Capitolo 19

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CAPITOLO 19RESTI QUI DA ME STANOTTE?

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CAPITOLO 19
RESTI QUI DA ME STANOTTE?

Lila aprì gli occhi lentamente, le tende della camera di Harry filtravano la luce un po' alla volta e ringraziò mentalmente il ragazzo per questo. Sbadigliò di poco, prima di strofinare la mano sulla faccia. Il letto era vuoto, il segno della testa di Harry sul cuscino era ancora nitido, dunque si era alzato da poco. Improvvisamente la porta del bagno si aprì e a quella vista quasi non venne un infarto alla ragazza. Harry uscì dal bagno completamente bagnato, compresi i capelli, con solo un asciugamano attorno alla vita.

«Oh— oh dio scusami, ero convinto stessi ancora dormendo» Harry prese velocemente dei vestiti dall'armadio, dando le spalle alla ragazza che intanto balzò dal letto.

«N—no, no scusami tu— credo che andrò di sotto a preparare del caffè» balbettò Lila, correndo fuori dalla stanza. Sentiva le sue guance andare a fuoco mentre scendeva le scale, quello che si era presentato alla sua vista era qualcosa di paradisiaco. Harry era tutto tranne che brutto, Lila pensò che assomigliasse quasi ad un dio greco. Si maledisse subito dopo. Era il suo migliore amico.

Prese un respiro profondo, prima di entrare in cucina e cercare di distrarsi il più possibile.

«Ti ho detto che è andato tutto bene, scusami se non ti ho avvisato prima, ho dormito lì» Lila parlò di nuovo, tenendo il telefono incastrato tra l'orecchio e la spalla mentre cercava disperatamente di far entrare le cose in valigia.

«Hai dormito lì? Che diamine! Sapevo che il mio piano avrebbe fatto effetto, ma non fino a questo punto!» Esclamò Andrew, dall'altro lato della cornetta. Lila non seppe nemmeno che ora fossero realmente in America, non era mai stata brava con il fuso orario. Nonostante questo, Andrew l'aveva chiamata per avere delle novità su Harry.

«Non è successo nulla, deficiente!» Lo rimproverò la ragazza «spesso dormo lì, ma non succede mai niente» annunciò proprio quando si ricordò della scena avvenuta la mattina. Infatti, la sua voce la tradì.

«Perché non ti credo?» Cantilenò Andrew, sarcastico.

«Stamattina è successa una cosa strana, in effetti» ammise la ragazza, mordendosi il labbro. Si permise un attimo di pausa, poggiandosi sul letto.

«Ma ora non te la racconterò! Sto facendo le valigie» sospirò affranta, grattandosi la nuca.

«Le valigie? Torni in America?» Domandò Andrew entusiasta.

«Jamaica» annunciò Lila «seguo Harry per qualche giorno, me lo ha chiesto ieri e ho pensato fosse carino staccare per qualche giorno prima che vengano annunciate le date del tour di Taylor» spiegò tutto d'un fiato, come se avesse paura della risposta.

«Wow, mi piacciono questa fughe romantiche!» Esclamò Andrew divertito, la stava chiaramente prendendo in giro. La ragazza sbuffó una risata, alzando gli occhi al cielo.

«Ci sarà tutto il suo team, Andrew, non sarà una fuga romantica!» Chiarì Lila, cercando di porre fine alle prese in giro del ragazzo. Parlarono ancora per qualche minuto, poi Andrew dovette staccare per qualche strana ragione e a Lila andò semplicemente bene così.

Finalmente dopo un ultimo salto sopra di essa, Lila riuscì a chiudere la valigia. Era sudata, stremata. L'unica cosa che voleva fare era riposarsi. Trovò il numero di Harry in rubrica e digitò un messaggio veloce mentre scendeva le scale.

A: Harry
Resti qui da me stanotte?

E sorrise, non seppe nemmeno perché. Nonostante questo, la risposta arrivò qualche secondo dopo, facendo battere più forte il cuore della ragazza.

Da: Harry
Non vedo l'ora. Dieci minuti e sono da te.

Lila aspettò con ansia che quei dieci minuti passassero come per la mezzanotte a Capodanno, e quando finalmente bussarono alla porta si sentì rinascere. Balzò dal divano dove ormai passava il resto delle sue giornate e corse verso la porta, aprendola e trovando Harry con due valigie in mano. Gli sorrise appena incontrò i suoi occhi, prima di calarsi verso la valigia che era poggiata a terra.

«Ti aiuto» sussurrò Lila avanzando, ma la mano di Harry la bloccò.

«Ce la faccio da solo» dichiarò ridendo «dubiti davvero della mia forza? Vado in palestra per un motivo» parlò fiero, prendendo entrambe le valigie e trascinandosi dentro. Lila avrebbe voluto rispondere che sì, i suoi muscoli erano sicuramente in grado di prendere quelle valigie, ma preferì non dargliela vinta.

«Non lo so, a volte ho dei dubbi» lo stuzzicò non appena il ragazzo poggiò tutte le cose all'ingresso. Harry si voltò lentamente, guardandola con aria di sfida.

«Che vorresti dire? Non mi sfidare!» le puntò il dito severo, ma un sorriso spontaneo lo tradì. Lila sorrise prima di dargli le spalle ed iniziare a camminare verso la cucina, aveva intenzione di preparargli qualcosa da mangiare. Improvvisamente si sentì mancare la terra da sotto i piedi e in men che non si dica si trovò la spalla di Harry, che urlava vittorioso.

«Quindi chi è che non ce la fa?» continuava ad urlare, mentre Lila scalciava ridendo. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma era un momento troppo divertente per obbiettare. Si sentì volteggiare, prima che Harry la lanciasse a peso morto sul divano, mettendosi subito sopra di lei in modo da non farla fuggire via.

«Hai un'ultima possibilità, prima che io inizi con la seconda fase» l'avvertì, poggiando le mani sulla pancia della ragazza. Così Lila, capendo, mise le mani su quelle del ragazzo cercando di fermarlo.

«No ti prego Harry, il solletico no!» Esclamò in preda al panico. Harry continuò a guardarla sorridente, da sempre conosceva il punto debole di Lila. Il solletico.

«Rimangia ciò che hai detto e ti risparmierò» annunciò fiero, continuando però a tenere le mani sulla pancia. Harry non stava facendo niente, non si stava muovendo, eppure Lila già rideva alla sola idea del solletico. La risata che ne scaturiva però, non era per niente positiva, era quasi una risata nervosa.

«Non lo farò, Harry» parlò Lila, a causa del suo orgoglio. Harry scrollò le spalle, indifferente, e le mani iniziarono a muoversi freneticamente sui fianchi della ragazza. Lila iniziò ad urlare, a ridere come se non ci fossero stati i vicini che avrebbero potuto da un momento all'altro chiamare la polizia. Lila si rannicchiò piano piano continuando a ridere, con Harry che si accasciava sempre di più su di lei, fino ad arrivare a poggiare il mento sulla sua clavicola.

«E va bene, e va bene!» Urlò Lila senza fiato «rimangio tutto quello che ho detto, mi arrendo» boccheggiò quando Harry si fermò di botto, alzando di poco la testa dalla clavicola e trovandosi a pochi centimetri dal viso di Lila.

«Quindi, chi vince?» domandò beffardo, mentre sorrideva. Lila riprese fiato, prima di scuotere la testa.

«Non risponderò a questa domanda, hai già ottenuto quello che volevi» ammise e potette sentire il fiato di Harry sulle sue labbra. Restarono così per qualche minuto, si persero semplicemente negli occhi l'uno dell'altro. Ma poi qualcosa improvvisamente scattò in Harry, che si alzò di botto, schiarendosi la voce.

«Ho fame, cuciniamo?»

SPAZIO AUTRICE
-2?

soulmates // hs;Where stories live. Discover now