Capitolo XXII

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I consigli di padre Donovan non si erano limitati solo al funerale, come i figli di Maureen scoprirono ben presto.

La donna infatti, sotto consenso del marito, aveva deciso di iniziare a lavorare da casa come sarta.

«Padre Donovan dice che ci sono molti lavori che una donna può fare continuando a restare nella propria dimora», aveva annunciato lei, come spiegazioni.

Ad Agatha non era sfuggita l'occhiata che la madre le aveva riservato. Come a dirle che sarebbe stato meglio che anche lei seguisse le sue orme.

Ma ad Agatha piaceva l'indipendenza che uscire e andare al negozio le dava. Anche se la presenza costante di Loran metteva tutto sotto una prospettiva diversa.

A questo e a molto altro pensava proprio mentre stavano camminando diretti alla drogheria.

Il suo accompagnatore era più taciturno del solito, e lei, che un po' intuiva i demoni che lo tormentavano, decise di non stuzzicarlo.

E continuò a riflettere sulla conversazione avuta con la madre.

Era contenta che il genitore iniziasse finalmente a reagire, anche se l'aveva stupita la reazione del padre.

A quanto sembrava, dunque, Fergus Doyle non era tanto restio all'idea che le donne della famiglia lavorasse, quanto che uscissero di casa da sole.

Il che poteva anche essere comprensibile ma ciò poneva tutta la sua situazione sotto un altro punto di vista.

Come avrebbe reagito il padre alla scoperta che la figlia lavorava proprio come la madre?

Si sarebbe arrabbiato lo stesso, come qualche settimana prima, o magari l'idea che fosse accompagnata ogni volta da Loran lo avrebbe tranquillizzato?

Agatha ci pensava, a questo e a molto altro.

Come quando poi, sempre durante la stessa conversazione, anche Connor se ne uscì con una notizia.

«Mi hanno offerto un lavoro in un locale... Dovrei sostituire un dipendente, di tanto in tanto. La paga è buona e l'orario di lavoro non disturba quello in cantiere, perciò potrei fare entrambi».

Era rimasto piuttosto vago su ciò che avrebbe fatto, un po' come i cugini Murray qualche giorno prima, ma Agatha dubitava che ci fosse qualcosa di losco.

Suo padre, poi, era rimasto soddisfatto e contento di aver cresciuto un figlio volenteroso al punto da fare due lavori.

A maggior ragione, dopo tutto quello che era successo, Agatha era sempre più convinta a continuare a lavorare alla drogheria.

E più il tempo passava, più si convinceva che in fondo avrebbe perfino potuto parlarne con il padre.

Davanti al negozio si congedò da Loran, informandolo frettolosamente: «Al ritorno non ho bisogno della vostra compagnia...».

Lui la interruppe subito, con un sorriso a metà bocca ma comunque gentile: «Ma io verrò comunque».

Agatha evitò di alzare gli occhi al cielo, esasperata per essere stata interrotta e continuò parlando più lentamente: «Volevo dire che non ce ne è il motivo perché dopo il turno di lavoro andrò con Will ad un pic nic e mi riaccompagnerà lui».

Alzò un po' il braccio, quel tanto che bastava per indicare il cestino in vimini che si era portata con sé.

L'espressione si lui si fece cupa e non riuscì a trattenere un tono di rimprovero mentre affermava: «Non è opportuno».

«Non saremo soli», fu l'unica risposta di Agatha che, per nessuna ragione al mondo, sentiva il bisogno di dargli spiegazioni. A lui non doveva proprio nulla.

Fàilte -Storia di speranza e di riscattoWhere stories live. Discover now