36- I won't let go.

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La macchina di Jonathan sfrecciava silenziosa tra le strade innevate di una Boston che a poco a poco si stava addormentando. I lampioni illuminavano la strada, riflettendo la luce sul volto stanco dei quattro. Daphne si trovava accanto al biondo ed osservava pensierosa la città, che cosa sarebbe successo adesso che le vacanze erano finite?
Allison e Joe sedevano nei sedili dietro, la mora con la testa appoggiata al corpo caldo del samoano, ascoltava silenziosamente la musica che si espandeva nell'abitacolo. L'uomo faceva scorrere le dita lungo il braccio in una tenera carezza mentre il sorriso non voleva abbandonare il suo volto.

«Ci vediamo domani ninfa.» la mora salutò la sua amica, lasciandole un dolce bacio sulla guancia, cercando di tranquillizzarla. Aveva assistito al litigio e non riusciva a nascondere un velo di preoccupazione per la situazione che si era andata a creare.

«A domani tesoro! » tentò di non turbarla ulteriormente, cercando di dissimulare il suo stato d'animo. Jon salutò l'amico con una pacca fraterna e subito dopo sfrecciò per le vie della città, dritto verso casa sua.

Trascinandosi dietro le valigie i due salirono in casa e il dolce profumo di cannella li accolse, dandogli la sensazione di essere tornati a casa. Ally, da perfetta padrona, lo guidò all'interno del suo piccolo mondo. Joe si osservò intorno stupito da quanto l'abitazione parlasse di lei, la musica faceva da protagonista; vecchi vinili impilati in perfetto ordine occupavano quasi una mezza parete, il pianoforte bianco splendeva di luce propria, gli spartiti erano sparsi in giro e alcuni ritratti dei più famosi musicisti adornavano le pareti.

«Davvero molto carina! Il tuo piccolo mondo fatto di musica, piccola cantante.» Joe si sedette sul grande divano, sorridendogli ammiccante, mentre afferrava il bicchiere di vino rosso che Ally li stava porgendo.

«Grazie, volevo che la mia casa rispecchiasse il mio interiore. Un "piccolo mondo di Ally" dove rifugiarmi quando la realtà diventa troppo oppressiva. Sai, noi musicisti siamo dei veri e propri sognatori.» la donna si sedette al suo fianco e con gli occhi luccicanti raccontava della sua vita e del suo piccolo rifugio.

«Adesso che siamo tornati alla vita di tutti i giorni che cosa farai, piccolo angelo?» allungò una mano ad accarezzarle la coscia, mentre si avvicinava sempre di più. Voleva sentirla vicina, ora più che mai. Dopo quel fantastico capodanno passato assieme, non avrebbe permesso a nessuno di separarlo da quella donna fantastica, che era riuscita a farlo respirare di nuovo.

«Non smetterò mai di suonare, di studiare e comporre nuove melodie, per me è come respirare. Adesso mi sto dedicando all'incisione del nuovo album, un progetto a cui tengo moltissimo e spero venga apprezzato e capito. Nel frattempo continuerò ad esibirmi nei vari locali, adoro il contatto il pubblico, ti da una adrenalina pazzesca e tu dovresti saperlo bene, eh!» parlò con gli occhi brillanti e il cuore che palpitava; il suo volto era attraversato da una miriade di emozioni. Parlare della sua musica la faceva sembrare ancora più bella.

«Hai ragione! Sentire il proprio nome gridato dalla folla, il calore che ti trasmettono è un emozione indescrivibile. Salire sul ring ed affrontare il tuo avversario, vederlo cedere sotto i tuoi colpi e la folla che si agita e conta con te per lo schienamento finale... Può essere paragonato ad un orgasmo. Dovresti venire una volta Ally che dici?» sorrise sornione nel vedere le guance rosse della sua ragazza, aveva compreso perfettamente il doppio senso e scene poco caste si erano presentate nella sua mente.

«Ehm... Sì perchè no, ma solo se tu vieni una volta al mio studio di registrazione. Mi farebbe piacere che tu conoscessi il mio piccolo paradiso e i ragazzi che mi permettono di realizzare il mio sogno.» si schiarì la gola per poi alzare gli occhi sul volto dell'uomo che ogni volta la osservava incantato, perdendosi in nuovi particolari che la volta precedente gli erano sfuggiti.

Gifts Under The Tree.Where stories live. Discover now