10- Non sei tu, sono io.

308 17 0
                                    

NATHAN

Ero fuori di me.

Durante il tragitto in macchina non avevo aperto bocca, continuavo a rivivere la scena e mi assaliva un nervoso tale che avrei bruciato la città intera se ne avessi avuto l'occasione. Tutto pur di ferire quel tale: Aaron.

Mi erano tremate le gambe quando Eliza era corsa verso di me, saltato il bancone per strattonarmi urlando come una forsennata. Avevo capito solo la metà delle informazioni, quanto bastava per farmi dimenticare del mio lavoro e seguire la mora.

Non avevo il coraggio di chiedere a Ruth cosa pensasse, cosa le frullasse per la testa.

Era stata colpa mia; l'avevo convinta a venire al pub. Lo reputavo un luogo abbastanza sicuro, ma a quanto pare dovevo rivedere le mie aspettative e la clientela. Da quel giorno, mi promisi di prestare maggiore attenzione alla sicurezza del Nightmares. Non avrei più permesso a individui simili di entrare e recare preoccupazioni a donne in cerca di puro e semplice svago.

Parcheggiai l'auto e spensi il motore. Restai in silenzio e non mossi un muscolo. Ruth fece lo stesso. Rimanemmo in quella strana situazione finché non decisi che era arrivato il momento di tirare fuori le palle. «Stai bene?»

Ruth si morse il labbro inferiore «sto bene. Non mi pento di aver assecondato il tuo volere. Mi spiace solo per il nostro ballo.»

Mi sfuggì un sorriso. «Dispiace anche a me.»

Spostò qualche ciocca dietro l'orecchio e si schiarì la voce. «Scendiamo?»

«Aspetta qui» scesi dalla macchina e l'aggirai per aprirle la portiera. «Ecco.»

Lei sorrise sommessamente. «Che gentiluomo.»

«Non mi smentisco mai.»

«Ѐ vero.»

Cercai la sua mano per aiutarla a mettersi in piedi. Quando lo fece, sentii il bisogno di abbracciarla e confortarla, però mi limitai a chinarmi per posarle un bacio sulla fronte. «Dai, andiamo.»

Non le lasciai le dita, al contrario le intrecciai e camminai al suo fianco finché non arrivammo davanti casa sua.

«Tornerai subito al lavoro?» Ruth manovrò con la serratura e spalancò la porta.

«Sì, non posso restare troppo.»

«Capisco» eppure ne sembrò delusa.

Cercai il divano e la trascinai con me. Quando mi sedetti, feci in modo che si posizionasse sopra le mie ginocchia. «Altrimenti saremmo già sdraiati sul tuo letto. Puoi scommetterci.»

«Saresti rimasto a dormire?» mi circondò il collo con il braccio libero, un sorrisetto stampato sulle labbra.

«Non ti avrei lasciata sola, per nessuna ragione al mondo.»

«Nemmeno se fossi stata io chiedertelo?»

Sollevai gli angoli della bocca. «Ѐ questo che vuoi?»

Ruth intrappolò il mio sguardo con il suo. In quell'esatto momento scordai i miei impegni, desiderando di passarla sul serio, tutta la notte con Ruth.

«Quello che voglio è complicato, Nathan.»

«Non deve esserlo per forza.»

Ruth si morse le labbra, gesto che mi fece impazzire!

«Per me lo è.»

«Perché pensi troppo» le accarezzai le guance dolcemente. «Svuota la mente, Ruth. Fallo e vedrai che tutto diventerà più chiaro.»

Mostrami il mondo (#1 Nightmares Series)Where stories live. Discover now