Capitolo 37

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LILA'S POV
"Non rimanderò nulla—- sì, si Jeff. Lo so, ci vedremo tra due giorni" Harry vagò per la stanza parlando al cellulare, la mano destra sul suo fianco. Lo guardai andare a destra e sinistra, quasi mi venne il mal di testa.

Quando attaccò, Harry mi volse uno sguardo. Inclinai di poco la testa, confusa.

"È tutto ok?" Domandai semplicemente. Harry annuì debolmente, raggiungendomi. Mi prese la mano, come faceva di solito.

"Tra una settimana esce il singolo" sorrise leggermente quando la mia bocca si allargò in un sorriso. Gettai le braccia al collo di Harry, abbracciandolo. Chiusi gli occhi, inalando il suo profumo di vaniglia.

"Sono fiera di te, Harry" gli accarezzai i ricci, mentre lui mi stringeva sempre di più a sé.

"Che ne dici di andare a fare un giro in centro?" Domandò poi, quando si allontanò "potrei farti visitare la panetteria dove lavoravo da piccolo, e il piccolo giardino dove ho dato il primo bacio" annunciò entusiasta. Harry stava trovando la forza di convivere con la mancanza del padre. Dopo giorni chiuso in casa, voleva finalmente uscire. Come avrei potuto dire di no?

"Mi farebbe molto piacere, baby" gli accarezzai la guancia, sorridendogli. Mi baciò il palmo della mano che avevo poggiato due attimi prima sulla sua guancia, e poi la prese nella sua intrecciando le nostre dita. Scendemmo velocemente le scale, incontrando Anne in salotto. Come al solito, stava leggendo un libro, lo stesso di qualche pomeriggio fa. Le pagine rimaste erano chiaramente di meno, le mancava poco per terminarlo.

"Mamma, noi andiamo in giro in centro" Harry annunciò, afferrando i nostri giacconi sull'appendiabiti. Anne gli diede uno sguardo confuso.

"Harry, la notizia è già stata diffusa. Lo sai, vero?" Anne parlò con tutta la comprensione e preoccupazione di questo mondo, ed Harry sembrò capirlo. Annuì debolmente, prima di parlare.

"Me la saprò cavare, mamma, sono in questo mondo da abbastanza tempo per capire come gestire le situazioni" la ammonì, facendo annuire la donna insicura. Mi volse uno sguardo veloce, sorridendomi subito dopo.

"Divertitevi, ragazzi" si limitò a dire, poi rimise gli occhiali sul naso e ricominciò la sua seduta di lettura. Mi strinsi di più ad Harry, facendo scontrare i nostri anelli a causa delle dita troppo intrecciate, ma a lui non sembrò dargli fastidio.

Harry sostò la macchina nel parcheggio della panetteria, una folla di gente riempiva il piccolo negozio.

"Da quando hanno saputo di me, la gente è diventata molta di più. Ci converrà stare qui per aspettare che si sfolli o sarà un disastro" spiegò Harry semplicemente, guardando la mia espressione confusa. Ridacchiai, assurdo come le persone pur di avere un minimo di contatto con Harry venissero nella vecchia panetteria dove lavorava quando aveva solo sedici anni.

"E tra una settimana uscirà il tuo primo singolo da solista, non ti senti realizzato?" Mi voltai verso di lui, ammirandolo in tutta la sua bellezza. Aveva i capelli leggermente tirati indietro, gli occhiali da sole rigorosamente sul naso (nonostante non ci fosse il sole), una piccola bandana blu pendente al collo e una maglia bianca semplicissima.

"Mi sento realizzato, sì, ma penso che nella vita conti anche e soprattutto altro. Questa è la mia passione, sono stato abbastanza fortunato da farlo diventare un lavoro. Se non fosse stato per mia mamma probabilmente sarei ancora qui a lavorare in panetteria, e non ci saremmo mai incontrati" dichiarò tranquillo. Non aveva un tono scherzoso, era decisamente serio. Il suo discorso mi fece venire i brividi, facendomi pensare di essere stata davvero fortunata ad incontrarlo. Se lui non avesse fatto quell'audizione, la nostra amicizia non sarebbe mai esistita, noi non ci saremmo mai incontrati e probabilmente io non avrei vissuto la mia vita allo stesso modo.

"Ti ricordi la prima volta che ci incontrammo?" Harry domandò, ridacchiando. Mi guardò sorridente, ed io annuii divertita.

"Come dimenticarlo," sospirai "inciampai nei tuoi piedi cadendo dritta a terra, non potrò mai dimenticare la pessima figura che feci" scossi la testa ridendo, ancora incredula. Erano passati cinque anni, ma quella sera era ancora impressa nella mia mente.

"Credo che andrò a prendere un po' d'acqua, mi aspetti qui?" Domandai a Mirabelle, una delle ballerine di Taylor. Aveva dato questa grande festa senza un apparente motivo, e tutti noi eravamo stati invitati.

"Sì, saluto gli altri intanto!" Lei mi rispose sorridente, feci un cenno di saluto agli altri ballerini con cui stava parlando Mirabelle prima di girarmi per andare a cercare dell'acqua in cucina. Taylor aveva avuto la brillante idea di spegnere tutte le luci, mettendo solo qualche faro a terra. Dio, non si vedeva letteralmente niente. Misi le mani avanti per farmi spazio tra la folla, a quanto pare davanti a me non avevo nessuno. Camminai spedita cercando di controllare la situazione davanti a me, vagando nel buio.

Non ebbi molto tempo per pensare quando inciampai nelle scarpe di qualcuno, finendo dritta a terra. Nessuno era davanti a me, dunque non riuscii ad aggrapparmi a niente. Ringraziai mentalmente i miei riflessi pronti per avermi fatto mettere le mani avanti, altrimenti mi sarei sicuramente ritrovata con qualche dente mancante e un bel po' di sangue cosparso sul tappeto di Taylor.

"Oh mio dio, mi dispiace tantissimo!" Una voce maschile urlò nel gruppetto al mio fianco, mentre un ragazzo dai capelli ricci si abbassò verso di me.

"Non era mia intenzione farti lo sgambetto, stai bene?" Domandò preoccupato. La gente mi guardava, alcuni ridevano e, onestamente, non avevo nemmeno il coraggio di alzarmi da terra. Mi sentivo una stupida.

"Io— sì, credo di stare bene" lo ammonii, cercando la forza per alzarmi. Il ragazzo mi offrì la sua mano, la sua espressione era ancora terribilmente dispiaciuta.

"Mi dispiace da morire, spero tu stia davvero bene. Lascia che ti aiuti" mi disse, abbozzando un piccolo sorriso. Annuii di poco e, con la mano tremante per lo spavento appena preso, mi aggrappai al ragazzo. Solo quando fui finalmente davanti a lui capii davvero chi fosse.

"Sono Harry" dichiarò, poi corrugò subito la fronte "devo chiamare qualcuno? Hai bisogno di un po' d'acqua?" Domandò ancora, la sua espressione preoccupata proprio non voleva lasciare il suo volto.

"Stavo giusto andando a prenderla prima che cadessi come un sacco di patate a terra" scherzai, facendolo ridere. Le sue fossette erano davvero come si vedevano su tutti i giornali.

"Lila! Stai bene?" Taylor corse in soccorso, la sua voce era tremante. Sbuffai una risata, prima di annuire.

"Sono la solita distratta, mi dispiace" mi strinsi nelle spalle. Taylor diede prima un'occhiata a me, poi Harry.

"Grazie per averla aiutata" mormorò poi a Harry, mettendogli una mano sulla spalla, prima di andare via. Guardai Harry per qualche secondo, prima di fare qualche passo indietro.

"Allora ciao" sorrisi debolmente.

"Ciao Lila, stai attenta a dove metti i piedi" mi fece un cenno di saluto con la testa, mentre un'espressione divertita gli si creò sul suo volto.

soulmates // hs;Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ