevano avere una certa riservatezza.

Il pavimento fu cosparso di coperte e cuscini per farle stare comode e quasi illuderle di dormire in un vero e proprio letto. 

A lui e a sua moglie spettò la panca, mentre Connor fu costretto ad accontentarsi del freddo pavimento. 

Non era di certo una sistemazione ideale ma erano abituati anche a peggio.

Durante il viaggio verso gli Stati Uniti, infatti, avevano dormito sempre a terra, nella stiva che spesso era umida e bagnata, in compagnia di almeno altre cento persone, stretti l'uno sull'altro, senza poter fare il minimo movimento. 

Almeno nell'appartamento non c'era tutta quella gente. 

Agatha tentò di prendere sonno, anche se riusciva a sentire ogni minimo rumore prodotto dai Murray al piano di sopra.

Ogni volta che qualcuno camminava, il soffitto sopra la sua testa scricchiolava. 

Ma cercò di non trasmettere le sue preoccupazioni a Molly che, stretta accanto a lei, cercava qualcuno in grado di rincuorarla. 

Durante la notte sognò L'Irlanda e il loro piccolo paese di campagna.

I prati in fiore e le capre che scorrazzavano nei campi. Il sole caldo che baciava i loro raccolti e l'albero sotto al quale si vedeva spesso con Margot, la sua più cara amica. 

Sognò la loro casa, quella in cui era nata e cresciuta, e la camera che condivideva con Molly.

Immaginò soprattutto il suo letto, non molto grande ma comunque comodo, e tutto quello che aveva perso. 

E quando si svegliò la mattina dopo, un senso di pesantezza e oppressione quasi la soffocarono.

Forse anche a causa del suo brusco risveglio, dopo che uno dei figli Murray era sceso di corsa dalle scale, facendo scuotere la loro piccola camera da letto improvvisata. 

Quando aprì la porta, ancora frastornata, li trovò tutti lì, svegli e pimpanti.

Oltre al maggiore, Kale, e suo cugino nonché coetaneo Loran, la signora Murray aveva da sfamare altre due bocche, Matt e David.

Due pesti inviperite che non riuscivano a stare fermi neanche un secondo e che avevano svegliato la casa con le loro continue baruffe. 

«Buongiorno Agatha, siete molto bella anche al mattino», si concesse di dire Loran, permettendosi perfino di sfiorarle una ciocca di boccoli color del rame, con una sfrontatezza tipica sua. 

La prima cosa che lei aveva notato del ragazzo, piuttosto silenzio nella maggior parte dei casi, era proprio il modo in cui sembrava superare i limiti della decenza.

Lo faceva quasi con garbo, tanto che nessuno, o quasi nessuno, era in grado di sentirsene turbato. 

Ma Agatha restava un po' sulle sue, sospettosa come sempre di fronte ai suoi gesti all'apparenza innocui. E anche quella mattina si limitò solo ad un timido: «Grazie». 

Fàilte -Storia di speranza e di riscattoWhere stories live. Discover now