3- A heart that's broke is a heart that's been loved.

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«Ehi Ally! Ti stavamo aspettando!» la salutò Victoria, moglie di George, il proprietario del locale nel quale si sarebbe tenuto il tanto atteso concerto di beneficenza del giorno dopo.

«Scusate, sono stata bloccata nel traffico per più di un quarto d'ora.» le rispose la mora, per poi abbracciarla.

Victoria non era solo una dei padroni di quel meraviglioso locale e prima persona ad averle dato la possibilità di esibirsi davanti ad un pubblico al di fuori di scuole di canto o college, ma era anche una delle più grandi amiche di sua madre. Appena diciannovenne, Isabella, si trasferì proprio a Boston e la prima persona che conobbe fu Victoria, sua compagna di camera e di corso ai tempi del college. Diventarono subito grandi amiche e nonostante altre amicizie che nacquero con il tempo e con esse anche amori, rimasero sempre legate.

Da quando la madre di Allison morì lei si ripromise di proteggere quel piccolo angelo fino a quando sarebbe stata in vita e non aveva mai abbandonato quella promessa. Il sorriso della sua più grande amica e la passione che le aveva trasmesso, era questo che rivedeva Victoria in Allison. Proprio per questo aveva tanto insistito a farle usare il suo locale senza farle pagare nemmeno un centesimo.

«Non ti preoccupare, abbiamo sistemato al meglio! Ora tocca a te, fai pure quello che ritieni più opportuno per la serata!» la rassicurò e poi la lasciò sola, ritornando al suo bancone.

Presa dall'euforia di avere sotto mano praticamente tutto l'impianto, Ally iniziò a gestire ogni centimetro di palcoscenico; prima liberò il centro, spostando il pianoforte, fortunatamente mobile, sulla destra e poi si preoccupo del mixer, collegando i vari cavi dei microfoni e dei vari strumenti a corde amplificati.

«George?» lo chiamò una volta dal microfono.

Lui alzò una mano dal fondo della sala, facendole capire di essere pronto ad aiutarla con il sound check. Senza aspettare altro la ragazza si posizionó al piano e iniziò a cantare la canzone che avrebbe presentato insieme al balletto organizzato da Ana.
Non si trattava di una canzone natalizia, almeno così non sembrava dalla melodia, ma quello di cui parlava era strettamente legato a quella festività.

Al Natale che lei non aveva mai passato in famiglia come Daphne o Indiana, ma a quello che passava ormai da tutta la vita con solo parte di essa. In realtà non c'era niente di eccessivamente triste nella sua canzone, parlava di come una festa così tanto importante e altrettanto bella perdesse qualcosa senza quella donna, ma allo stesso tempo di come suo padre non le faceva mai pesare nulla di tutto ciò; di come era triste passare un altro natale senza le altre sue due migliori amiche, ma di quanto erano belli quelli che avevano passato insieme.
Non era una canzone triste, no... quell'aggettivo non era adatto, ma era nostalgica, di un amore mai avuto, ma sempre esistito e di un'amicizia lontana, ma mai più dentro al cuore di quel momento.

Il titolo era chiaro: 'Supermarket Flowers'.

Era la musica quella cosa a non averla lasciata sola nemmeno per un momento, era il fiore che gli aveva lasciato sua madre che, fregandosene di tutti gli altri fiori di quel mondo aveva usato le sue ultime forze per dare alla luce quello più bello e lucente.

Fiore che suo padre aveva aiutato a crescere e che le sue amiche avevano aiutato a sbocciare ancora di più, perché la vita di Allison, la sua scelta di vivere di musica, non è stata sempre facile.

I momenti di sconforto la prendevano nel profondo e credeva davvero di non farcela, ma fu proprio grazie a loro se questo ben presto non fu più un impedimento; l'avevano aiutata a splendere e la cosa più bella era che lo facevano insieme, sempre.

Sarebbe stata così felice di passare il natale con loro, avrebbe preso il primo volo se solo non avesse come programma passare le feste in Canada dai suoi parenti, ma quello non era ciò a cui doveva pensare in quel momento, la canzone era terminata e i pochi presenti, camerieri e gestori, applaudirono facendole capire che forse racchiudere le sue emozioni nella musica non era poi tanto sbagliato, magari era davvero quello per cui era nata.

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