58-I fell in love

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La suoneria delle notifiche, che avevo impostato al cellulare, interruppe il discorso intrapreso con Luke. I miei occhi saettarono verso quest'ultimo, con il cuore che scalpitava nel mio petto, e mi rivolse un sorriso rassicurante.

«È qui?» Mi domandò.

«Sì, ha detto che mi sta aspettando fuori.» Confermai, dopo aver letto il messaggio che era apparso sullo schermo del mio cellulare. Mi sollevai dal divano e, con un gesto nervoso, passai i palmi delle mani sul pantaloncino che indossavo.

«Vieni, ti accompagno alla porta.» Mi afferrò la mano e giungemmo all'entrata. Aprii la porta e, dopo avergli lanciato un ultimo sguardo, m'incamminai sul vialetto, tuttavia, a un tratto mi fermai e mi voltai nuovamente verso lo spagnolo. Camminai a passo svelto verso di lui e mi spinsi tra le sue braccia già pronte ad accogliermi.

«Te quiero, Luke.» Inspirai la sua dolce fragranza, beandomi delle carezze che lasciava sulla mia schiena.

«Yo también te quiero, niña.» Posò un bacio sulla mia gota, mi fece l'occhiolino e rincasò.

Inspirai profondamente e m'incamminai verso la Porsche parcheggiata vicino al marciapiede. Spostai con una mano una ciocca di capelli bruni dall'orecchio e, quando fui davanti all'auto, aprii lo sportello, accomodandomi, in tutta fretta, sul sedile passeggero.

«Ciao.» Biascicai, sporgendomi per lasciargli un casto bacio sulle labbra. Ricambiò a stento e io aggrottai le sopracciglia, confusa da quella reazione. Non fu solo quel bacio mancato a insospettirmi, ma anche l'espressione seria che incorniciava il suo viso.

«È successo qualcosa?» Chiesi, con un tono sereno, decisa a non litigare con lui.

«No.» Rispose brusco, sottolineando quanto avessi ragione.

Sbuffai e mi girai leggermente con il corpo, posando la schiena sullo sportello. «È per l'abbraccio con Luke, vero? Sei geloso?» Un sorriso di scherno increspò le mie labbra quando lo vidi serrare la mascella.

«Sì.» La risposta fu secca e io sentii il mio orgoglio gongolare soddisfatto. «Ho forse torto se m'infastidisco davanti a certi gesti?» Premette il piede sull'acceleratore, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

«Dylan.» Lo richiamai, per nulla preoccupata dell'aumento di velocità. Appoggiai la mia mano destra su quella che aveva posato sul cambio e la strinsi leggermente. «Luke è mio fratello. Il legame che ho con lui è uguale a quello che ho con Caleb e Ian.» Spiegai, una nota di risentimento apparve nella mia voce quando pronunciai i nomi dei miei fratelli, tuttavia il bruno fece finta di niente. Non mi ero comportata in modo molto carino con Dylan; quando l'avevo chiamato tra le lacrime, per spiegargli quanto detto da mio padre, lui aveva cercato di calmarmi dicendomi che avrebbe preso la macchina e che mi avrebbe raggiunta subito, eppure gli avevo detto di non farlo. Avevo rifiutato la sua offerta gentile perché avevo bisogno di passare del tempo con Luke.

«No, vado da Luke per qualche ora.» Gli avevo detto e lui, con una nota di delusione, aveva acconsentito.

«Lo vedo come ti guarda, Alexandra, è innamorato di te!» Esclamò convinto e io scossi il capo, sollevando gli occhi al cielo.

«Hai ragione.» Voltò la testa verso di me e mi osservò con un'espressione soddisfatta. «Lui mi guarda in modo diverso, ma non perché è innamorato di me.» Aggiunsi e lo sentii sbuffare. «Luke e io ci siamo conosciuti quando eravamo ancora due ragazzini irresponsabili. Da allora abbiamo condiviso ogni istante. Non siamo legati dal sangue, eppure ci consideriamo fratelli. Dylan, lui mi è stato vicino in momenti davvero tragici. Non mi ha mai abbandonata e io non abbandonerò mai lui.» Chiarii, facendogli intendere che se mi avesse posto davanti a una scelta, non avrei mai lasciato Luke. «La tua gelosia è davvero senza senso.» Ridacchiai. «Lo ammetto, mi sono divertita a far leva su questa tua debolezza per punirti un po', dopo di quello che hai fatto, però lo spagnolo è innamorato da anni di Ian.»

Con te non ho pauraWhere stories live. Discover now