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Winona

Ho passato un mese qui al Cortez.

Non mi dispiaceva passare le mie giornate a bere Martini con Liz o a parlare di moda con Will. Non era la fuga che mi ero aspettata ma andava bene così.

Dalla finestra potevo vedere le case addobbate per questo grande giorno: il Natale. Ho sempre amato questa festa perché potevo stare con la mia famiglia mentre adesso quasi la odio perché sono lontana dalla mia Mystic Falls.

<potresti tornare a casa oggi stesso. Sarebbe un bellissimo regalo>

<non ancora Elizabeth, non posso>.

Mi guardò con quella sua aria da persona saggia, sempre un passo avanti agli altri. Venne verso di me e mi prese le mani guardandomi dritta negli occhi.

<non posso nemmeno immaginare quanto dolore tu abbia provato ma verrà un giorno in cui ti pentirai di ciò che stai facendo. Lui ti ama e a te manca infinitamente, perciò mi viene naturale chiederti: che ci fai ancora qui? Perché non sei tra le sue braccia?>

<oh Beth> sospirai <vorrei che fosse tutto perfetto come dici tu tuttavia non è così. Ora che Stefan ha smesso di cercarmi non c'è bisogno di contattarlo>.

Andai al piano inferiore dove tutti stavano addobbando un enorme albero.

Misi anche io qualche pallina per poi sedermi su uno dei divanetti e godermi quest'atmosfera unica.

Stefan

Avrei voluto passare il Natale con Winona come quando eravamo umani.

Avevo già un regalo da darle ma a questo punto direi che è finita, per sempre.

Io l'ho cercata disperatamente per settimane e lei non si è fatta viva.

<Stefan, almeno a Natale fai un sorriso. È molto semplice, porti gli angoli della bocca all'insù> scherzò Damon

<sorriderò quando tu mi lascerai in pace> alzò gli occhi al cielo e uscì dalla mia stanza.

Presi tra le mani la foto di Winona scattata nel 1863. Osservai ogni sua caratteristica, ogni suo lineamento.

Dovevo continuare a cercarla, stando qui a piangermi addosso le do la dimostrazione che non mi importa abbastanza.

Winona

Presi tra le mani in telefono e digitai il numero di Stefan.

Tentennai per qualche minuto ma alla fine feci partire la telefonata.

Ci furono due squilli prima della sua voce.

<finalmente>

<ciao, come stai?>

<mi sei mancata>

<lo so, ho sentito il messaggio in segreteria>

<perché non mi hai mai risposto?> chiese con la voce velata da delusione.

Sospirai profondamente prima di rispondere <non mi sentivo pronta. Ero ferita e pensavo che a te non importasse>.

Passò un tempo infinito prima che Stefan prendesse parola.

<se non ti avessi detto nulla, tu non l'avresti scoperto e ora staremmo festeggiando insieme>

<non scherzare Stef, ho apprezzato la tua sincerità ma avevo bisogno di tempo>

<e quanto durerà? Un anno, un decennio o forse un secolo?>

<tornerò prima che tu possa dimenticarmi>

<lo spero, lo spero tanto Win>.

Riagganciai.

Lasciai scivolare la mia schiena lungo al muro. Con me scendevano anche le lacrime. Avevo sbagliato tutto: avrei dovuto parlarne con Stefan invece di scappare dai problemi.

<hai parlato con lui?> mi chiese Elizabeth avvicinandosi a me

<sì> risposi tra i singhiozzi <voglio tornare a casa Elizabeth, voglio tornare da lui>

<ti accompagnerò io, sta tranquilla>.

Mi sentivo a pezzi: dopo tutti quei giorni passati ad ignorare ciò che era successo avevo completamente perso il senso della lontananza e avevo dimenticato cosa significa provare nostalgia.

Non avevo abbandonato soltanto Stefan ma anche Damon, Caroline, Elena e Bonnie.

<sono una persona orribile> Elizabeth mi guardò con aria autoritaria, io abbassai lo sguardo

<guardami> le rivolsi il mio sguardo annebbiato dalle lacrime

<tu non sei una persona orribile. Hai portato gioia e luce in un luogo dove regnavano soltanto angoscia e buio. Sei molto più di una strega o di una vampira centenaria; sei una ragazza forte e solare proprio come ti aveva sempre descritta Stefan> la guardai intensamente prima di scoppiare a piangere di nuovo.

Dopo qualche ora il mio pianto si interruppe.

Iniziai a preparare le valigie con l'aiuto di Elizabeth.

<com'è Mystic Falls?>

<cambio dei piani: non andremo a Mystic Falls ma a New Orleans>

<perché?>

<ho una congrega di cui prendermi cura>.

𝐓𝐡𝐞 𝐰𝐚𝐲 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐩𝐚𝐬𝐭|𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞Where stories live. Discover now