Capitolo 33

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Per tutto il viaggio Harry dovette sistemare delle cose con Jeff. Non era più sicuro di voler far uscire il singolo, nonostante Jeff stesse provando in tutti i modi a convincerlo. Anche Janet dovette sorbirsi le scuse di Lila, ma fu decisamente più calma quando capì che era stata stesso Taylor a farla andare via per tutta la settimana.

Andrew le aveva mandato un messaggio, pregandola di scrivergli non appena avrebbe messo piede in Inghilterra.

Arrivarono davanti la porta di casa Styles, Harry era stato in silenzio per tutto il viaggio e Lila non poteva essere più triste di così.
Anne aprì la porta, la sua espressione visibilmente stanca. Non passarono molti secondi prima che Harry si fiondasse tra le braccia della madre. Non pianse, almeno non in quell'occasione, ma Lila seppe che Harry avrebbe tanto voluto farlo.

"Sono ancora in tempo?" Mormorò tra le braccia della madre. Anne chiuse gli occhi, mentre dava dei piccoli colpetti di incoraggiamento sulla schiena di Harry.

"Certo che sei ancora in tempo, figliolo" sussurrò cercando di trattenere le lacrime. Lila si fece spazio in casa, cercando di seguire Harry al piano di sopra dopo aver salutato sia Gemma che Anne.

"Lila" Anne sussurrò, afferrando la ragazza per il braccio e costringendola a girarsi "grazie per averlo accompagnato, Robin ne sarà molto felice" . Lila si limitò a sorriderle semplicemente, e ad abbracciarla subito dopo. Poi salì le scale, seguendo Harry che già era entrato nella stanza dove Robin giaceva.
Li sentì parlare, ma preferì restare sulla porta per far godere ad Harry gli ultimi momenti con il padre. Un magone si formò alla gola della ragazza, Harry non meritava tutto quel dolore che stava per piombargli addosso come una doccia fredda e lei era spaventata che il ragazzo si potesse chiudere in lui stesso dopo questa perdita così grande.

Lila si torturò le mani, non era pronta a tutto quello. Non sapeva cosa fare con Harry, cosa dirgli per farlo stare meglio. Harry e Robin parlarono per più di mezz'ora, mentre Lila andò a far compagnia a Gemma e Anne. Si sentiva completamente a disagio, seppure volesse stare lì con Harry, si sentiva come se non c'entrasse niente con la famiglia. E in realtà era così, lei non era la ragazza di Harry.

"Vuoi un thè?" Anne parlò in un soffio, rivolgendosi a Lila.

"No, ma grazie" Lila sorrise debolmente, facendo annuire Anne.

"Sai, non avrei mai pensato che questo giorno potesse mai arrivare" Anne si appoggiò alla cucina, guardando Lila con una tazza fumante di thè.

"Quando ho sposato Desmond ero al settimo cielo, pensavo che non potessi essere più felice di così, ma con il tempo capii che in realtà non ero così felice. Con lui avevo costruito una famiglia, avevamo due incredibili figli, ma lui era sempre più distante e io mi sentivo trascurata sempre di più. Quando ci separammo mi sentii sollevata, ma vidi i miei ragazzi soffrire, anche se non lo diedero mai a vedere. Per questo motivo quando incontrai Robin mi sentii quasi in colpa, Harry continuava a vedere il padre normalmente, avevo paura potesse arrabbiarsi. Ma Harry è stato sempre un ragazzo comprensivo e terribilmente sentimentale" parlò, sbuffando una risata all'ultima frase che fece sorridere Lila debolmente. La ragazza si chiese perché Anne stesse parlando di questo proprio con lei, ma non riuscì ad avere una risposta.

"La prima cosa che mi chiese fu 'mamma tu sei felice?' E quando io risposi di sì, lui semplicemente fu contento per me, abbracciandomi subito dopo. Harry è cresciuto con Robin, e Robin ha regalato a me quella spensieratezza e felicità che avevo quasi dimenticato esistesse. Fin dal primo giorno, quando i nostri sguardi si incontrarono per la prima volta, seppi che era lui l'uomo della mia vita. Le mie amiche continuavano a dire di farmi avanti, ma quello che mi fermava era il pensiero dei miei figli. Ho sprecato così tanto tempo a reprimere i miei sentimenti, e ora me ne pento così tanto. Avrei potuto spendere molti più momenti felici con lui, e me ne sto accorgendo solo ora che devo dirgli addio" Anne guardò negli occhi di Lila che ormai era quasi sul punto di piangere. Come poteva la vita essere così crudele?

"Io riesco a leggere gli sguardi Lila, i vostri sguardi. La vita è troppo breve per non dire alle persone come ci sentiamo. State sprecando il vostro tempo cercando di far finta che non proviate nulla l'uno per l'altro, ma io so e voi sapete meglio di me che non è così. Non fate il mio stesso errore, un giorno ve ne pentirete".

HARRY'S POV

Parlare con mio padre fu difficile, non riuscii a trattenere le lacrime, non ero pronto psicologicamente al futuro. Un futuro senza di lui, dove ero l'unico uomo della casa. Di nuovo. Mentre uscii dalla stanza pensai a mia madre mentre pulivo con la mano le lacrime che erano cadute sul mio viso. Lei era la donna più forte di tutte, ma questa volta sarebbe stato diverso.

Scesi le scale lentamente, per qualche strano motivo Robin aveva chiesto di vedere anche Lila per l'ultima volta. Sentii parlare, era la voce di mia madre che proveniva dalla cucina. Stava raccontando di lei e Robin, di mio padre e delle sue paure quando conobbe quello che aveva sempre definito l'uomo della sua vita. Mi sedetti sullo scalino, ascoltando la conversazione. Era sbagliato, ma allo stesso tempo mi sembrava così giusto.

"Fin dal primo giorno, quando i nostri sguardi si incontrarono per la prima volta, seppi che era lui l'uomo della mia vita. Le mie amiche continuavano a dire di farmi avanti, ma quello che mi fermava era il pensiero dei miei figli. Ho sprecato così tanto tempo a reprimere i miei sentimenti, e ora me ne pento così tanto. Avrei potuto spendere molti più momenti felici con lui, e me ne sto accorgendo solo ora che devo dirgli addio" portai una mano sulla bocca per trattenere un gemito di dolore. Mia madre si sarebbe rotta in mille pezzi e io non potevo fare altro che darle conforto. Un'altra lacrima scese dai miei occhi, ma mi affrettai a scacciarla via. Quelle parole mi facevano venire in mente Lila, facendo torcere il mio cuore. Stavo cercando in tutti i modi di ritornare alla semplice amicizia, ma il discorso di mia madre non stava aiutando per niente.

"Io riesco a leggere gli sguardi Lila, i vostri sguardi. La vita è troppo breve per non dire alle persone come ci sentiamo. State sprecando il vostro tempo cercando di far finta che non proviate nulla l'uno per l'altro, ma io so e voi sapete meglio di me che non è così. Non fate il mio stesso errore, un giorno ve ne pentirete".

Un giorno ve ne pentirete.
Un giorno ve ne pentirete.

Era come se questa frase non riuscisse ad uscire dalla mia mente. Stavo lasciando andare probabilmente la donna della mia vita e volevo farmela andare bene così, ma tutto questo era sbagliato. Sospirai pesantemente, facendomi coraggio. Scesi le scale velocemente e quando apparsi in cucina l'espressione di Lila cambiò, passando dal triste allo spaventato.

"Robin vuole parlarti" dissi semplicemente, guardandola spalancare gli occhi.

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