4-Come you too?

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Si avvicinò alla moto e fece per sedersi avanti, ma posai una mano sulla sua spalla e lo allontanai bruscamente da quel gioiellino. Sfilai dalle sue mani le chiavi e lo guardai con un lieve ghigno.

«Ho detto che vengo, ma devo guidare io, con te non ci sarebbe divertimento.» Spiegai, convinta delle mie parole.

«Sai seriamente guidare una moto?» Borbottò divertito, pensando che stessi scherzando.

«Sì, e probabilmente so farlo meglio di quanto immagini» Visto le innumerevoli gare che ho vinto. Avrei voluto aggiungere, ma frenai la lingua tra i denti.

Sollevò le sopracciglia dubitando di quanto avevo affermato, però non rispose. Mi accomodai sulla sella della moto e anche lui fece lo stesso.

«Non aspettarti una velocità moderata, quando si tratta delle moto mi piace divertirmi.» Lo avvertii, ma lui non si scompose, ridacchiò leggermente e poggiò le mani al lato del sedile posteriore, reggendosi senza toccarmi.

Girai la chiave, girai l'acceleratore, mi gustai il prepotente rombo del motore, con gli occhi socchiusi, e sorrisi, pronta a dare il meglio di me.

Partii sgommando e iniziai a correre per le strade di NY, assaporando le fastidiose urla delle persone a cui tagliavo la strada, o il rimbombo dei clacson. Non avevo intenzione di fermare la mia corsa per nessuna ragione al mondo, desideravo soltanto divertirmi e testare quella Ducati.

Presto, una macchina con le sirene spiegate prese a inseguirci, ma non mi preoccupai affatto, e così anche il bruno dietro di me, che mi consigliò semplicemente di accelerare per riuscire a seminarli.

Feci senza problemi quello che mi aveva detto e m'infilai in una strada stretta, eppure quello non sembrò bastare, giacché le auto della polizia diventarono due.

«Che rompi scatole.» Borbottai, non accennando a fermarmi. Riuscii a seminarli senza difficoltà dopo qualche minuto, infilandomi nel traffico cittadino, sfrecciando tra le auto, così da porre maggiore distanza, e poi svoltando in una stradina piuttosto isolata, in modo da essere certa che non mi avrebbero trovata.

Una risata sgorgò dalla mia gola, mentre mi dirigevo verso la periferia della città.

«È stato...wow!» Strillai emozionata, nonostante non fosse la prima volta che mi trovavo in una situazione simile.

«Sì, devo ammettere che mi sono alquanto divertito.» Disse una voce poco distante dal mio orecchio, ricordandomi della presenza di Dylan, che il mio cervello aveva momentaneamente accantonato. Mi ricomposi velocemente, restando in silenzio, mentre aumentavo la velocità della moto, sfiorando i 250km\h. Sorrisi, avvertendo la sensazione piacevole del vento che sfiorava la pelle, lasciata scoperta dal casco. Eravamo da poco arrivati in una delle strade dove solitamente gareggiavo, giunsi al bivio che ormai conoscevo benissimo, svoltai a destra e dopo poco iniziai a rallentare, fino a quando non mi fermai del tutto. Scesi dalla moto, mi sfilai il casco e passai una mano tra i miei lunghi capelli castani, intrecciati in dolci nodi a causa del vento.

Il mio sguardo si posò sul panorama offerto da quella strada collocata su una lieve altura. Il sole stava lentamente tramontando, potevo vedere le sfumature arancioni e rosa cospargere il cielo newyorkese. Era sorprendente la calma che una tale visione poteva suscitare nel mio corpo.

Dopo qualche secondo mi affiancò Dylan, che fissava, proprio come me, il paesaggio di fronte a lui.

«Si sta bene quassù.» Disse cautamente, mentre un leggero venticello gli scompigliava i capelli.

«Già, soprattutto a quest'ora.» Scrollai le spalle, guardando i suoi occhi. «Allora, sei sorpreso delle mie abilità nel portare la moto?» Lo sfidai, stringendomi nel mio cappotto, e sistemando il vestito, che si era alzato mentre guidavo.

Con te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora