41- Just say the word.

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Un tramonto bellissimo colorava i grattacieli e le case di Boston rendendo l'atmosfera ancora più suggestiva. Daphne camminava lungo le vie della città con una borsa strapiena di documenti e progetti per l'inaugurazione della galleria, ma con la testa sulle nuvole. Appena varcata la soglia di casa un sospiro felice abbandonò le sue labbra, con delicatezza si tolse le sue amate Louboutin e a piedi scalzi si diresse in salotto, trovando Jon sdraiato sul divano che sonnecchiava bellamente. Si fermò sullo stipite della colonna, prendendosi un po' di tempo per osservarlo: le labbra socchiuse, i ricci ribelli che ricadevano sulla fronte coprendo quegli occhi azzurri di cui si era perdutamente innamorata, per lei era l'opera d'arte più bella che avesse mai visto e ancora faticava a credere di averlo tutto per sè.

«Guarda che se continui a guardarmi in questo modo mi sciupi, amore!» un sorriso beffardo comparì sul volto del lunatico, mentre si ostinava ancora a tenere gli occhi chiusi per cercare di riacchiappare quel sogno che era sfumato con l'aprirsi del portone.

«Tu invece dovresti aprire i tuoi occhioni e scendere dal divano visto che ormai è sera, tesoro!» lo rimbeccò con le guance rosse a causa dell'imbarazzo per essere stata colta in fallo ancora una volta.

«Io ho un idea migliore, perché non mi raggiungi qui, non c'è tanto spazio, ma questa volta mi sacrifico e puoi stare su di me.» sollevò le palpebre rivelando quel mare ghiacciato che le fece perdere un battito e un lungo brivido si propagò lunga la sua schiena. Facendole rilasciare un sospiro tremante che ebbe il potere di far apparire sul volto del suo uomo, un ghigno così letale e seducente che non potè far altro che andargli incontro come un serpente segue le note dell'incantatore.

Un trillo metallico, fastidioso e continuo stava infastidendo i due che decisamente erano presi da altro, non gli prestavano attenzione.
La prima a riprendersi fu Daphne, che cercò di alzarsi dalle sue gambe, ma le grandi mani sui suoi glutei e la bocca che non dava pace al suo collo niveo, erano una distrazione troppo forte per una povera donna indifesa come lo era la sua ninfa.

«Adesso lo ammazzo, giuro che lo ammazzo!» sbuffò sconsolato, prima di appoggiarla accanto a sé, lanciando imprecazioni a quel poveretto che aveva avuto la pessima idea di interromperli. «Big dog! Chissà perché immaginavo fossi tu! Su entra!» la figura imponente del samoano si era palesata davanti al grande portone con il solito sorriso solare e con due buste che fecero brillare gli occhi ai due biondi, che gli erano andati incontro da buoni padroni di casa.

«Joe ciao! Entra pure, vado a prendere le coppette per il gelato; ho sentito l'odore del cioccolato provenire da quella busta!» lo salutò con un bacio sulla guancia per poi rubargliela e scappare verso la cucina, sotto lo sguardo attonito dei due uomini. A risvegliarli ci pensò la voce della bionda che lì richiamò in cucina. «Amore, non riesco a prendere le coppette!» una scena esilarante si presentò ai due che a fatica trattennero le risate; Daphne cercava di raggiungere gli oggetti nominati saltellando a piedi uniti, ma senza ottenere risultati. «La finite di ridere?! Datemi una mano! Che cosa serve avere due uomini di quasi due metri se non mi aiutano in questi momenti?!» si voltò fulminandoli con i suoi occhi azzurri, mentre il biondo con uno sguardo d'intesa, andò ad aiutarla.

«Daph, avrei bisogno di un consiglio. Tu conosci Ally da quando siete piccole, vorrei fargli un regalo, ma proprio non so che cosa, tu hai qualche buona idea da dirmi?» vedere il grande ed imponente Joe chiedere aiuto in quel modo così dolce, le fece comprendere quanto ci tenesse alla sua amica e quasi si commosse. Finalmente Allison poteva rinascere e il merito era solo di quell'omone davanti a lei.

«La mia Ally non vuole regali, ma vuole che tu la supporti. Al mondo materiale ha sempre preferito quello ineffabile della musica. Quindi l'unica opzione che rimane è quella più semplice: si va allo studio di registrazione!! Ma prima fatemi prendere un altro po' di questo gelato, é così buono!» la donna sorrise dolcemente alla vista di quegli occhi e di quel sorriso così luminoso che era comparso sul volto abbronzato del samoano.

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