Capitolo 40

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"Come stai? Quando torni devi raccontarmi tutto!" Andrew esclamò ancora, facendo mille gesti che mi fecero scoppiare a ridere. Eravamo in FaceTime, Andrew mi aveva chiamata dieci minuti prima per sapere se stesse andando tutto bene.

"Sto bene, domani torniamo" dichiarai, nonostante lui lo sapesse già. Appoggiai il cellulare vicino al muro, mentre io mi misi comoda davanti alla scrivania. Appoggiai il gomito sul tavolo, poggiando in seguito il mento sul palmo della mano. Andrew fece per parlare quando Harry entrò come un uragano nella stanza, facendomi sobbalzare.

"Oh, scusami" rise guardando il cellulare "chi è?" Domandò curioso mentre si avvicinava alla scrivania a grandi passi. Risi di gusto, scuotendo la testa.

"Ohhh ciao Andrew, come stai?" Harry si posizionò dietro di me, appoggiando le mani sullo schienale della sedia. Salutò il mio amico più volte con la mano, sorridente. Fortunatamente Harry aveva cambiato idea su di lui, dal secondo in cui gli avevo riferito che non aveva nessuna intenzione sentimentale o sessuale con me.

"Sto benissimo, Harry. Ma starò ancora meglio quando mi lascerai Lila, dovrà fare da babysitter tra due giorni" dichiarò sorridente, e io storsi il naso. Cosa?

"Ma che stai dicendo?" Domandai sbigottita. Harry era ancora dietro di me, aveva poggiato una mano sulla mia spalla.

"Ti ricordi mia sorella? È venuta con il marito e la figlia di un anno a fare una vacanza a New York per vedermi, ma tra due giorni hanno prenotato un giro turistico a Central Park da soli, senza la bambina. Così mi hanno chiesto di tenerla ma io ho un appuntamento, quindi stavo pensando di lasciarla a te, ti prego!" Parlò tutto d'un fiato, e ringraziai la buona connessione di casa Styles per avermi fatto capire tutto. Ero completamente sotto shock, non mi aspettavo nulla del genere ma soprattutto... aveva un appuntamento?

"Tu hai un appuntamento? E con chi, sentiamo" alzai un sopracciglio scettica, incrociando le braccia al petto. Vidi dal cellulare l'espressione di Harry divertita e mi sentii bene, finalmente potevo parlare con Andrew liberamente senza sorbirmi le lamentele di Harry.

"Ho conosciuto un ragazzo la settimana scorsa, dovrei uscire con lui" fece una piccola smorfia, mentre stava sulla difensiva. Spalancai la bocca, subito dopo gli occhi.

"Andrew! Non mi hai detto niente, sei uno stronzo" scossi la testa arrabbiata, tra le risate di Harry.

"Beh, anche tu non mi hai raccontato nulla eppure ho visto foto di te e Harry mano nella mano!" Esclamò con aria di sfida. Feci per parlare, ma fui costretta a chiudere la bocca perché Harry mi precedette.

"Ti racconterà tutto quando tornerà a casa, ma tu parlaci di quest'uomo misterioso" ammiccò alzando e abbassando le sopracciglia. Mi girai per guardarlo e lui mi fece un occhiolino. Mi scoppiò il cuore di gioia per quanto lui fosse complice in ogni cosa che facessi. Andrew scosse la testa ridendo.

"Si chiama Tristan, non è male e soprattutto è una persona normale" spiegò, facendoci annuire. Continuammo a parlare per qualche altro minuto, poi ci salutammo promettendoci di vederci a New York, saremmo dovuti stare a casa di Anne tra mezz'ora. Una volta tornati in America, Harry avrebbe passato qualche altro giorno con me, almeno fino all'uscita del singolo, e poi avrebbe iniziato a girare per promuoverlo.

"Eccovi finalmente, ma che fine avevate fatto?" Anne ci riprese quando aprì la porta. Guardai Harry che ridacchiò, prima di farmi l'occhiolino che fortunatamente la mamma non notò.

"Abbiamo fatto un giro in città, ho presentato Lila a Barbara" ammise il ragazzo, prima di prendermi per mano e dirigerci verso il salotto dove Anne e Gemma avevano apparecchiato la tavola. Vidi lo sguardo di Gemma bruciare sulle nostre mani, aveva già capito tutto.

"Lila, finalmente ti fai vedere" mio padre parlò non appena entrammo nella stanza. Sbuffai una risata.

"Scusami papà, vi avrei chiamati comunque" mormorai, non essendo sicura su come rispondere. Abbracciai i miei genitori, mia sorella per qualche strano motivo non poteva esserci. Tutti guardarono me ed Harry, soprattutto le nostre mani, ma nessuno osò parlare.

Dopo un brindisi ci sedemmo a tavola, Anne sembrava un'altra persona. Le avrebbe fatto bene distrarsi, ed i miei genitori erano perfettamente bravi in quello.

"Quindi, Harry, cosa ci racconti?" Mio padre iniziò a parlare, tagliando la carne nel piatto. Harry mi lanciò uno sguardo veloce, poi iniziò a parlare.

"Va... va tutto bene. Tra una settimana uscirà il singolo e sono molto emozionato, c'è tanto in gioco" si strinse nelle spalle, in imbarazzo. Sorrisi alla sua dolcezza, pensai a qualche ora prima a casa sua e sembrò totalmente un altro ragazzo, ero grata di conoscerlo sotto numerosi aspetti.

"E tu Lila? Quando partirai per il tour?" Anne domandò, rivolgendomi un dolce sorriso, tipico di quella donna.

"Tra un mese più o meno" ammisi "diciamo che sia io che Harry partiremo quasi nello stesso periodo"  e questo mi portò alla mente solo brutti pensieri. Non ero ancora pronta a dire addio ad Harry, a tutto ciò che avevamo.

"Non vi vedrete per molto tempo" costatò la donna, volgendo un'occhiata fugace sia a suo figlio che a me. Abbassai lo sguardo sul piatto, annuendo leggermente. Harry si schiarì la voce, poggiando la sua mano sulla mia, posta sulla tavola. Guardai l'espressione di mia mamma, stava sorridendo sotto i baffi.

"A tale proposito, vorremmo dirvi una cosa prima che lo veniate a scoprire da qualche stupida testata giornalistica" Harry parlò deciso, il mio cuore stava impazzendo. Ero nervosa ma non sapevo perché, alla fine tutti tifavano per noi e tutti avrebbero accettato la nostra relazione. Guardai anche mio padre mentre Harry continuò ad accarezzami il dorso della mano, sentii le mani sudare, così presi un respiro profondo.

Harry mi lanciò un'ultima occhiata, e io annuii. Era il momento.

"Nonostante il tour, i vari impegni e le difficoltà che essi comportano, in quest'ultimo periodo io e Lila abbiamo scoperto che quello che ci legava non era solo una semplice amicizia. Ho iniziato a vedere Lila in modo diverso, in Jamaica abbiamo scoperto noi stessi ed i nostri sentimenti. Non sappiamo come andrà a finire, ma volevamo farvelo presente perché siete la nostra famiglia e qualsiasi cosa questo sia... beh, dovevate saperlo da noi" Harry parlò lentamente, cercando le giuste parole. Passai in rassegna alle facce di tutti, i miei genitori avevano un'aria tranquilla, si poteva dire fossero contenti di questa decisione. Gemma ormai aveva capito tutto, e si vedeva. Anne, invece, aveva le lacrime agli occhi mentre sorrideva. Guardò Harry trattenendo le lacrime, poi parlò, spezzando i nostri cuori in mille pezzi.

"Avrei voluto che Robin vedesse tutto questo, ha sempre tifato per voi sin dall'inizio"

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