5- Irruzioni in casa dal vicino sexy.

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RUTH

Prediligevo leggere sul letto chiusa nella mia stanza, confortante e silenziosa, ma quella mattina mi ero preparata una tisana alla menta piperita ed ero sprofondata sul divano. Non avevo trovato la voglia di alzarmi e cambiare ambiente, quindi ero rimasta dov'ero, bevendo piccoli sorsi.

Eliza era già uscita per andare a lavorare quando avevo aperto il libro e mi ero immersa in quel mondo magico, dove potevo essere la guerriera che non sarei mai stata nella vita reale. Ero così concentrata sul libro, pagina dopo pagina, da perdere la cognizione del tempo. Forse, avevo persino dimenticato di pranzare. Chiusi il libro e lo lasciai sul divano.

Mi diressi verso la cucina e mi preparai un toast al volo. Dovevo assolutamente trovare un lavoro: non potevo continuare a passare le giornate vivendo all'interno di un buon libro.

Dopo l'incontro con Nathan, non ero più uscita perché avevo deciso di evitarlo. Un po' perché mi imbarazzava il fatto di essermi fatta vedere in lacrime da lui, un po' perché dovevo ascoltare i consigli di mia nonna. E poi, non aveva senso avvicinarmi a una persona se il mio futuro era nella prossima città. Ero stata un'illusa a sognare di poter mettere radice in questa. Di poter avere la possibilità di conoscere meglio Eliza, Roxie e perché no, anche Nathan Cross.

Avevo fatto dei passi falsi, ora dovevo rimediare.

In quei giorni, mi ero convinta che nonna sbagliasse nel dire di non fidarsi di nessuno. Non credevo che Eliza lavorasse per lui, ma dovevo mantenere le distanze per non affezionarmi a nessuno. Era difficile dover chiudere il cuore, ma se questo serviva a tenermi in vita, ero disposta a farlo.

Avevo anche guardato altre possibili località. Ne avevo trovata una interessante, ma ancora non era il momento di fare le valigie.

Addentai il panino e guardai verso la porta, quando si sentì il chiacchiericcio della voce che riconobbi come quella di Eliza e un'altra familiare.

Mi irrigidii quando la serratura scattò. Il cuore cominciò a battere forte. «Non farlo entrare...» sibilai fra me, pregando che l'universo si allineasse in qualche modo fino a fare entrare queste paroline all'orecchio di Eliza. Dovevo assolutamente evitarlo e trovare le parole giuste per dirgli addio. Trovare il modo per fargli comprendere, senza offenderlo, che non ero interessata ad alcun tipo di rapporto.

L'universo non mi fu d'aiuto.

Eliza spalancò la porta, dietro di lei Nathan.

«Ruth, guarda chi ha deciso di venirci a trovare!»

Nathan entrò con un bel sorriso beffardo sul viso, gli occhi posati sui miei. Quel giorno la bandana era di un verde scuro. Dio, ma quante ne aveva? Non sapevo nemmeno che esistessero di quel colore...

«Ciao» disse lui muovendosi spedito verso di me. Si sedette sullo sgabello difronte al mio. Eliza, dietro di lui, lo indicò e si mise a ridacchiare mimando un «è qui per te!»

La guardai male, aumentando il suo divertimento.

Nathan inarcò un sopracciglio castano «stai pranzato con quello?»

Guardai il mio misero toast e feci una smorfia «non avevo molta fame» alzai le iridi su di lui «a cosa dobbiamo il piacere?»

Nathan ampliò il sorriso «quindi ti piace avermi tra i piedi?»

Di certo i miei occhi apprezzavano, ma lui non doveva per forza saperlo. Era già egocentrico di suo, senza il mio aiuto.

«Avevi voglia di un'altra granita?» domandai di rimando.

Eliza entrò in cucina cercando qualcosa da mangiare.

«Che tu ci creda o no, volevo solo fare un salutino. Continui a non passare al Nightmares, dovrei prenderla sul personale?»

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Where stories live. Discover now