11- L'unico lampione in mezzo all'oscurità.

288 16 0
                                    

RUTH

Nell'ultima settimana il tempo era stato più instabile della mia sanità mentale.

Aveva piovuto a dirotto e il secondo dopo il sole aveva illuminato i tetti della città, accompagnato dall'arcobaleno.

Sotto il getto dell'acqua, in doccia, ripensai alla discussione che avevo avuto con Eliza, poche ore prima. Continuava a chiedermi di andare con lei a fare serata al Nightmares o a un altro bar chiamato L'Angolo Bar, che a quanto pareva non spiccava per originalità, ma avevo rifiutato categoricamente.

Avevo passato l'ultima settimana a evitare chiunque, al dir il vero. Eliza non l'aveva presa bene e se n'era andata gridando: «spero proprio che tu e Nathan facciate pace, perché a quanto pare, ti annulli senza lui!»

Poi si era chiusa la porta alle spalle e immagino fosse corsa da Roxie.

E Nathan... be', in quei giorni avevo pensato molto a lui. Al modo in cui lo avevo trattato. Ero cosciente di avergli fatto del male e il mio intento era stato proprio quello, perché non potevo proprio permettermi di farlo entrare nella mia vita. Farlo, avrebbe solo significato farlo diventare vittima di quel bastardo che mi stava cercando.

L'acqua scivolò sulla mia pelle come una carezza calda. Il vapore invase il bagno e lo specchio ne fu vittima. Tirai indietro la testa e i capelli bagnati si appiattirono sulla schiena. Mi tornò in mente quella sera. L'ultima sera che avevo visto mia madre viva. Sedici anni prima.

Alan Richmond aveva scassinato la porta per entrare. Per un'ultima resa dei conti con lei. Mia madre, Hanna, era stata troppo buona: nonostante il lato oscuro di quell'uomo, aveva deciso di provarci. Voleva cambiarlo, ma le si era ritorto contro.

Lui, inizialmente, era un poliziotto. Un detective per la precisione. Uno di quelli buoni. Uno di quelli in cui credevano nella giustizia. Era stato quel motivo a spingerlo verso quel mestiere. La sua convinzione per un mondo buono e giusto, che alla fine lo aveva portato alla corruzione.

Davanti ai suoi occhi erano passate troppe ingiustizie, troppi corpi raffreddati senza un colpevole. Casi impossibili capaci di fare impazzire un uomo. Alan Richmond aveva visto brave persone trasformarsi in carnefici. Capi corrotti e giri di soldi illegali.

Inizialmente aveva persino biasimato i colleghi che sfruttavano quella posizione per i lori sporchi comodi, ma ben presto si era ritrovato a farne parte. Chissà se ricordava il momento preciso in cui era cambiato o se era stato troppo ubriaco per rendersene conto.

Quando, di preciso, aveva deciso che i soldi valevano più dell'amore?

Quando la giustizia aveva smesso di interessargli? Quando aveva lasciato che il lato oscuro prendesse il sopravvento su di lui? Quando era stata la prima attività corrotta alla quale aveva partecipato? Chi era stato il primo criminale che aveva deciso di ammazzare invece di arrestare?

Quando aveva dimenticato se stesso?

Serrai gli occhi e mi strinsi nelle spalle, mentre le ginocchia si piegavano fino a farmi piccola in un angolo della doccia.

Alan Richmond aveva promesso alla città di proteggerla e difenderla, ma era finito col tradirla e diventare un suo assassino.

Richmond per anni era riuscito a nascondere le sue malefatte e il suo lato oscuro, con l'aiuto dei suoi colleghi corrotti, ma nessuno poteva salvarlo dopo che aveva ucciso mia madre a mani nude. Non con mia nonna e tutte le prove di una precedente persecuzione. Non con me dentro quella casa.

Lui era dietro le sbarre, ma non i suoi colleghi, ai quali aveva chiesto di tenermi d'occhio.

«Tu sarai la prossima!»

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Where stories live. Discover now