Capitolo 48

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CREMA.
Tre giorni dopo l'ultima tappa francese del Love on Tour.

"Sei sicura che sia questa la strada?" Harry controllò per l'ennesima volta la cartina. Sì, lui era talmente indietro da usare la cartina invece del navigatore.

"Sì Harry, vedo la piazza dove hanno girato la scena delle biciclette!" Esclamai puntando il dito proprio davanti a me. Presi Harry per mano e, senza pensarci due volte, iniziai a correre verso la piazzetta. Harry si mantenne la macchina fotografica appesa al collo con la mano sinistra, mentre la destra era intrecciata alla mia.

"È davvero come la fanno vedere nel film" costatò Harry, guardandosi intorno. Finalmente riuscivo a vedere quel posto incantato, da qualche parte nel nord Italia.

"Guarda, questo è il tavolino dove c'erano loro" indicai il tavolino posto proprio di fianco un bar, di solito lì i turisti erano soliti scattare delle foto e, infatti, anche Harry mi fece mettere in posa.

"Vuoi o non vuoi avere dei ricordi di questa vacanza?" cantilenò, ed effettivamente odiai dire che avesse ragione. Presi posto a sedere vicino al tavolino, mettendomi in posa per scattare la foto. Quando finalmente la foto venne fatta, presi di nuovo Harry per mano.

"Dai, facciamo un giro" mi limitai a dire, guardando le meraviglie di quella bellissima città.

"Santo cielo questo è il portone dove Oliver voleva quasi baciare Elio!" Esclamai indicando il famoso portone di legno. Harry sbuffò una risata, prima di guardarsi indietro. C'erano delle ragazzine che ormai non facevano altro che seguirci, era ovvio che volessero una foto con Harry.

"Harry, credo dovresti andare" ammisi quando feci un cenno verso le ragazze.

"No io— non vorrei fare foto, per non far sapere— si, per non far sapere bene dove sono" dichiarò grattandosi la nuca, era chiaramente in difficoltà.

"Ragazze!" Le richiamò, poi si girò verso di me "perché non ci parli tu in italiano?" Mi domandò, la sua espressione mi stava pregando. Sospirai affranta, non so fino a quanto sarebbe stata una buona idea. Le ragazze corsero verso di noi, erano circa cinque, e tutte salutarono e abbracciarono entrambi.

"Ragazze, parlo io per lui così ci capiamo più velocemente" parlai in italiano "Harry preferirebbe non scattare foto per non far sapere la sua posizione, quindi saremmo grati se voi non spargeste la voce" e le ragazze annuirono "però potete stare qui per qualche minuto e scambiare qualche parola con noi" annunciai e loro sembrarono capire la situazione. Si voltarono verso di Harry, iniziando a parlare in inglese.

"Perché siete qui?" Domandò una ragazza, incrociando le braccia al petto.

"Una piccola gita in Italia, staremo un paio di giorni prima di andare via" annunciò il ragazzo, come sempre cordialmente. La pazienza che aveva Harry nel gestire queste situazioni era invidiabile, non metteva mai da parte la dolcezza e la gentilezza con cui trattava le persone, anche le più meschine. Le ragazze annuirono sorridenti.

"Stavate per fare la foto? Di solito tutte le coppie vengono qui per farla" la ragazza più bassa indicò il portone dove qualche minuto prima io ed Harry ci eravamo fermati. Balbettai, cercando di trovare una risposta. Non avrei voluto fare la foto davanti a loro, non sapevo come si sarebbero potute sentire a riguardo.

"Possiamo scattarvela noi, se vi va!" Esclamò l'altra ragazza, entusiasta. Lanciai uno sguardo ad Harry, che annuì abbozzando un sorriso. Il ragazzo passò tra le mani della ragazza bionda la macchina fotografica, prendendomi poi per mano e portandomi di fronte al portone.

"Vi ricordate com'è la posa? Harry, tu dovresti poggiarti con la mano sinistra sul muro, dare leggermente le spalle e guardare lei, mentre tu Lila dovresti semplicemente guardare Harry" spiegò la ragazza guardando dalla macchina fotografica. Sorrisi, anche lei conosceva a memoria quel film. Ci mettemmo in posa, sia io che Harry eravamo terribilmente imbarazzati ma la ragazza scattò la foto in due secondi, e poi anche un'altra da un'angolazione diversa.

"Scusate, amo scattare le fotografie" ridacchiò quando porse l'aggeggio ad Harry, che afferrò prontamente.

"Posso farvi un autografo, volendo" alzò le spalle, cercando di essere il più generoso possibile. So che non avrebbe mai voluto deludere le sue fans e che avrebbe fatto di tutto per loro. Così le ragazze si fecero autografare le cover dei cellulari, ringraziandolo ancora una volta di aver speso del tempo con loro.

"Sono— sono state... tranquille" mormorai quando andammo via. Harry abbozzò un sorriso, prendendomi per mano. C'era qualcosa di strano in lui e lo potevo sentire nell'aria.

"Non ti odiano tutte" ridacchiò e così feci anche io. Passammo il resto della giornata a girovagare per la città, mangiando in un ristorante in centro. Harry quel giorno era bello da togliere il fiato, la sua maglia bianca cadeva liscia sul suo corpo, aveva i capelli scompigliati lasciando che i ricci prendessero tutte direzioni diverse. L'aria di turista lo rendeva terribilmente bello.

"Sono sfinita" mi gettai sul letto della casa che Harry aveva comprato un anno prima, senza forze.

"Io—uhm, io ho del lavoro da svolgere, puoi dormire se vuoi, hai bisogno di riposare" dichiarò Harry, dandomi una leggera carezza tra i capelli. Annuii distrattamente mentre Harry già usciva dalla stanza. Il sole era calato da tempo, la stanza era buia e non ci impiegai tanto prima di cadere in un sonno profondo.

Al mio risveglio Harry non era al mio fianco, il suo lato del letto era intatto, dunque avevo dormito completamente sola. Scesi le scale velocemente dopo essermi data una sistemata, quando varcai la soglia del soggiorno trovai il ragazzo rannicchiato sul divano. Aveva la faccia serena, probabilmente si era addormentato mentre stava lavorando, eppure non c'era nessun computer acceso...

La sera prima...
HARRY'S POV

Chiamai Mitch con una velocità disarmante, le mani mi tremavano. Avevo passato i migliori giorni della mia vita con Lila, ma la paura di non poter mandare avanti questa situazione mi lacerava il cuore. Avevo passato delle settimane d'inferno senza di lei e lei lo stesso. Lila iniziava ad essere dipendente da me e io non volevo questo. Forse il sentimento era reciproco, il che mi spaventava ancora di più. Le avevo fatto una sorpresa, l'avevo portata a visitare la città dov'era stato girato il suo film preferito ma mi sentivo terribilmente in colpa ogni volta che posavo il mio sguardo su di lei: iniziavo a dubitare della stabilità della nostra relazione, cosa avremmo potuto costruire insieme? Eravamo entrambi costantemente in tour, riuscivamo a vederci in qualche settimana di spacco facendo dei sacrifici, iniziavamo a dipendere l'uno dall'altro e il nostro umore era sotto ai piedi quando eravamo lontani. Da qualche giorno a questa parte mi ritrovavo in mezzo a due fuochi: la consapevolezza di abbandonare tutto e la voglia, che arrivava ogni volta che la guardavo negli occhi, di passare tutta la mia vita con lei. Strizzai gli occhi, mi sentivo un completo stronzo.

"Harry?" La voce di Mitch si fece spazio nel cellulare, così sospirai. Mitch era l'unico che sapeva davvero tutto, ed era l'unico di cui mi potevo realmente fidare.

"Non so più se continuare, Mitch"

A/N:
-11 alla fine :((!!

soulmates // hs;Where stories live. Discover now