7- I love the way you hate me.

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Quante serate passate lì dentro a ridere per le figuracce di Indiana, ad emozionarsi con la voce di Allison, a piangere quando Daphne e Lily avevano comunicato il loro trasferimento nella spaventosa, ma meravigliosa New York. Sembrava soltanto ieri, quando le due ragazze avevano preso la decisione di inseguire i loro sogni, mentre quella sera erano lí per la loro amica, che fiera si esibiva nel loro locale.

Daphne, seduta sui divanetti, aspettava trepidante l'arrivo della mora. La sua performance era stata sublime, da pelle d'oca; non a caso avevano definito la sua voce un dono degli angeli. Conosceva la storia dietro quella canzone e sperava fortemente che l'averla messa sotto forma di note, l'avesse in qualche modo aiutata a colmare almeno un pochino l'enorme voragine causata dalla perdita prematura di sua madre. A risvegliarla dalle sue riflessioni ci pensarono le battute di quel Jon e quel Colby che prendevano in giro il povero Joe, che era rimasto incantato ad ascoltare la voce della loro amica.

«Ehi, big dog! Sei ritornato tra di noi? Ti abbiamo visto molto preso dalla canzone!» Jon, con in mano il suo gin tonic e un ghigno poco raccomandabile, osservava il samoano.

«Dai, Jon! Lascia stare il povero Joe! Era preso dal vestito rosso della bambolina, non lo hai visto?» Colby seduto a gambe larghe  sghignazzava senza ritegno.

L'unico a non accorgersi di niente era Finn, troppo preso dall'osservare Indiana che gli sorrideva con i suoi occhioni azzurri. Non riusciva a staccare lo sguardo da lei, ci aveva provato più volte, ma come un bambino era inciampato di nuovo nel suo sguardo chiaro dalle mille sfumature blu.

«Eh? Cosa c'è?» Joe fu riscosso dalla leggera gomitata che Lily gli diede al braccio visto il suo stato di trance.

«Col, abbiamo perso il big dog!» il biondo si divertiva da morire a prendere in giro suo fratello, ma sotto sotto era contento per uno dei suoi migliori amici; la sua vita ormai scorreva apatica davanti agli occhi, solo Joelle era in grado di sollevare quel velo che caratterizzava il suo sguardo.

«Idioti!» Joe sospirò mentre Lily annuiva energicamente all'affermazione, sotto lo sguardo divertito di Daphne che osservava tutto quel teatrino con un leggero distacco.

«Lo diciamo per te, ci sono delle signore qui con noi, non vorrei che le spaventassi!» i ragazzi risero sguaiati, mentre alle ragazze andò di traverso quello che stavano bevendo a causa dell'allusione non tanto velata.

Iniziarono a tossire violentemente e loro si avvicinarono per aiutarle a respirare, dando dei leggeri colpetti sulla schiena. Jon si piegò verso il volto di Daphne per controllare che stesse bene, mentre lei si limitò ad annuire per poi riprendersi e accavallare nuovamente le gambe.

Il vestito a quel semplice gesto si alzò, rivelando parte delle gambe toniche della ragazza e catturando l'attenzione del biondo, che con sguardo malizioso non si perse nemmeno un piccolo movimento. Il blu dei suoi occhi sembrò scurirsi ulteriormente dando l'impressione di un mare in piena tempesta, la pelle della ragazza aveva acceso i suoi istinti ed aveva dato vita a pensieri impuri. Pensieri che vennero interrotti dall'urlo lanciato da Lily in direzione di Colby. Li trovarono uno di fronte all'altro con sguardi fiammeggianti, l'uomo ghignava in tutta la sua sicurezza, mentre lei incrociò le braccia sotto al seno senza nessuna paura di fronteggiarlo.

«Ma sei idiota! Che dici? Sei un porco!» lo additò la mora mentre il samoano sorrideva compiaciuto, sicuro di aver trovato un'alleata per quella sera contro quell'imbecille di suo fratello.

«Oh scusami, Bambi! Abbiamo urtato la tua sensibilità? Hai ragione una bambina non dovrebbe ascoltare queste cose!» si avvicinò pericolosamente al viso di Lily, che rossa dalla rabbia si alzò dal divanetto richiamando la bionda.

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