23- Occhi blu.

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RUTH

Avevo scelto Nathan Cross.

Avevo scelto la felicità.

Avevo scelto di non scappare.

Avevo scelto di restare e smettere di farmi sopraffare dalla paura.

Per troppo tempo avevo vissuto a seconda di questa, ed ero stata davvero me stessa solo nel momento in cui avevo deciso di vivere l'amore di Nathan invece di scappare dal passato.

E così, per l'ennesima volta, avevo scelto di afferrare la mano che Nathan protendeva verso di me. Non gliela mollai fino a quando non raggiungemmo l'automobile, seguiti dalle urla e le imprecazioni di mia nonna.

Avevo il cuore a pezzi per lei, ma mi si sarebbe spezzato ancora di più se non avessi preso quella decisione.

Mi aggrappai al braccio di Nathan e mi guardai attorno con circospezione, guardando tutti i visi dei passanti e le mani tremarono quando vidi un uomo con la barba che aveva similitudini con il bastardo.

Nathan appoggiò la mano libera sulla mia, quella con cui mi mantenevo saldamente a lui e mi sorrise. «Va tutto bene, ci sono io con te» infine si chinò leggermente e premette le labbra sulle mie.

Nathan riusciva a dirmi sempre quello che avevo bisogno di sentirmi dire, il che mi aiutò a tornare a respirare regolarmente.

Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e annuii impercettibilmente.

«La valigia la metto nel baule, voi sedetevi intanto» asserì la mia coinquilina.

Aprii la portiera e mi sedetti, Nathan fece il giro dell'auto nello stesso momento in cui Eliza si sedette dietro.

Portai le mani sugli avambracci e mi strinsi nelle spalle, guardai fuori dal finestrino e aspettai che Nathan partisse.

Ad ogni semaforo la mano di Nathan mi cercava e mi stringeva come se avesse paura che cambiassi idea da un momento all'altro.

Tirai un profondo respiro e chiusi gli occhi sopraffatta dai pensieri: sì, ora ero con Nathan, ma questo non mi poteva certo calmare dal fatto che ora mio padre era a piede libero. Cosa avrei fatto adesso? Avrei vissuto con la paura e avrei guardato i volti delle persone in cerca del bastardo per tutta la vita?

Trasalii quando Nathan mi sfiorò lo zigomo. Puntai gli occhi sui suoi e deglutii. Gli strinsi la mano notando un tatuaggio nuovo: una margherita con le spine, e la portai sulle mie ginocchia e inserii le dita tra le sue. «E questo?» domandai riferita al tatuaggio.

«Un promemoria» non disse altro continuando a guardare la strada.

Qualcosa mi diceva che centravano i giorni precedenti.

Sentii Eliza muoversi e poco dopo la sua testa mora spuntò fra noi due. «Ragazzi, per quanto io ami fare la terza incomoda e ascoltare le vostre chiacchiere, suggerirei di accendere la radio, se permettete.»

Nessuno replicò, quindi si sporse in avanti e manovrò con l'apparecchio.

Nathan svoltò e io sentii le palpebre pesanti. Non avevo dormito per giorni interi, terrorizzata di svegliarmi e trovarmi un paio di occhi azzurri come i miei e il suo ghigno compiaciuto. Ero così spaventata che non ero riuscita ad alzarmi dal mio angolino per giorni. Avevo chiuso la tapparella e non avevo permesso di accedervi nemmeno a un granello di raggi solari.

Ero rimasta sola con la paura e i ricordi, formando occhiaie e solchi sotto agli occhi.

Quando dovevo aprire la porta della camera per andare in bagno, le mani mi tremavano ogni volta aspettandomi che da un momento all'altro lui spuntasse dal salotto.

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Where stories live. Discover now