«Joe... Andrà tutto bene, vero?» gli rivolse un'ultima domanda prima di incamminarsi fuori dalla porta dello chalet, dove potè avvertire il lontano chiacchiericcio.

«Indiana...» sorrise. «Siamo umani, non siamo perfetti e io di certo sono l'ultima persona che può tranquillizzarti! Mi sono sposato con Galina quando abbiamo saputo di aspettare la nostra Joelle e avevo la tua stessa paura ma l'amavo e di resistere a ciò che comanda il cuore non sono mai stato in grado.» cercò di rassicurarla scoprendosi senza alcuna paura. «Non ti sto dicendo di percorrere quella navata con il pensiero che probabilmente sarà la scelta sbagliata ma di farlo pensando che non potresti fare nient'altro per essere felice, perchè la tua felicità sarà proprio lì davanti a te e ti ama, Dio se ti ama.» le carezzò una guancia. Era da tempo che immaginava Allison nella sua stessa situazione, quella gravidanza li aveva portati sempre più lontani dall'idea di un matrimonio poichè le cose da fare erano sempre troppe ma stava aspettando il momento adatto, sapeva che sarebbe arrivato e non poteva che essere felice anche solo nell'immaginarlo.

«Grazie Joe...» giocò nervosamente con le sue mani a quelle parole e strinse gli occhi, convincendosi della loro veridicità. In fondo, aveva ragione, tutto quello di cui aveva bisogno era alla fine di quella navata e lei doveva sbrigarsi a raggiungerlo. Stava ufficialmente iniziando un nuovo capitolo della sua vita.

L'uomo si tolse dalla porta, lasciandole libero il cammino verso il grande spiazzale e lei tirò un sospiro profondo, prese tra le mani il suo bouquet di rose rosse e rosa, e aprì la porta uscendo finalmente dallo chalet.
Riuscì solo ad avanzare di qualche passo, in quel percorso liberato dalla neve, su cui si trovavano alti vasi di fiori, continuando senza sosta a guardare il pavimento di pietra. Si era fermata poco prima di poter vedere tutti gli invitati, che aspettavano impazientemente la sposa con in sottofondo la classica marcia nuziale. Ma lei aveva bisogno di ancora qualche secondo per riuscire a trovare il coraggio percorrere la navata da sola. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in quella situazione... E invece, ci aveva rimesso di nuovo il cuore, ancora una volta suo padre l'aveva delusa, sicuramente l'ultima; abbandonarla anche durante il giorno del suo matrimonio era stata una malignità che non aveva eguali, costretta a dover camminare lungo la strada della felicità senza chi avrebbe dovuto rassicurarla. Da sola, era completamente da sola e quel pensiero fisso riempì di paure la testa di Ana... Paure che in pochi secondi vennero messe al tappeto dal samoano, comparso al suo fianco.

«Non sei da sola, Ana.» le regalò uno dei suoi sorrisi migliori, uno di quelli che costrinse Ana a ricambiare mentre vedeva Joe che le porse il braccio. «Se c'è una cosa di cui sono sicuro, è che non abbandonerei mai le mie figlie nel giorno più importante della loro vita. Permettimi di accompagnare anche te, Indiana.
Non ha importanza se lui non c'è, hai tanto di quell'amore che ti circonda.» guardò quei due grandi occhioni azzurri commuoversi alle sue più sincere parole. La dolcissima e solita Ana che, cercando di non rovinare nemmeno un millimetro di trucco, si allungò a baciargli una guancia, riconoscente.

«Grazie Joe, non lo dimenticherò mai.» si strinse forte al suo braccio, sperando di non cadere e di evitare i suoi soliti pasticci.

Non ne aveva idea, Indiana, che una volta sollevato lo sguardo, si sarebbe ritrovata con il cuore perforato e le gambe molli. Perché certe sensazioni non riusciva mai a controllarle, esse prendevano sempre il sopravvento su di lei, lui era capace di prendere sempre ogni cosa di lei e farla propria. Erano destinati, lo sapeva bene e ci aveva creduto dal primo istante. Così come Finn che, non appena si rese conto del suo arrivo, si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto quel tempo, come se persino il semplice respirare dipendesse dalla donna, pura aria per i propri polmoni. In tutto quel bianco, le iridi dell'uomo erano quasi trasparenti e solo la figura della ragazza vi era all'interno. Il resto del mondo divenne improvvisamente inesistente, la terra sotto i piedi incominciò a tremare, Finn temette di essere diventato completamente pazzo, consapevole del fatto che di lei lo era già da dal primo giorno che l'aveva vista e ne ebbe l'ennesima conferma quando Indiana gli arrivò a pochi passi e gli strinse la mano. Oh, se solo avesse saputo fin dall'inizio come si sarebbe sentito ad essere completamente suo, avrebbe da sempre saputo per che cosa aveva vissuto fino a quel momento.

Gifts Under The Tree.Where stories live. Discover now