45- A part that's holding on.

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La pioggia cadeva incessante sulla cittadina di Boston e il cielo era ricoperto da una coltre di nubi nere che non permettevano ai raggi del sole di scaldare quella mattina fredda e uggiosa. Jon dormiva tranquillo sotto il pesante piumone, ignaro che da lì a poco sarebbe stato gettato tra le fiamme di un inferno di ghiaccio causato dall'unica persona che amava con tutto se stesso. Inconsciamente si mosse verso la parte di letto dove, da settimane a questa parte, amava rifugiarsi e stringere a sé il caldo corpo della sua donna, ma un freddo insolito lo colpì come una lama ghiacciata, facendogli aprire di scatto gli occhi. Con il respiro corto e un brivido lungo la schiena, toccò il lenzuolo sentendolo incredibilmente freddo, sentore che la sua ninfa si era alzata incredibilmente presto anche per i suoi soliti standard.

Il suo respiro parve aumentare insieme al battito del cuore, lanciò una breve occhiata al soffitto bianco e non perse altro tempo. Alzarsi con un unico e solo gesto affrettato era la prova che il nervosismo stava prendendo in ostaggio il corpo e la mente, trasportandolo in uno stato di piena incoscenza e tremenda rassegnazione. Il lunatico non aveva mai creduto di doversi aggrappare a quel sentimento chiamato speranza con tutte le sue forze, non fino a quel momento, non quando si stampò un sorriso debole sul volto pallido nonostante sentiva benissimo che qualcosa non andasse; quel silenzio era assordante persino per lui, che amava starsene in piena pace. E comprese che, anche se si fosse trovato sul suo amato ring, circondato da milioni di persone, lui avrebbe continuato a sentire quel silenzio fin sotto la pelle.

«Daph, hai deciso di fare il bagno senza di me? Questa me la lego al dito, signorina! Sappilo!» con voce incrinata aprì la porta, ma quello che vide non fu il sorriso giocoso della sua donna e attorno a lui c'era ancora un silenzio innaturale che gli fece perdere un ennesimo battito. Come una furia uscì dal bagno e si diresse in cucina pregando di trovarla immersa tra torte, muffin e pancakes. «Tesoro, sei già tra i fornelli? Sarebbe meglio che tu riposassi ancora, la preparo io la colazione...»  un continuo mutismo lo colpì appena mise piede in cucina.

Ogni cosa era al suo posto, ma di lei non c'era traccia. Si aspettava di trovarla immersa nella preparazione di una torta, così si sarebbe avvicinato e con un dito avrebbe rubato un po' d'impasto per poi sedersi sullo sgabello ed osservare il broncio che le sarebbe nato sulle labbra, quelle che avrebbe baciato quando lei le avrebbe portato il suo caffè amaro.
Sorrise di sbieco a quell'immagine così lontana, un cattivo presentimento strisciava come una serpe stringendo tra le sue spire il cuore del povero lunatico, che corse di nuovo in camera da letto per afferrare il suo cellulare e chiamarla. Uno... Due... Tre squilli, il suo controllo andava scemando ad ognuno di loro, perdendo completamente quella lotta quando fu la voce della segreteria a rispondere e non quella melodiosa della ragazza.

«Dove sei, Daphne?» con un sospiro tremante si accasciò sul letto e un profumo familiare di vaniglia si espanse nella stanza. «Certo!!! Le ragazze! Magari sono a fare a colazione insieme, sicuramente adesso staranno facendo pace, non possono stare separate quelle quattro!» un sorriso dolce e una nuova speranza alimentò il suo cuore mentre componeva il primo numero. «Buongiorno, Ana! Scusa per l'orario, ma volevo sapere se siete al solito bar così chiamo i ragazzi e veniamo anche noi... Immagino sia tutto chiarito, non è vero pasticciona?» sbatteva ritmicamente il piede sul pavimento e tentava inutilmente di calmate quel tamburo di guerra che non avrebbe più battuto se ogni suo incubo si fosse avverato.

«Jon...? Ma che stai dicendo? Non siamo al bar, sono da Finn e non vedo Daphne da ieri sera, ma non è lì con te?» un brutto presentimento si agitava nel cuore della ragazza ancora mezza addormentata, rendendola inquieta e costringendola a saltare dal letto.

«Allora é con Lily! Forse quelle due testone stanno chiarendo da sole! Scusami se ti ho svegliato a quest'ora!» agganciò immediatamente, non avrebbe perso altro tempo senza di lei.

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