45-The other side of the coin

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Speciale 50K.

Alexandra accostò la moto davanti alla villetta di Luke e, dopo essere stata salutata con un bacio sulla guancia, partì in direzione di casa sua.

Mentre lo spagnolo camminava verso il portico, afferrò il cellulare tra le mani e cercò nella rubrica il numero del suo fidanzato.

«Ehi, amore.» La voce di Ian lo fece sorridere.

«Ciao! Dove sei?» Domandò, successivamente aprì la porta con le chiavi e si fece largo nella sua dimora.

«Sono al Rokys, perché?»

«Ho voglia di vederti.» Ammise sospirando.

«Mi passi a prendere?» Chiese Ian, sorridendo tra sé e sé.

«Certo, faccio una doccia e sono da te.» Luke si passò una mano tra i capelli, con il cuore che scalpitava nel suo petto, ansioso per quello che sapeva stesse per succedere.

«Okay.» Concordò il Morrison. «Luke?» Lo richiamò poi.

«Sì?»

«Va tutto bene? Ti sento strano.» Il biondo si accigliò, preoccupato, e lo spagnolo si maledì per avergli fatto sospettare qualcosa.

«È stata una giornata pesante, ma sto bene.» Mentì.

«Alexandra?» Domandò Ian, rassicurato.

«No, tranquillo. Ti spiego dopo, ora lascia che mi sbrighi!» Ridacchiò e così il suo ragazzo.

«D'accordo, tra quanto sarai qui?»

«All'incirca venti minuti, il Rokys è vicino.» Spiegò e Ian annuì, anche se non poteva vederlo.

«Allora a dopo.» Replicò l'americano, poi interruppe la chiamata.

Luke era in macchina e i suoi pensieri tormentati erano accompagnati dalla musica reggaetòn che riempiva l'abitacolo. Si chiese quale sarebbe stata la reazione del suo ragazzo, quando avrebbero affrontato insieme quell'argomento critico e sperò che fosse positiva o, perlomeno, quieta. Nonostante Ian fosse caratterialmente un uomo ragionevole, sapeva che, quella che voleva esporgli, era una situazione delicata, da trattare con cura.

Va bene, Luke, puoi farcela! Pensò, non appena la sua macchina accostò davanti al locale notturno.

Inviò un messaggio a Ian, che, presto, aprì lo sportello e si posizionò al fianco del migliore amico di sua sorella.

Si guardarono negli occhi per qualche istante e lo spagnolo non poté che apprezzare quegli occhi azzurri, con alcune sfumature verdi. Erano così limpidi e puri che quasi si chiese non fossero gli occhi di un angelo.

Il contorno del volto e gli occhi chiari, i gemelli Morrison, li avevano ereditati da Stephanie, mentre la corporatura era simile a quella di Adam. Alexandra, invece, era l'opposto: i lineamenti simili a quelli di suo padre e le forme rotonde e abbondanti, nonostante la costituzione magra, erano quelle di sua madre

La prima cosa che, Luke aveva amato di Ian, erano gli occhi, attraverso i quali era riuscito a scorgere un mondo nascosto. Il suo ragazzo era un abile bugiardo e, per coprire quella sofferenza che impregnava il suo cuore, aveva costruito una lastra di vetro abbastanza coprente.

Nessuno, eccetto lo spagnolo, aveva mai capito che, sporgendosi e ponendo le mani a coppa attorno a quel vetro, si poteva capire cosa quest'ultimo nascondeva.

Quella tristezza che nessuno, fuorché Luke, aveva scorto. Nessuno, inoltre, si era accorto del senso d'inadeguatezza che portava con sé da quando era solo un ragazzino.

Con te non ho pauraHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin