59-Keep your eyes open.

Comenzar desde el principio
                                    

«Per che ora sarete di ritorno?» Ci domandò, mentre camminavamo verso il garage.

«Io ho parecchio lavoro arretrato, quindi non posso essere precisa.» Lo avvisai.

«Al solito orario.» Rispose Kate, invece.

«Vedrai tuo padre?» Dylan si riferì a me, ovviamente.

«No, è fuori città.» Mi voltai, poco prima di salire in auto e lo baciai a mo' di saluto.

«Ci vediamo dopo, allora.»

Annuii e mi accomodai dal lato del guidatore.

«Siete così carini.» Strillò contenta la mia amica, facendomi alzare gli occhi verso il cielo.

«Tu pensa a scoparti mio fratello.»

Arrossì alle mie parole e io ghignai.

«Stronza.» Borbottò sistemandosi gli occhiali da sole sugli occhi e causando la mia risata.

Entrai nell'immenso edificio accompagnata da Katherine, che mi camminava, a fianco. I miei dipendenti mi salutarono educatamente e io risposi con qualche sorriso abbozzato, camminando verso l'ascensore.

«Mi era mancato tutto questo.» Ammisi, rivolgendo un sorriso alla mia migliore amica.

«Sono felice che tu sia rientrata a lavoro.» Mi sorrise a sua volta.

«Non avrei mai abbandonato la mia azienda, Katherine.» Le rivelai.

«Non avevo dubbi su questo.» Concordò.

Non appena le porte dell'ascensore si aprirono, ci dirigemmo verso il mio ufficio.

«Buongiorno Melanie.» Salutai la mia segretaria, la quale, appena mi vide, spalancò gli occhi.

«Buongiorno a lei, signorina Alexandra.» Le sue gote si colorarono di una tonalità più scura, mentre abbassava il capo osservando le sue scarpe.

«Saresti così gentile da portarmi un caffè?» Le chiesi, sporgendomi dalla porta dell'ufficio.

«Certo, vado subito.» Si congedò velocemente e si avviò verso la prima caffetteria disponibile.

«Veniamo a noi, tesoro.» Indicai la mia migliore amica, già seduta comoda davanti alla mia scrivania, con i documenti dei bilanci sistemati davanti. «Ho bisogno di essere aggiornata sui resoconti fiscali dell'ultimo mese.» Mi accomodai e inizia ad ascoltarla.

***

Katherine era tornata nel suo ufficio da circa due ore e io stavo controllando la grafica del nuovo catalogo, proposta dal mio Art Director, finché non mi arrivò una chiamata sul mio cellulare.

«Pronto?» Nessuno rispose, però cominciai a sentire delle urla raccapriccianti.

«Chi c'è?» Chiesi, trepidante.

«Alexandra!» Tra quei suoni striduli riuscii a riconoscere una voce famigliare che pronunciava il mio nome.

«Luke? Luke, dove sei?» Mi sollevai di scatto dalla sedia.

«Sta a te scoprirlo.» Mi rispose una voce metallizzata, modificata attraverso degli effetti vocalici.

«Smettila, lascialo stare!» Sibilai, stringendo i pugni lungo i fianchi.

«Anche lei non c'entrava niente.» Mi rispose e io ipotizzai il nome del mio interlocutore. «Hai due ore per trovarci, coinvolgi qualcuno e di Luke non resterà altro che un cadavere. Tra pochi istanti riceverai il tuo indizio.» Disse, poi la chiamata s'interruppe.

Nello stesso istante, il mio computer segnò l'arrivo di una mail e io la aprii velocemente, notando la presenza di una fotografia dentro la quale si notava la figura sfocata di Luke, appesa con dei ganci al soffitto e, nello sfondo, una piccola finestra da cui era possibile vedere l'esterno.

Il panico prese il controllo del mio corpo e in un lampo fui fuori dal mio ufficio. Corsi tra i corridoi, ignorando le occhiate confuse dei miei dipendenti e la voce preoccupata di Katherine che mi urlava qualcosa. In quel momento, nella mia testa, potevo vedere solamente l'immagine del corpo martoriato del mio migliore amico.

Raggiunsi la macchina e misi in moto, premendo con forza sull'acceleratore.

****

Chiusi con veemenza la portella della mia auto e osservai i dintorni, all'apparenza quieti. I traumi del passato bussarono con prepotenza alle porte della mia mente, fecero pressione per prendere il sopravvento della situazione, tuttavia non potei permetterlo.

Devo salvare Luke, questa volta ad ogni costo. Pensai, mentre camminavo verso il vecchio magazzino abbandonato. Era un luogo immenso e, se non fosse per le urla disperate del mio migliore amico, non sarei mai riuscita a trovare la strada giusta. Percorsi il sudicio corridoio e presto mi ritrovai di fronte al corpo legato del mio migliore amico.

Non ebbi il tempo di fare nulla, che uno sparo riecheggiò nell'aria.

«Luke!» Gridai.

Lasciò un gemito di dolore e iniziò a respirare affannosamente.

Impugnai la pistola e sparai verso lo stesso punto in cui avevo visto una sagoma muoversi.

«Cazzo.» Imprecò quella voce, successivamente si sentivano dei passi moderati che lasciavano la stanza.

Inizialmente non pensai a inseguirlo, piuttosto allentai e slacciai le corde che impedivano i movimenti di Luke, lo aiutai a stendersi sul pavimento, con la testa posata sulle mie gambe.

«Luke, devi rimanere sveglio, hai capito?» Lo pregai, premendo sulla ferita che gli aveva inferto sul ventre.

Avrei pensato più tardi a Ralf.

«Alexandra!» In quel momento non capii come, ma Dylan fu davanti a me.

«Aiutalo Dylan, ti scongiuro.» Parlai freneticamente, stringendo la mano dello spagnolo che balbettava parole scommesse.

Dylan si tolse la maglia e prese ad attorcigliarla intorno alla ferita di Luke. Quest'ultimo strinse i denti e aprì gli occhi, guardandoci con espressione un po' confusa.

«Va tutto bene.» Sussurrai, avvicinandomi per posare le labbra sulla sua gota umida. «Prenditi cura di lui.» Mi rivolsi a Dylan.

«Dove cazzo credi di andare?» Afferrò il mio polso, bloccando i miei passi.

«Dal bastardo.» Sorrisi freddamente.

«No, non ti lascerò andare da sola.»

«Non ho bisogno del permesso di nessuno.» Mi scostai bruscamente dalla sua presa. «È mio fratello, trattalo come se al suo posto ci fosse Katherine.» Raccomandai, poi iniziai a correre verso il punto in cui avevo visto Ralf scomparire.

«Alexandra!» Sentii Dylan strillare, tuttavia non mi fermai.

È giunta la tua ora, figlio di puttana.


Amore

Holaaa todos, come state? Spero bene. 
Più passa il tempo più siamo vicini alla fine dl libro:*(  Presto ci saranno allettanti novità, ma non vi anticipo niente, voglio tenervi sulle spine. 
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. Io vi mando un grande e sincero abbraccio.

Alla prossima, 

la vostra Ilaria.💗💗

Con te non ho pauraDonde viven las historias. Descúbrelo ahora