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Winona

Fui svegliata dai raggi mattutini che irradiavano la mia stanza.

Ci volle un po' per capire dove fossi, poi ricordai: nessuna ancella in abiti Ottocenteschi. Alzai le braccia al cielo per stirarle mentre sentii bussare alla porta.

La voce di Cordelia mi disse di preparami e scendere al piano inferiore. Su una delle tante scalinate incontrai Madison.

<dormito bene, fata smemorina?>

<sì grazie per l'interessamento, fallita>.

Percepii gli sguardi delle altre ragazze stupite.

<buongiorno, sono Zoe>

<sì ciao>

<hai fegato per rispondere così a Madison, lei tiene molto alla sua carriera>

<lei attacca me, io attacco lei e lo faccio senza pietà>.

Prendemmo posto a tavola e iniziammo la colazione.

<hai recuperato qualche ricordo?> mi chiese Cordelia con fin troppo interesse

<uhm, veramente no>

<è un bel problema ma tranquilla, troveremo una soluzione>

<non capisco perché dobbiamo occuparci anche di lei> sbottò Madison. Sembrava che mi odiasse nel profondo.

<credo sia ora di calmarsi. Non ti ha fatto niente e poi sembra simpatica>

<grazie come sempre per l'appoggio, Nan>.

La colazione proseguì normalmente ed io tornai nella mia stanza, convinta che il silenzio mi avrebbe aiutata a ricordare.

<ciao, i tuoi pensieri ti assillano> affermò Nan sedendosi accanto a me sul morbido materasso

<sì, vorrei ricordare>

<io di solito posso vedere il passato delle persone tuttavia con te non ci riesco>

<sono sfortunata>

<no, sei speciale. Diversa dagli altri e questo è un bene>

<grazie Nan> le rivolsi un sorriso e lei ricambiò.

Uscì dalla stanza chiudendo la porta. Poggiai la testa sui cuscini e mi lasciai cullare dall'aria proveniente dalla finestra aperta.

<hey Winona, svegliati> aprii lentamente gli occhi e li stropicciai.

<ciao Zoe, è già ora di cena?> la ragazza emise una risata

<no, noi andiamo a fare shopping...sembra che ti servano dei vestiti>

<certo, shopping...dammi 10 minuti>.

Mi alzai e presi i pochi vestiti che mi aveva ceduto Misty.

<wow, sembri la versione mora di Misty> mi fece notare Madison

<suona come un insulto>

<ma non lo è, moretta>.

Mentre Madison saltava da Versace a Prada, io e Zoe optammo per negozi più classici.

<qual è il tuo stile?>

<non saprei...nel mio inferno personale vestivo solo abiti di due secoli fa>

<beh, vedi qualcosa che ti piace?>.

Mi diressi in vari reparti; presi una maglia rosa carne, un classico jeans e un cardigan dai motivi floreali.

<è carino, mi piace>

<scommetto che la biondina non ne sarà entusiasta>

<non fare caso a Madison, si calmerà>.

Tornammo a casa con delle granite.

Finii di sistemare gli abiti nell'armadio e di posizionare alcuni oggetti sopra la cassettiera e il comò. Qualcuno bussò alla porta perciò andai ad aprire.

<ciao>

<ciao Madison, che ci fai qui?>

<posso entrare?>

<se non vuoi uccidermi, volentieri>

<senti Winona, io non voglio essere perfida con te ma>

<ti senti minacciata>

<come fai a saperlo?>

<è una sensazione, come se io potessi capirti>

<credo che si definisca empatia>

<oh no, so bene cos'è l'empatia. Questa è la stessa sensazione che si prova quando hai vissuto un'esperienza che qualcuno ti sta raccontando>

<déjà-vu?>

<no, sono convinta che nella mia precedente vita io fossi molto simile a te>

<tu simile a me? Eri una diva del cinema o qualcosa del genere?>

<intendevo caratterialmente>

<scusa moretta ma c'è un'unica Madison Montgomery al mondo e quella sono io>

<infatti non ho detto di essere te, ho detto di assomigliarti caratterialmente>

<impossibile>

<ragazze va tutto bene?>

<certo Cordelia, stavamo solo parlando>

<Madison, trattala bene>

<perché non dovrei?> la ragazza lanciò uno sguardo di sfida alla strega che rispose nello stesso modo.

Poco dopo Madison uscì dalla stanza lasciandomi sola a riflettere.

Forse non recupererò mai i miei ricordi. Vidi il cielo colorarsi di arancio e rosa. Mi sporsi dalla finestra e mi concentrai sull'esterno.

Nel punto dov'ero i suoni della città arrivavano ovattati. Non era la New Orleans che avevo immaginato.

Per un attimo ricordai una mia caratteristica, le aspettative unite alle speranze. Secondo la mia memoria, che ultimamente giocava brutti scherzi, io ero una persona dalle grandi speranze.

Speravo che queste mi avrebbero aiutata a non mollare.

𝐓𝐡𝐞 𝐰𝐚𝐲 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐩𝐚𝐬𝐭|𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞Where stories live. Discover now